L’Italia smantella un traffico di metalli preziosi verso la Svizzera
Un traffico da 26 milioni di euro. Immagine illustrativa.
Keystone-SDA
Un imprenditore di Ferrara e altri 16 imputati sono stati rinviati a giudizio per aver gestito un traffico illecito di 600 kg di oro e argento verso la Svizzera, con profitti superiori a 26 milioni di euro, attraverso attività di riciclaggio e commercio illegale di metalli preziosi.
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Gli investigatori italiani hanno annunciato venerdì di aver smantellato un traffico di 600 chili di oro e argento verso la Svizzera. Diciassette persone sono state rinviate a giudizio in un caso che ha fruttato oltre 26 milioni di euro ai suoi autori.
Il principale imputato è un imprenditore di Ferrara, una città dell’Emilia-Romagna vicino a Bologna. Insieme ai suoi presunti complici, dovrà rispondere di commercio illegale di metalli preziosi e riciclaggio di denaro, ha riferito l’agenzia italiana Ansa.
I 560 chili di oro e i 65 chili di argento identificati durante l’indagine della Guardia di Finanza sarebbero stati trasportati illegalmente in Svizzera per essere fusi. Secondo gli inquirenti, i metalli preziosi sarebbero stati acquistati in Italia, presumibilmente da fonti illegali.
Durante le indagini, durate due anni, sono stati sequestrati gioielli in oro e argento per un valore di oltre 220’000 euro. Questi beni erano nascosti in una cisterna interrata nel giardino dell’abitazione di uno dei principali responsabili, precisa l’Ansa.
L’agenzia aggiunge che 100’000 euro in contanti sono stati sequestrati a un valico di frontiera con la Svizzera, senza specificare quale. Il denaro, proveniente dalla vendita illegale dei metalli preziosi, era nascosto in un’auto.
Le 17 persone rinviate a giudizio sono accusate di associazione a delinquere di carattere transnazionale, commercio illegale di metalli preziosi usati e riciclaggio di denaro. Altre otto persone coinvolte nell’indagine hanno già proposto un patteggiamento, accettato dall’autorità giudiziaria. Verseranno un risarcimento parziale, interamente devoluto a enti caritatevoli, riferisce ancora l’agenzia italiana.
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