Natanti svizzeri sequestrati dalla Guardia di finanza sul Lago di Lugano
Una decina di imbarcazioni immatricolate nella Confederazione sono state trasferite in acque italiane sul Lago Ceresio in violazione delle norme doganali. Il fenomeno sembra essere però più vasto.
Nei laghi insubrici, Ceresio, Verbano e Lario, le forze dell’ordine hanno constatato un flusso irregolare di imbarcazioni dalla Svizzera all’Italia.
Nel corso dell’estate le Fiamme gialle di Como hanno svolto accertamenti su sette natanti che si trovavano sul Lago di Lugano, in acque italiane, senza l’opportuna autorizzazione, o meglio, in violazione delle norme doganali (e relativi dazi): per quattro di loro, di cui erano titolari rispettivamente, due ticinesi, uno zurighese e un grigionese, la procedura si è conclusa con la confisca della barca, mentre per le altre sono ancora in corso gli approfondimenti.
In genere, hanno fatto sapere fonti della Guardia di finanza, i proprietari importano illegalmente le loro imbarcazioni, immatricolate nella Confederazione, in Italia cancellandolo la loro iscrizione nei registri elvetici, facendo così perdere le loro tracce.
Naturalmente anche le norme italiane non consentono tale pratica. Vengono infatti evasi i diritti di confine (dazi) e violato il termine massimo di diciotto mesi entro cui le imbarcazioni immatricolate all’estero possono restare temporaneamente nel territorio della Repubblica.
È la circostanza che si è verificata in tre casi accertati dalle Fiamme gialle di Como, mentre in un altro è stato constatato che il proprietario, un cittadino italiano, aveva acquistato l’imbarcazione in Svizzera evadendo i dazi e l’Iva.
In sostanza si delinea il reato di contrabbando, reato che, dopo il sequestro e il completamento della procedura, porta alla confisca definitiva dell’oggetto sottratto alle autorità doganali.
Si tratta nel complesso di una decina di casi che hanno attirato l’attenzione degli inquirenti nell’ultimo anno, sul Lago di Lugano, Lago Maggiore e Lario. In genere l’importo evaso del diritto di confine nei casi in questione, correlato al valore della barca, varia da 15'000 a 20'000 euro.
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