Il popolo svizzero e ticinese hanno votato in favore di due iniziative della destra (UDC) che intendono porre un limite all’ingresso di stranieri e, in particolare a sud delle Alpi, dei frontalieri, ma la strada per concretizzare le due proposte si presenta assai tortuosa. In Ticino i partiti stanno litigando su come procedere con l’iniziativa “prima i nostri”.
Le formazioni di centro propendono per la creazione di una commissione speciale in Gran Consiglio a guida UDC ma Lega e democentristi vogliono istituire un tavolo tecnico. In mattinata nella commissione parlamentare della gestione si è consumata la rottura e il previsto incontro coordinato dal presidente del parlamento di martedì prossimo è saltato. La palla passa ora al plenum del Gran Consiglio che il 7 novembre dovrebbe indicare la rotta da seguire.
E mentre in Ticino si litiga una delegazione del governo cantonale è stata ricevuta dalla commissione istituzioni politiche della Camera alta, che si sta occupando dell’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa.
In Ticino, è stato fatto presente a Palazzo federale, si vorrebbe inasprire il testo votato dal Consiglio nazionale, ritenuto troppo blando e inefficace per arginare la concorrenza della manodopera estera sul mercato del lavoro elvetico.
Abbassare il riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo: è una proposta che vi convince? Quali altri soluzioni sarebbero attuabili?
Contrariamente ad altri Paesi europei, la Svizzera dipende solo in minima parte dal gas naturale. Questa fonte rappresenta infatti circa il 15% dei consumi energetici complessivi della Svizzera e viene usata soprattutto per il riscaldamento. Quasi la metà del gas consumato in Svizzera viene però dalla Russia e anche nella Confederazione si cercano soluzioni per…
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