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Gel disinfettante: l’Italia blocca un carico per la Svizzera

Funzionari doganali italiani durante un controllo
Il sequestro del gel disinfettante diretto in Svizzera è avvenuto venerdì 3 aprile alla dogana di Domodossola (immagine d'archivio). Keystone / Jean-christophe Bott

L'Italia blocca i camion e confisca i disinfettanti in viaggio verso la Svizzera. L'Associazione dei trasportatori stradali (Astag) parla di "furto di stato". Secondo il presidente dell'Astag Adrian Amstutz, il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha interpellato Roma in merito. 

L’azienda Victory Switzerland importa articoli da tutto il mondo. Da una settimana, l’Italia ha bloccato un suo camion al confine italo-svizzero a Domodossola, carico di prodotti acquistati all’estero. Nella fattispecie si tratta di gel disinfettante per le mani, ci precisa l’amministratore delegato Daniel Gerber. Le autorità doganali italiani hanno confiscato il carico senza indugi. Il prodotto in questione dovrebbe essere consegnato alla protezione civile a Domodossola.

Per la Protezione civile

Nel decreto di requisizione di oltre 1’800 kg di gel disinfettante, l’Ufficio delle dogane di Verbania Cusio Ossola giustifica la decisione di bloccare il carico sulla base di diversi decreti e disposizioni che permettono appunto di sequestrare materiale di protezione destinato all’esportazione.

L’Agenzia delle dogane ha messo a disposizione del Dipartimento della Protezione civile il materiale confiscato.

“L’indennità eventualmente spettante al proprietario – si legge nel documento – verrà determinata e liquidata con provvedimento del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19”.

La Victory Switzerland aveva ordinato il gel alla società tedesca Gifts & Beauty Handels GmbH di Herdecke. La fattura, di oltre 30’000 franchi (28’000 euro), era stata pagata tre settimane fa. Il gel è però prodotto in Italia.

La Victory Switzerland aveva ordinato il gel alla società tedesca Gifts & Beauty Handels GmbH di Herdecke. La fattura, di oltre 30’000 franchi (28’000 euro), era stata pagata tre settimane fa. Il gel è però prodotto in Italia.Secondo le autorità italiane, i fabbricanti o gli acquirenti dei prodotti confiscati saranno indennizzati. Gerber spera di poter richiedere la restituzione dell’importo alla società tedesca. Tuttavia, l’azienda svizzera dovrà pagare le spese per il trasporto non effettuato e può dire addio al guadagno.

Già a inizio marzo la Victory aveva avuto lo stesso problema ad Amburgo. Le autorità tedesche avevano bloccato 314’000 maschere protettive provenienti dalla Cina e destinate alla Svizzera. In seguito all’intervento della Confederazione, il governo tedesco aveva poi lasciato partire la spedizione due giorni dopo.

Per l’Astag una questione prioritaria

Per l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali, il problema con l’Italia è diventato prioritario. Il presidente dell’Astag Adrian Amstutz, ex capogruppo parlamentare dell’Unione democratica di centro (UDC), si è impegnato personalmente a sostenere le aziende svizzere.

Ad occuparsi della questione “è ora il ministro degli esteri Ignazio Cassis”, precisa.

Amstutz si dice indignato “dal sequestro di prodotti medici ordinati e pagati dalla Svizzera” da parte del nostro Paese confinante. “È un furto di Stato”, afferma senza mezzi termini il presidente dell’Astag, criticando nello stesso tempo gli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione Europea.

“Questo caso dimostra quanto valgono questi accordi tanto vantati con l’Unione Europea. Trattati come quelli di Schengen e Dublino sono stati pensati per i periodi di bel tempo, mentre in caso di crisi si vede che non funzionano”.

Naturalmente gli autotrasportatori sono interessati ad avere frontiere più aperte possibili per il traffico merci. Ma perché ciò avvenga, i Paesi dovrebbero discutere direttamente tra di loro e non attraverso Bruxelles. La situazione attuale ne è la prova, sostiene Amstutz.

Il ministro dell’economia Guy Parmelin, dello stesso partito di Amstutz, non è invece della stessa opinione. “Dopo diversi contatti con il Commissario europeo per il commercio Phil Hogan si è a una svolta – scrive Parmelin in un tweet. Bruxelles indica ai paesi dell’UE di non bloccare più l’esportazione di materiale di protezione verso la Svizzera e l’AELS”.

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In contatto con le autorità italiane

La Segreteria di Stato dell’economia (Seco) ci conferma di essere a conoscenza del caso citato e di essere in contatto con le autorità competenti in Italia.

Alla domanda del perché l’Italia non rispetta l’abolizione delle restrizioni per le esportazioni di materiale di protezione, la Seco risponde che è in contatto con le aziende di import interessate: “Il riscontro che abbiamo avuto suggerisce che la normativa UE in materia viene applicata correttamente e che la maggior parte dei problemi è stata risolta”.

Traduzione di Daniele Mariani

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