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Tax Free, l’Italia modifica le regole

persona carica spesa nel cofano dell auto
L'Italia vuole dare una spinta al turismo della spesa. © Keystone / Ti-press / Pablo Gianinazzi

La legge di bilancio 2024 italiana amplia l’ambito dello sgravio IVA per favorire consumi degli stranieri, svizzeri compresi; al confine progetti per fidelizzare i ticinesi.

Potrebbero aumentare le agevolazioni per gli svizzeri, per chi arriva in generale da paesi extra UE, che desiderano fare acquisti in Italia. Questo per effetto di un cambio di normativa inserito all’interno della cosiddetta “manovra di bilancio 2024” in discussione queste settimane al Senato, a Roma. Legge che non è stata studiata ad hoc per le aree di frontiera, è infatti la modifica di una legge che già esiste, ma che – inevitabilmente – porta ricadute, come illustrato da Franco Vitella, presidente di Ascom Confcommercio Luino.

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Lo scopo che l’Italia vuole raggiungere è sostenere la ripresa della filiera del turismo italiano potenziandone il rilancio a livello internazionale modificando l’articolo 19 che reca come tema “Imposta sul valore aggiunto sulle cessioni di beni per i soggetti domiciliati e residenti fuori dell’Unione europea”.

Il nuovo disegno di legge che interviene all’articolo 38-quater, comma 1, del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, riduce la precedente soglia del valore delle cessioni da 154,95 euro a 70,00 euro, ampliando così la possibilità per i turisti extra UE di non pagare o di chiedere il rimborso dell’IVA sugli acquisti di beni effettuati in Italia. Oggi, per intenderci, per il recupero dell’IVA l’importo minimo di spesa è di 154,96 euro in una unica fattura per materiali destinati all’uso personale o familiare, da trasportarsi nei bagagli personali fuori del territorio doganale UE.

“Sotto il profilo finanziario, sulla base dei dati e delle elaborazioni svolte dal Ministero del Turismo – dicono da Roma i relatori del testo di legge – l’attuale soglia minima di spesa (euro 154,94) riguarda un flusso di turisti internazionali extra UE per una spesa per lo shopping stimata di circa 3,1 miliardi di euro. Inoltre, sempre dalla stessa elaborazione risulta che la quota di tale importo esclusa dal tax free ammonta a circa 350 milioni di euro, generando un flusso di IVA pari a 51,1 milioni di euro”. Rilevano che tale spesa è attribuita per il 60% alle operazioni comprese tra euro 70 e 154,94, ossia un ammontare di circa 210 milioni di euro, con un corrispondente gettito IVA pari a circa 30,7 milioni di euro.

La contromossa di Berna

Ma questi sono macro-dati che, tra le altre cose, arrivano mentre il Dipartimento federale delle finanze (DFF) starebbe mettendo a punto una misura per frenare proprio il turismo degli acquisti.

+ Berna valuta da parte sua una misura per arginare il turismo degli acquisti

La proposta è di abbassare, dagli attuali 300 a 150 franchi, il limite entro il quale chi fa la spesa oltre confine non paga, rientrando in Svizzera. Il dato ha destato riflessioni – se non preoccupazioni – nelle associazioni di confine che tutelano i commercianti italiani. Proprio da queste, come spiegato dal numero uno di Confcommercio, arrivano possibili contromisure per mantenere “fidelizzati” i clienti svizzeri.

Carte dedicate, percorsi agevolati con anche la creazione di totem per semplificare le operazioni doganali e la prosecuzione di operazioni di scontistica. Tutte azioni motivate anche dalla mole di operazioni di esportazione che solo il valico commerciale di Ponte Tresa effettua, annualmente, oltre 90’000. “Nessuna guerra di franchigie, spiega il responsabile dei commercianti, ma solo pragmaticamente – da una parte e dell’altra – misure protezionistiche per i propri territori”. Sarà pure così ma è evidente che la parte italiana, seppure il DFF dovesse decidere per un cambio di franchigia, dal 2024 avrà uno strumento in più, una nuova leva per alimentare il turismo della spesa.

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