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Accordo su Autostrade, i Benetton scendono al 10-12%

La sede di Autostrade per l Italia (Aspi)
Keystone / Andrew Medichini

Niente revoca ad Atlantia ma passo indietro della famiglia Benetton che scenderà al 10-12% in Autostrade per l'Italia (Aspi).

All’alba, dopo sei ore di discussioni in Consiglio dei ministri, è stata raggiunta l’intesa, accettata dai Benetton, che ridisegna l’assetto proprietario dell’ex società pubblica che gestisce la principale rete autostradale in Italia. Cassa depositi e prestiti (Cdp) acquisirà il pacchetto di maggioranza con il 51% delle azioni e questo renderà di fatto l’Aspi una public company, con conseguente revisione della concessione e delle tariffe.

Al centro della contesa, che ha rischiato fino all’ultimo di spaccare la maggioranza, si è posto lo stesso premier Giuseppe Conte che non era disposto a recedere su alcuni punti: taglio delle tariffe, riduzione da 23 a 7 miliardi dell’indennizzo in caso di revoca, diritto di recesso e esenzione dello Stato riguardo alle pretese risarcitorie legate al Ponte Morandi.

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A frenare il compromesso c’erano le due questioni dell’uscita dei Benetton da Autostrade e la revoca ad Atlantia, voluta dai Cinque Stelle ma osteggiata apertamente dai renziani di Iv. Ipotesi che avrebbe innescato lo scontro totale con la famiglia veneta e i cui esiti giudiziari non sono del tutto pronosticabili.

La soluzione promossa dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri prevede invece una graduale cessione della quota in mano ai Benetton. In una prima fase scenderebbero al 10-12%, percentuale che garantisce loro la presenza del Cda di Autostrade e successivamente, entro dodici mesi, si procederà alla quotazione della società che dovrebbe portare a un 50% di azionariato diffuso, con conseguente ulteriore riduzione del peso dei Benetton.

Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli aspetti tecnici del negoziato ma l’ipotesi della revoca a questo punto sembra ormai remota.    

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