Preoccupazione per i lavoratori italiani dopo il sì all’iniziativa ticinese
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Non si sono fatte attendere le reazioni oltre frontiera in merito al “sì” all’iniziativa cantonale “Prima i nostri”. Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, ha voluto rassicurare gli oltre 60’000 frontalieri che ogni giorno si recano in Ticino a lavorare, affermando che “da domani la regione predisporrà adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori”. “Accettiamo l’esito del referendum – aggiunge – ma vigileremo perché ciò non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi”.
Il post di Roberto Maroni
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Il tweet di Lara Comi
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“Errare è umano, perseverare è diabolico – afferma invece Francesco Dotti, vicepresidente della Commissione per i rapporti con la Confederazione – Anche questo voto, come già accaduto il 9 febbraio 2014, non avrà applicazioni pratiche”.
Chi auspica un intervento del Governo italiano per tornare al dialogo è Sydney Rampani, dell’Associazione Frontalieri Ticino: “Capisco le motivazioni di fondo (…) ma a questo punto l’accordo fiscale Italia-Svizzera non può andare in porto. Ora mi aspetto un intervento del nostro Governo”.
Abbassare il riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo: è una proposta che vi convince? Quali altri soluzioni sarebbero attuabili?
Contrariamente ad altri Paesi europei, la Svizzera dipende solo in minima parte dal gas naturale. Questa fonte rappresenta infatti circa il 15% dei consumi energetici complessivi della Svizzera e viene usata soprattutto per il riscaldamento. Quasi la metà del gas consumato in Svizzera viene però dalla Russia e anche nella Confederazione si cercano soluzioni per…
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