Microplastiche, anche il Ceresio è inquinato
Uno studioLink esterno condotto sul Lago di Lugano conferma la presenza di microplastiche nei bacini d'acqua dolce a sud delle Alpi. Un nemico poco visibile la cui concentrazione, secondo le conoscenze attuali, non è preoccupante. Ma che è raccomandabile tener d'occhio, adattando anche i comportamenti individuali.
Sono piccoli agenti inquinanti. Le microplastiche sono comprese, per definizione, tra 0,3 e 5 millimetri. Provengono da ogni genere di attività umana, dal frequente lavaggio di capi d'abbigliamento (che contengono fibre sintetiche) all'uso di cosmetici con effetto abrasivo, passando per l'uso della pellicola in cucina.
Già rilevate nel Lago Maggiore, emergono ora in misura di oltre 200'000 particelle per chilometro quadrato sulla superficie del Ceresio, rastrellata tra marzo e maggio. Un dato superiore ai principali bacini della Svizzera tranne il Lemano, che presenta concentrazioni simili.
Per ora, dicono gli esperti e le autorità, i paragoni non sono attendibili. Ma non significa che non ci sia di che inquietarsi: le indagini sono solo agli inizi, e le conoscenze sull'impatto delle microplastiche -ad esempio l'effetto dell'ingestione da parte degli esseri viventi- ancora poche.
Nel servizioLink esterno del QuotidianoLink esterno [video sopra], le osservazioni di Claudio Zali, direttore del Dipartimento del Territorio del Canton Ticino, Luiz Felipe de Alencastro, già direttore del Laboratorio dell'ambiente al Politecnico di Losanna e Urs Luechinger, presidente della Federazione ticinese acquicoltura e pesca.
In studio, interviene Nicola Solcà, capo Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo del Canton Ticino.
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