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Ombre nere, estremismo di destra tra Svizzera e Italia

Un uomo visto da dietro con una t-shirt con la scritta Résistence Helvétique
"Résistence Helvétique" è un movimento che ha come scopo quello di salvare la Svizzera. Résistence Helvétique

L’omicidio Lübcke in Germania, il caso Segre in Italia, il sequestro di armi tra Italia e Ticino e più recentemente l’operazione "Ombre nere" in diverse località italiane: fenomeni collegati all'estremismo di destra si sono moltiplicanti nel corso degli ultimi mesi, sfociando in alcuni casi in fatti di cronaca nera.

È da qui che siamo partiti, ponendoci due domande: c’è davvero un’emergenza collegata all’estrema destra o è solo un’emergenza per così dire mediatica? Quanto l’ombra di un certo tipo di violenza collegata al pensiero autoritario si allunga sul nostro territorio? 

Per affrontare il tema, abbiamo girato anche solo virtualmente, mezzo mondo, arrivando a comporre il quadro che vi proponiamo in questa pagina. Iniziando da un servizio generico passato al Quotidiano.

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I movimenti

Abbiamo cercato di metterci in contatto con persone e movimenti di estrema destra tra Italia e Svizzera. In particolare, in Svizzera, Résistence Helvétique e in Italia la Comunità dei 12 raggi nell’area di Varese. Entrambi ci hanno negato un’intervista in video, ma hanno acconsentito a rispondere a domande per iscritto. Per ora ad aver risposto è solo Résistence HelvétiqueCollegamento esterno, che si definisce localista e sovranista, ma che nega fermamente ogni apparentamento con i gruppi neonazisti, “che non hanno niente a che fare con noi”.

Le cifre

Il servizio delle attività informative della Confederazione non rilascia interviste sul tema. Fornisce statisticheCollegamento esterno. Numericamente gli episodi violenti ascrivibili all’estrema sinistra sono più numerosi, ma quelli collegati all’estrema destra hanno avuto un’impennata lo scorso anno. Un magistrato dei minori ci ha confermato la natura diversa della violenza politica: a sinistra si tende a colpire il patrimonio, i simboli, a destra le persone. Stando a una ricerca, i giovani ticinesi hanno una inclinazione superiore rispetto ai loro coetanei di altri cantoni ad abbracciare gli ideali dell’estremismo di destra. Di tutto questo – e anche di prevenzione – parliamo nell’approfondimento del Quotidiano.   

La diffusione

Che internet sia diventato uno strumento di propaganda straordinario è cosa arcinota e oramai ampiamente sdoganata. Magari meno note sono le modalità per “agganciare” potenziali proseliti. Ne abbiamo parlato con Rossella Borri, ricercatrice di Siena che si è occupata e si occupa di questi temi. 

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Basi ideologiche

Ci sono diversi elementi che a vario titolo ritornano nell’ideologia dei gruppi di estrema destra. Sono basi ideologiche che traggono nuova linfa da fenomeni attuali. Per esempio, l’immigrazione è stata un potente catalizzatore di tutta la retorica collegata alla difesa della razza.    

Oltre alla razza, appunto, ci siamo concentrati su altri due pilastri ideologici: il revisionismo storico e l’antisemitismo.  

Il genetista Guido Barbujani ha messo a nudo l’infondatezza scientifica del concetto di razza umana, anche se il ricorso a questo concetto tradisce secondo lui un disagio che andrebbe ascoltato. 

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Lo storico (della mentalità, come ama definirsi) Francesco Filippi ha pubblicato un libro molto fortunato dal titolo “Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo” e ci ha guidati attraverso queste “idiozie”, scegliendo le più esemplificative. 

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Infine il ricercatore del CDECCollegamento esterno (il più importante centro di documentazione ebraica italiano) Stefano Gatti ci ha raccontato la genesi del pregiudizio antisemitico, riconducibile a un testo del secolo scorso, ma ancora molto diffuso: “I protocolli dei Savi anziani di Sion”.

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Uscire dall’estremismo

C’è poi la storia dell’imprenditore libanese – ma ginevrino d’adozione – Abdallah Chatila, che ha acquistato oltre 600’000 franchi di cimeli nazisti (tra cui un cappello appartenuto a Hitler) a un’asta online di Monaco, per sottrarli alla devozione di gruppi neonazisti. Gli oggetti sono poi stati donati al Memoriale della Shoah e sono arrivati domenica a Gerusalemme.


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