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I frontalieri potranno dedurre le spese

Via libera del Consiglio degli Stati alla revisione sull'imposizione alla fonte per i lavoratori stranieri

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 settembre 2016

Anche i frontalieri potranno chiedere di essere in via ordinaria come i lavoratori residenti e non alla fonte. Potranno quindi approfittare delle deduzioni del caso. Lo prevede la revisione dell'imposizione alla fonte del reddito da attività lucrativa accolta oggi dal Consiglio degli Stati.

Rispetto al Nazionale, i "senatori" hanno voluto tuttavia fare alcuni gesti in favore dell'autonomia dei cantoni.

Scopo della revisione è l'eliminazione delle disparità di trattamento tra le persone assoggettate all'imposta alla fonte e quelle che sottostanno alla procedura d'imposizione ordinaria.

La necessità di una modifica legislativa era data da una sentenza del Tribunale federale del 26 gennaio 2010, secondo cui in determinati casi l'imposizione alla fonte viola l'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) concluso tra Berna e Bruxelles.

Il TF ha infatti ritenuto che i frontalieri hanno diritto alle stesse deduzioni delle persone tassate in Svizzera in via ordinaria.

Attualmente, per i cosiddetti "quasi residenti" sono imposti in via ordinaria solo i redditi superiori a 120 mila franchi. Tale possibilità verrebbe estesa anche a coloro che non sono residenti nella Confederazione, ma vi conseguono oltre il 90% dei loro redditi. I frontalieri potrebbero così farsi tassare in via ordinaria, facendo valere anche le deduzioni del caso, come gli interessi ipotecari o le spese di trasporto.

A causa della mancanza di dati affidabili, le ripercussioni finanziarie della revisione non sono quantificabili, ma non saranno sicuramente di poco conto. Il Consiglio federale afferma inoltre che ci sarà un maggiore onere amministrativo legato alla tassazione.

La riforma era stata criticata dal Canton Ticino, e da buona parte della Deputazione ticinese alle Camere federali.

ATS/gin

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