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Una strategia contro i trasporti interni abusivi

Sono in crescita le segnalazioni di autocarri con targhe straniere, soprattutto italiane, che effettuano illegalmente trasporti interni alla Svizzera. Per legge, solo i camion immatricolati nel Paese possono trasportare materiali e inerti all’interno dei confini nazionali. Il Consiglio di Stato (governo) ticinese annuncia l’adozione di misure per lottare contro gli abusi in questo settore.

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Si chiama ‘cabotaggio illegale’. Il trasporti di merci e materiali all’interno del territorio doganale svizzero, a opera di mezzi immatricolati all’estero, è un fenomeno che si sta diffondendo in maniera così preoccupante da spingere il Dipartimento del Territorio del canton Ticino a elaborare una strategia: saranno intensificati i controlli, soprattutto in corrispondenza di dogane e discariche.

Per gli autotrasportatori svizzeri, le perdite ammontano a centinaia di migliaia di franchi l’anno. Ma come funziona il raggiro?

I camion -spiega Waldo Bernasconi, presidente dell’Associazione svizzera trasportatori stradali ASTAG- entrano in Svizzera carichi di materiale per l’edilizia, carburanti o altro. Una volta consegnata la merce conformemente alla dichiarazione doganale, anziché rientrare nel loro Paese effettuano uno o più trasporti all’interno dei confini elvetici, ad esempio sgomberi di inerti diretti alla discarica, trasporti verso il cantiere di altre materiale, ma anche viaggi oltre San Gottardo con altre merci.

Sono proprio gli inerti, il settore nel quale si verificano più abusi. Per questo i gestori di discariche dovranno segnalare i casi sospetti.

Un fenomeno che non riguarda più soltanto padroncini e distaccati provenienti dall’Italia. “A causa della differenza di salari con l’Europa dell’est”, rileva Bernasconi, “il fenomeno si intensifica”. Chi specula, lo fa in particolare sugli autotrasportatori di Romania e Bulgaria, che percepiscono salari anche inferiori ai 500 euro mensili.


 

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