La perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto il 42enne che lo scorso ottobre, a Stabio, soffocò la cognata per poi trasportare il cadavere in Italia, appena oltre il confine, contempla l’attenuante di una lieve scemata responsabilità.
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tvsvizzera.it/Zz con RSI (Quotidiano del 22.08.2017)
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La sera del 14 ottobre scorso, l’uomo andò a casa della cognata, a Stabio, comune sulla frontiera italo-svizzera. Ci fu un diverbio, e lui la soffocò con un sacchetto di plastica.
Poi avvolse il corpo in un tappeto, lo caricò in automobile e, varcato il confine, lo abbandonò nei boschi di Rodero. Il tutto mentre la famiglia della vittima lo attendeva a cena, in un ristorante di Olgiate Comasco.
Il 42enne, reo confesso, si trovava al momento dei fatti in uno stato di stress acuto, secondo la conclusione dello psichiatra, che ha anche diagnosticato al 42enne di Coldrerio un disturbo della personalità difficilmente curabile.
Il perito ritiene quindi che il rischio di recidiva per reati contro la persona sia quasi “impossibile”, mentre definisce “probabile” il ripetersi di reati finanziari. L’imputato infatti, tra il 2003 e il 2016, aveva sottratto circa 300’000 franchi dalle casse della Scuola Universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) dove era impiegato.
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