Il giudice dei provvedimenti coercitivi ha confermato gli arresti dei sei cittadini italiani fermati venerdì scorso a Castelrotto. Il gruppo, penetrato in Svizzera attraverso un valico non presidiato con lo scopo di rapinare un furgone portavalori, dovrà rimanere dietro le sbarre almeno per i prossimi tre mesi.
I membri del sestetto (un 41enne e un 25enne residenti in provincia di Varese e un 50enne, un 47enne, un 46enne e un 42enne residenti in provincia di Milano) sono accusati di atti preparatori di rapina. Reato che, secondo il codice penale svizzero, può valere fino a cinque anni di prigione.
Il fermo dei sei malviventi è stato reso possibile dal lavoro congiunto delle autorità italiane e svizzere. Nell’ambito dell’operazione, scrive la polizia cantonale, sono state sequestrati un furgone e due vetture, un mitra e una pistola semiautomatica nonché un jammer: strumento utilizzato per impedire ai cellulari di trasmettere o ricevere onde radio ed in grado di impedire il funzionamento di sistemi GPS. L’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Nicola Respini.
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