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“Giustizia per i lavoratori di AlpTransit”

AlpTransit, Camorino
AlpTransit, Camorino © KEYSTONE / GAETAN BALLY

Taglieggiamenti sui salari, turni massacranti e norme di sicurezza lacunose: sono queste le recriminazioni di alcuni operai della galleria di base nei confronti di un'azienda italiana. Eppure la Procura non si muove: la denuncia del sindacato UNIA.

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Alcuni rappresentanti dell’antenna ticinese del sindacato UNIA hanno protestato negli scorsi giorni davanti al Palazzo di giustizia di Lugano per quella che hanno definito una “giustizia a due velocità, debole con i forti e forte con i deboli”.

Il sindacato, munito di striscioni davanti alla sede del Ministero pubblico, ha chiesto alla procura maggior celerità e impegno, quando si tratta di vicende che riguardano il mondo del lavoro.

+ La Svizzera ha un problema con le gallerie

L’evento cui i sindacalisti fanno riferimento è in particolare quello legato a una vicenda di gravi irregolarità sul lavoroCollegamento esterno denunciata ormai cinque anni fa da alcuni operai rappresentati da UNIA.

I fatti concernono il cantiere ferroviario di AlpTransit a Camorino, la galleria di 15,4 chilometri sotto il Monte Ceneri che collega Lugano e Bellinzona, inaugurata nel settembre del 2020.

Le accuse riguardano taglieggiamenti sui salari, turni lavorativi da 20 ore e mancato rispetto delle norme di sicurezza.

Azienda indagata dall’antimafia

La denuncia è stata fatta nei confronti dell’impresa Generali Costruzioni Ferroviarie (GCF), nel frattempo finita nel mirino di diverse inchiesteCollegamento esterno giornalistiche (ne abbiamo parlato qui), di un atto parlamentareCollegamento esterno a Berna e anche dell’antimafia italiana.

“Io sono estremamente deluso”, commenta il sindacalista Leonardo Schmidt ai microfoni del radiogiornale della RSI. “Dal 2018, quando ho accompagnato la prima volta i lavoratori in polizia qui a testimoniare, di fatto non abbiamo visto risultati concreti”. Ma gli interessati non vorrebbero lasciar cadere la questione nel vuoto, anzi, “ci sono ancora dei lavoratori che vogliono testimoniare”.

Lavoratori e sindacalisti: due pesi e due misure

Per il segretario regionale di UNIA, Giangiorgio Gargantini, si tratta di una situazione emblematica. “Noi abbiamo numerosi casi nei quali i lavoratori coraggiosamente hanno denunciato di avere subito delle gravi violazioni dei loro diritti. E i dossier non avanzano”, afferma, sottolineando che intanto “come sindacalisti siamo in questo momento in quattro ad avere dei decreti d’accusa per avere semplicemente fatto il nostro lavoro”.

Interpellata dalla RSI, la Procura ticinese non ha voluto controbattere alle accuse.

Il servizio andato in onda al Quotidiano:

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