Quando la solidarietà si ferma in dogana
Decine di quintali di materiale donato all'Emilia Romagna sono in attesa di partire dal canton Ticino verso le zone colpite dalle alluvioni. Per ora, però, tutto rimane dov'è a causa di una burocrazia complicata.
Diverse associazioni ticinesi si sono organizzate negli scorsi giorni per raccogliere aiuti per l'Emilia Romagna dopo le devastanti alluvioni che l'hanno colpita. Quintali e quintali di materiale (per un valore di 75'000 franchi, stando a quanto comunicato dalle diverse organizzazioni che si sono occupate della raccolta) che però non ha ancora potuto essere consegnato a causa di complicazioni burocratiche.
Cibo, acqua, attrezzi (badili, carriole, stivali, …) che alla dogana italiana si scontrano con il rifiuto di riconoscere a questo materiale agevolazioni particolari, nonostante la situazione di emergenza. Questo perché la Commissione europea non ha ancora preso nessuna decisione in merito. Sdoganamento, IVA, dazi per diverse migliaia di franchi. Il blocco, come spiegano le dogane elvetiche ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana, arriva da parte italiana. Per la Svizzera non ci sono problemi a esportare questi articoli.
La solidarietà esterna ai canali istituzionali si scontra insomma con la burocrazia. Le associazioni chiedono ora un lasciapassare per poter inviare in Italia almeno quanto raccolto finora. Intanto hanno smesso di raccogliere donazioni, in attesa di uno sblocco della situazione.
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