TILO, il treno che ha rivoluzionato il traffico regionale tra Ticino e Lombardia
La società ferroviaria transfrontaliera, nata nel 2004, vent’anni fa, ha permesso a molte persone, soprattutto a molti frontalieri e frontaliere, di cambiare le proprie abitudini, abbandonare l’automobile e preferirvi il treno.
Come occuparsi a fondo di un problema strutturale, quando il problema è regionale e, allo stesso tempo, riguarda due Paesi diversi? Parliamo del traffico transfrontaliero tra il Canton Ticino e l‘Italia, rappresentato in buona parte da lavoratrici e lavoratori frontalieri che quotidianamente entrano ed escono dalla Svizzera italiana.
Un fenomeno che da decenni causa ogni giorno una congestione, soprattutto nelle ore di punta, sulle strade e in tutte le dogane del territorio, che siano grandi o piccole. Per molto tempo, la difficoltà di attuare politiche comuni tra Svizzera e Italia ha rappresentato uno stallo difficilmente aggirabile e ha causato un’importante carenza nell’offerta di servizi alternativi per chi è costretto a mettersi al volante.
Una reale alternativa all’automobile
Poi, nel 2004, è stato fondato il sistema TILO. Una società i cui azionisti sono al 50% le Ferrovie federali svizzere (FFS) e al 50% la società ferroviaria lombarda TrenordCollegamento esterno. TILO ha rappresentato una vera e propria rivoluzione per il trasporto regionale in buona parte dell’Insubria, giù fino alle provincie di Monza-Brianza e Milano. Un viaggio lungo vent’anni che è cresciuto poco alla volta fino a un successo di viaggiatori e viaggiatrici in costante crescita.
Collegamenti molto più frequenti negli orari di punta, convogli più simili a un tram o una metro che a un treno a lunga percorrenza, stazioni rinnovate e costruite da zero in base all’esigenza del traffico viaggiatori. Tutto in pochi anni.
Certo, il problema del traffico non è stato risolto. Anche perché il numero di frontaliere e frontalieri che tutti i giorni dall’Italia vengono a lavorare in Ticino, in questo ventennio, è passato da 35’000 a oltre 78’000. Ma con l’arrivo di TILO è cambiato il paradigma ed è stata fornita una reale alternativa all’automobile.
Numeri in crescita
“TILO è nata dalla forte volontà politica del Cantone Ticino e della Regione Lombardia di creare e sviluppare il traffico ferroviario transfrontaliero”, ci racconta Denis Rossi, direttore di TILO.
Se si devono individuare le sfide maggiori all’inizio dell’avventura, Rossi non esita a rispondere: “Tutto rappresentava una sfida. Inizialmente non c’erano treni, né personale. Gli orari non erano adeguati alle esigenze del traffico frontaliere e, forse, nemmeno si pensava di raggiungere l’attuale sviluppo. Ma il cambiamento si è rivelato epocale”.
I numeri dell’utenza della rete di trasporto regionale confermano queste ultime parole. Nel 2023Collegamento esterno i treni TILO hanno infatti trasportato in totale 22,8 milioni di passeggere e passeggeri. Cifra che rappresenta il record di esercizio dall’inizio dell’attività, in aumento del 19% rispetto al totale del 2022 quando furono trasportate 19,1 milioni di persone, e quasi raddoppiata rispetto al 2016.
Il contributo di AlpTransit
Un successo che sicuramente ha superato le attese dei primi anni, asserisce il direttore. Poi, i grandi investimenti infrastrutturali e le aperture a tappe di AlpTransit hanno fatto intendere che il numero di passeggere e passeggeri sarebbe potuto crescere ulteriormente, “ma direi che anche in questo caso è arrivato in misura maggiore e molto più velocemente del previsto”, continua Rossi.
“L’apertura della galleria di base del San Gottardo per noi non è stata d’importanza diretta, visto che non la percorriamo”, spiega il direttore di TILO aggiungendo che la tratta ha però dato il via alla rivoluzione ferroviaria, portando un numero crescente di persone a viaggiare in treno. “Persone che arrivando da oltre San Gottardo, o andandoci, lo facevano utilizzando i TILO fino alle stazioni principali. Quelle dove prima si fermavano solo con i treni a lunga percorrenza”.
L’inaugurazione del traforo del Monte Ceneri
Ma più che l’inaugurazione della galleria del San Gottardo, avvenuta nel 2016Collegamento esterno, per TILO ha avuto un maggiore impatto l’apertura nel 2020Collegamento esterno del tunnel di base del Monte Ceneri. Quest’ultimo ha permesso di avere tempi di percorrenza dimezzati tra Bellinzona, Lugano e Locarno. Il viaggio tra Lugano e Locarno si è ridotto a 30 minuti, quello tra Lugano e Bellinzona a 15 minuti.
“Con 150 treni in transito al giorno, siamo di gran lunga l’azienda ferroviaria che utilizza di più la galleria del Ceneri. Di fatto – continua Rossi – il Ceneri ha ‘rimpicciolito’ il Ticino accorciando i tempi di percorrenza e ci ha permesso di aumentare il numero di treni con cadenze ravvicinate, rendendo il trasporto ferroviario molto attrattivo”. I 15,4 chilometri del traforo vengono percorsi in 7 minuti ad una velocità che, in galleria, può raggiungere i 160 chilometri orari.
