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Se i profughi li si va a prendere

Attivati i corridoi umanitari Arrivati a Roma 93 siriani selezionati sul posto, coi documenti in regola e senza rischi.

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Grazie ai corridoi umanitari, il primo consistente gruppo di profughi siriani è arrivato in Italia con un volo proveniente da Beirut, atterrato all’Aeroporto di Fiumicino a Roma. Le organizzazioni umanitarie hanno portato in salvo ventiquattro famiglie, in totale novantatré profughi siriani, tra cui quarantuno minori.

Si tratta del primo esempio di corridoio umanitario, preceduto solo dal trasferimento di una famiglia che aveva bisogno di cure mediche urgenti, arrivata in Italia i primi di febbraio.

Atterrati all’aeroporto di Fiumicino, i profughi siriani sono stati accolti con un cerimoniale di benvenuto in presenza del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e dei dirigenti delle associazioni del progetto “Speranza Mediterranea”.

Una via per l’Europa regolata e sicura

Come sottolineato anche da Gentiloni, questa esperienza apre una canale alternatiivo ai barconi, ai trafficanti di esseri umani e agli arrivi senza documenti.

I profughi, originari di varie città della Siria (principalmente Homs, Aleppo, Hama, Damasco e Tartous ) vivevano, per la maggior parte, accampati in una tendopoli al confine nord del Libano, nel villaggio Tel Abbas, a meno di cinque chilometri dalla Siria. E lì sono stati valutati e selezionati, dando la precedenza alle famiglie.

Si apre così una canale “ufficiale” che permette di scremare dal gruppo chi non è un vero profugo di guerra prima che parta, e che segue le regole amministrative dei vari stati europei. Un canale che permette a queste persone di giungere in Europa in aereo, pagando molto meno rispetto ai percorsi illegali, e senza rischiare la vita.

Un canale che nell’întento dei promotori, e anche nella parole di Gentiloni, dovrebbe diventare esempio di ciò che gli stati dell’Occidente dovrebbero (e potrebbero, come è ora dimostrato) fare per risolvere almeno in parte il problema migranti.

Nazioni paralizzate, si muovono i privati
Il progetto di corridoi umanitari dal nome “Speranza Mediterranea” è un’iniziativa privata, voluta dalla Comunità di Sant’Egidio, la Fondazione Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), la Federazione delle Chiese Valdesi e la Comunità Papa Giovanni XXIII.
Le organizzazioni umanitarie, finanziate con i proventi dell’otto per mille – con la collaborazione dei Ministeri italiani degli Esteri e dell’Interno, e delle autorità libanesi – sono riuscite a realizzare i primi trasferimenti superando ostacoli logistici e normativi. L’obbiettivo si è raggiunto grazie alla determinazione degli operatori in Libano e in Italia, che avvalendosi di norme giuridiche contenute nel Trattato di Schengen, hanno realizzato quella che potrebbe diventare una procedura in materia di protezione internazionale.
“Speranza Mediterranea”, nella prima fase completerà il lavoro iniziato in Libano, dove è previsto il salvataggio di circa seicento profughi, riguarderà inoltre il Marocco da dove si prevede di trasferirne centocinquanta, il tutto entro la fine dell’anno.
La seconda fase sarà realizzata in Etiopia, con il trasferimento di altri duecentocinquanta profughi.
Dopo il cerimoniale i siriani, con pullman ed altri voli, sono partiti verso le destinazioni di accoglienza. Saranno ospitati in case e centri a Roma e nel Lazio, in Emilia Romagna, Trentino e Piemonte.

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