“Non ce la facciamo più”
Il sindaco di Induno Olona ha scritto una dura lettera di protesta al premier Renzi. "I miei cittadini sono stati travolti da quest'opera e non credo di riuscire a frenare la ribellione".
Il sindaco di Induno Olona Marco Cavallin ha inviato una lettera al premier del governo italiano Matteo Renzi e al suo ministro dei trasporti Maurizio Lupi nella quale protesta contro i ritardi nella costruzione della linea ferroviaria Stabio-Arcisate, per la quale continua a non esservi un termine preciso per la fine dei lavori.
“È quattro, cinque anni ormai che pazientiamo – dichiara ai microfoni della Radiotelevisione Svizzera – e siamo giunti al punto di non ritorno. Da questo momento se non ci sarà una risposta immediata non potrò che passare dalla parte della protesta e non fare più parte di un discorso tecnico che fino a questo momento molto diligentemente abbiamo seguito”.
Ascolta l’intervista radio al sindaco Marco Cavallin:
Arriverà la risposta del premier Renzi?
Induno Olona è uno dei comuni più colpiti dall’opera e nella lettera, pubblicata integralmente sul sito varesenews.it, il primo cittadino afferma che a questo punto è pronto addirittura a condividere e a legittimare la ribellione.
Nella lettera indirizzata a Roma, Cavallin dice che i suoi cittadini, e ora anche lui, sono presi da un sentimento di una «profonda sfiducia nei confronti di uno Stato incapace di gestire e condurre a termine un’opera pubblica».
Lettera che, nel finale, esprime chiaramente il senso di disperazione e di sfinimento di queste persone nei confronti di un’opera che sta assumendo i contorni di un’opera infinita. Si chiude così la lettera del sindaco: «Vi chiedo un aiuto, in nome di chi ancora crede nel rispetto delle Regole, della Buona Politica e nella Democrazia»
La manifestazione voluta dal sindaco
Il sindaco ha convocato la cittadinanza a manifestare pubblicamente contro i disagi subiti e le promesse disattese. ILa manifestazione è fissata per domenica 19 ottobre 2014.
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CSI delle 12.05 del 17.10.14; il servizio di Marcello Signorelli
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