“Da non dimenticare inoltre che nel 2018 è stata messa in esercizio la Ferrovia Mendrisio-Varese, che per il traffico regionale è molto importante e si è pure rivelata fin da subito un successo”, chiosa il direttore generale.
Un’offerta degna delle esigenze della popolazione
“Rispetto ai primissimi anni di attività, gli obiettivi della rete TILO sono stati costantemente adattati all’evoluzione della società e quindi non si possono mai dire definitivamente raggiunti. Finora è già stato fatto molto e quindi siamo soddisfatti”, afferma ancora il direttore.
Soddisfazione è il termine usato anche dall’ingegnere e presidente dell’Associazione traffico e ambienteCollegamento esterno (ATA) Bruno Storni. “Siamo soddisfatti dell’offerta. Grazie alla rete TILO, il territorio a cavallo tra Svizzera e Italia ha raggiunto un buon servizio di trasporto pubblico ferroviario regionale, strutturato su materiale rotabile moderno e con treni dalle coincidenze frequenti”.
“L’interesse è forte: si può fare anche di più”
“Il nostro auspicio – continua il presidente dell’ATA – è che, a medio termine, venga aumentata la cadenza dei collegamenti Locarno-Lugano-Milano ogni 15 minuti invece che ogni 30. Come del resto già programmato per la linea Locarno-Bellinzona. E in futuro, laddove possibile, si potrebbe anche migliorare la capacità, magari inglobando i treni a due piani”.
Storni, che è anche deputato per il Partito socialista alla Camera bassa del Parlamento, crede che il successo di TILO sia destinato a crescere. “I numeri e l’interesse sono in aumento e lo confermano. Essendo un collegamento più veloce di quello stradale, la rete è concorrenziale e ha margine di perfezionamento. In particolare – conclude l’ingegnere – il pendolarismo in arrivo dall’Italia può essere migliorato con la costruzione di più park&rail e con un migliore servizio di autobus da e per le stazioni ferroviarie”.
Tra i principali interventi realizzati vi è la ristrutturazione completa dei nodi di Tenero (2004) e Castione-Arbedo (2010), la realizzazione della fermata di Riazzino (in sostituzione della stazione di Riazzino-Cugnasco, 2008), le nuove fermate di Mendrisio S. Martino (2013), Stabio (2014) e Minusio (2023); e il rinnovo completo della fermata di Lugano-Paradiso (2017).
Nei prossimi anni sono pianificate nuove fermate a Bellinzona-Piazza Indipendenza e nella Valle del Vedeggio, nonché il rifacimento completo della fermata di S. Antonino.
La tratta Mendrisio-Stabio è stata inaugurata a fine 2014, quale prima tappa del nuovo collegamento Lugano/Chiasso-Mendrisio-Varese-Gallarate-Aeroporto di Malpensa FMV, ultimato a fine 2017.
Oltre a quella di Stabio, vi sono tre fermate intermedie in territorio italiano (Cantello-Gaggiolo, Arcisate e Induno Olona) provviste di posteggi park&ride.
La rete TILO si allarga anche sugli assi di Como-Albate-Milano, Arcisate-Varese e Luino-Gallarate.
Il sistema ha raggiunto la sua massima estensione ed attrattiva nel 2020 con la messa in esercizio della galleria di base del Monte Ceneri, che permette di ridurre drasticamente i tempi di percorrenza dei treni regionali che collegheranno il Bellinzonese, rispettivamente il Locarnese, con il Sottoceneri.
Bisogna tenere in considerazione, dice infine Storni, che in Ticino si era molto in ritardo su questo tipo di progetti rispetto al resto del Paese. “TILO e la galleria di base hanno permesso di colmare questo divario con collegamenti di qualità. Negli altri centri urbani della Svizzera, soprattutto tra giovani e famiglie, solo un’economia domestica su due possiede la macchina. Offrire un certo servizio a livello di spostamenti attirerebbe quindi verso il Ticino anche una nuova ventata di turismo più giovane”.
Pionieri del trasporto regionale transfrontaliero
Restando in tema di paragoni con il resto del Paese, nel 2019, tra i cantoni di Ginevra, Vaud e la Francia è stato introdotto il Léman Express, nato per esigenze simili a quelle per cui è stata creata la rete TILO. Si può dire che il Ticino ha in qualche modo guidato questa trasformazione del servizio transfrontaliero regionale in Svizzera?, chiediamo ancora al direttore Denis Rossi.
“È vero che nell’ambito del trasporto ferroviario transfrontaliero siamo stati i pionieri. Contrariamente a quanto accade a Ginevra, ma anche altrove in Svizzera, siamo i soli ad avere i macchinisti con le due licenze di guida, svizzera e italiana, formando tra l’altro i macchinisti all’interno dell’azienda per entrambe le licenze. Ciò ci permette di fare attraversare la frontiera senza cambiare macchinista”.
Per quanto concerne le sfide per il futuro, il direttore generale di TILO asserisce che queste ci si dovrà adeguare soprattutto all’evoluzione delle esigenze di mobilità delle persone, così come a quella del mondo dei trasporti. Questo comprende nuove infrastrutture, nuovi mezzi di trasporto, ma anche nuove modalità di gestione con app e piattaforme di condivisione. “L’obiettivo è mantenersi al passo coi tempi, cogliendo le opportunità che si presentano e ponendo sempre al centro delle nostre attività le esigenze dei clienti”.
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