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“Frontalieri fuori dai contingenti”

Ponte Tresa, uno dei valichi doganali maggiormente utilizzati dai frontalieri italiani keystone

Questo il parere dei Cantoni: i lavoratori stranieri pendolari non sono infatti assimilabili a immigrati e un trattamento a parte si giustificherebbe pienamente

I cantoni svizzeri sono unanimi: l’obiettivo principale dell’attuazione dell’articolo costituzionale contro l’immigrazione di massa, accolto da popolo il 9 febbraio del 2014, deve essere comunque il mantenimento degli accordi bilaterali. Una posizione simile dunque a quella del Consiglio federale.

I Cantoni , prendendo posizione nella consultazione promossa dal governo federale, sono però anche del parere che l’introduzione di contingenti sia un passo necessario. Chiedono però grande flessibilità per i lavoratori frontalieri che per definizione non sono dei veri immigrati. I cantoni vorrebbero poter fissare autonomamente il numero massimo di frontalieri, perché conoscono meglio le esigenze del mercato del lavoro locale e di conseguenza anche per poter proteggere salari e condizioni di lavoro.

L’articolo 121a la Costituzione federale, dopo il voto di popolo e Cantoni, stabilisce però che “i tetti massimi annuali e i contingenti annuali per gli stranieri (…) devono comprendere anche i frontalieri”. Un aspetto certo non trascurabile.

Da ultimo, i Cantoni sono pienamente d’accordo col governo federale sulla necessità, in collaborazione con gli ambienti economici, di rafforzare le misure volte a sfruttare al massimo la manodopera residente.

red/ats

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