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Falsi permessi, altri due arresti

Un imprenditore kosovaro e il suo socio sono stati arrestati mercoledì nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo dei falsi permessi all’Ufficio migrazione del Canton Ticino. Gli inquirenti hanno messo i sigilli a una ditta di Camorino specializzata in ponteggi. Il numero degli indagati sale così a 11.

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L’imprenditore –conosciuto nel settore- era a capo di aziende anche oltre San Gottardo: una a Dietikon, canton Zurigo, della quale era cotitolare, una a Meggen, Lucerna. La filiale ticinese di quest’ultima ha sede a Camorino, allo stesso numero civico di un’altra impresa dell’uomo, in liquidazione dallo scorso settembre.

Il 42enne kosovaro e il suo socio 32enne, direttore della filiale, sarebbero implicati nello scandalo per aver assunto personale in nero proprio grazie ai permessi facili, forniti loro dal presunto corruttore di tutta la vicenda, ovvero il 25enne titolare della Aliu Big Team, attualmente in carcere, che in passato aveva lavorato per loro.

Per i due l’accusa è di tratta di esseri umani, ripetuta usura, ripetuta falsità in certificati, ripetuta incitazione aggravata all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegale di persone. Il direttore e il titolare della ditta di ponteggi avrebbero dunque sfruttato i lavoratori impiegati in cantieri sia in Ticino, sia nella Svizzera interna, con stipendi da miseria o chiedendo di restituire parte dello stipendio.

Intanto, si delineano i ruoli avuti dai due funzionari accusati di violazione del segreto d’ufficio. La donna, dipendente dell’Ufficio della migrazione da 25 anni, avrebbe fornite informazioni all’architetto (indagato per ripetuta istigazione alla violazione del segreto d’ufficio) su incarti aperti. Il dipendente del ‘contact center’ di Faido, invece, avrebbe rivelato al funzionario 28enne che la polizia si stava interessando a lui.


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