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Quella cripto start-up “russa” a Zugo

due persone su una cabinovia
Vladimir Potanin (sulla sinistra) nel 2014 assieme all'allora presidente russo Dimitri Medvedev a Sochi. Keystone / Mikhail Klimentyev

Non tutti gli oligarchi sono sanzionati: uno di questi è Vladimir Potanin che continua nel suo business indisturbato con progetti nelle valute digitali in Svizzera.

Vladimir Potanin è il terzo uomo più ricco di Russia. Ha un patrimonio stimato di 26 miliardi di dollari, viene anche chiamato il re del nichel; di sua proprietà, infatti, la ditta di materie prime Nornickel, attiva da tempo anche in Svizzera a Zugo.

È un pezzo da novanta degli oligarchi russi che hanno fatto fortuna con la caduta del muro di Berlino, è stato anche ex vicepremier di Boris Eltsin. Ed ora è uno degli uomini più fidati di Vladimir Putin.

Nonostante questo, Potanin non figura nell’elenco delle sanzioni, né in Svizzera né in Europa e neppure negli Stati Uniti, ci spiega la specialista di Russia e di materie prime Agathe Duparc, ricercatrice presso l’ONG ginevrina Public Eye: “Potanin non è sanzionato da nessuna parte, salvo nel Regno Unito da quest’estate, e dall’inizio della guerra in Canada e Australia. Ma siccome non vende i suoi prodotti in quei paesi le sanzioni non hanno alcun effetto. I suoi clienti sono principalmente in Europa, dove ha il 50% di clienti e 20% negli USA. Questi Paesi avrebbero grosse difficoltà senza le materie prime di Potanin, il nichel e il palladio, ad esempio, che sono fondamentali oggi per le auto elettriche, per l’elettronica in generale. Dunque, per il momento non è in questione di metterlo sotto sanzione. Che è qualcosa comunque di incredibile”.

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Due miliardi di multa

Troppi, dunque, gli interessi in gioco per sanzionare Potanin. La sua azienda è la più grande produttrice di nichel al mondo. Una azienda molto controversa, infatti era stata multata per due miliardi di dollari nel 2021 per una fuoriuscita di petrolio nell’artico.

All’epoca anche Putin aveva chiesto a Potanin di ripulire il danno ambientale enorme. “Nonostante tutto non viene sfiorata dalle sanzioni – ci spiega ancora Agathe Duparc – A partire dall’inizio della guerra metterlo sotto sanzione non è mai entrato in considerazione. Forse lo sarà. Certo, ma lui come ha ammesso in una recente intervista alla tv russa sta già pianificando un piano B e il piano B che sta preparando è diversificare le sue attività verso l’Asia”.

Quella start-up attiva nelle criptovalute di Zugo

Ma Potatin si era anche diversificato in Svizzera. Qualche anno fa a Zugo ha aperto anche una start up attiva nella blockchain. Un progetto che dovrebbe portare il commercio di materie prime nel mondo delle criptovalute. E sebbene alcune indiscrezioni di stampa abbiano fatto emergere che certe società associate abbiano sospeso la cooperazione, come i colossi delle materie prime Trafigura e Glencore, la start up è ancora attiva.

“Mentre stiamo cercando di rivoluzionare il commercio di beni fisici, compresi i metalli, l’attuale ambiente geopolitico ha creato alcune sfide per l’intero settore”, ci dice il servizio stampa di Eternyze, questo il nome della società. “Tuttavia, la nostra attività continua a svilupparsi in modo positivo. Stiamo attirando un ampio interesse per il nostro modello di business. Pertanto, non trattiamo con parti o prodotti sanzionati. Non vogliamo commentare gli altri articoli, tuttavia, come azienda in via di sviluppo, non abbiamo riscontrato alcuna mancanza di interesse o impegno da parte degli attori del settore”.

“Come vedete la sua attività continua senza problemi, commenta Duparc, il progetto è quello di mettere i guadagni sotto forma di criptovaluta, l’azienda fa tutto da Zugo come se nulla fosse. La guerra in Ucraina non sembra avere avuto nessuna incidenza sui loro affari”.

“Ipocrisia dell’Occidente”

Ma Potanin non è il solo oligarca a non essere sanzionato in Occidente. “È sicuramente un’ipocrisia da parte della Svizzera – conclude la specialista – da una parte si allinea alle sanzioni naturalmente era obbligata per l’orrore della situazione. E allo stesso tempo non riesce ad andare davvero fino in fondo”.

Non è detto che altri oligarchi saranno sanzionati in futuro, ma per ora all’orizzonte il cielo per loro sembra essere sereno.

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