Un artificiere dell'esercito italiano vicino all'ordigno bellico in Toscana
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Quasi ventimila persone hanno dovuto lasciare le loro case per il disinnesco di un ordigno risalente alla Seconda guerra mondiale
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È iniziato domenica mattina, poco dopo le 7.00, lo sgombero di quasi ventimila cittadini pistoiesi che vivevano nella cosiddetta “zona rossa” dove il 14 luglio è stata rinvenuta la bomba d’aereo inglese da 250 libbre (oltre 113 chili) risalente alla Seconda guerra mondiale e rinvenuta nel corso dei lavori di scavo per l’acquedotto cittadino.
Molti abitanti della zona, che comprende anche parte del centro storico, sono stati ospitati da amici e parenti che abitano nelle vicinanze. Per gli altri sono state allestite una decina di aree di accoglienza. Fino a mezzogiorno erano ancora in atto le operazioni di disinnesco, effettuate dagli artificieri del Genio pontieri di Piacenza.
Nel primo pomeriggio si sono concluse le delicate operazioni di messa in sicurezza dell’ordigno, che hanno visto impegnati cinque militari, due dei quali hanno lavorato direttamente sulla bomba. DI norma questo tipo di operazioni è effettuato a distanza, con l’utilizzo di un robot telecomandato, ma in questo caso la spoletta era danneggiata.
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