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Il futuro del trasporto merci passa sottoterra

veicolo automatico
È questo tipo di veicolo (nell'immagine un'illustrazione computerizzata) che dovrebbe trasportare le merci sotto l'Altopiano svizzero. Keystone

Costruire una "metropolitana delle merci" sotto l'Altopiano svizzero: è l'ambizioso obiettivo del progetto "Cargo Sous Terrain". Una tappa verso la realizzazione di questa idea avveniristica è stata superata il 28 ottobre. Il Governo svizzero ha infatti presentato un progetto di legge che getta le basi per la sua realizzazione.

In un futuro non così lontano parte delle merci trasportate oggi su strada o rotaia potrebbero viaggiare sottoterra da Ginevra a San Gallo e da Basilea a Zurigo, su veicoli elettrici autonomi. Il condizionale è naturalmente d’obbligo, viste le numerose incognite con cui rischia di essere confrontato il progetto “Cargo Sous Terrain” (CST). Tuttavia, questa idea può contare sul sostegno del Governo federale e di numerosi pesi massimi dell’economia svizzera. Tra gli azionisti di CST figurano infatti FFS Cargo, Swisscom, Implenia, Coop, Migros…

Il progetto svizzero non è un caso isolato. In altri paesi si stanno infatti studiando soluzioni simili. Quello elvetico, però, “è unico nel suo genere, in quanto è completamente finanziato da privati ed è stato pianificato insieme ai futuri utenti”, spiega Antonia CornaroCollegamento esterno, professore al Politecnico di Zurigo e specialista di sistemi sotterranei. “Sarà anche un sistema multifunzionale, il che rende molto più economico il suo funzionamento. Il trasporto merci sarà abbinato, tra l’altro, a quello dei pacchi della posta e alle linee di telecomunicazione di Swisscom. Sarà inoltre in funzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e non vi saranno quindi tempi di inattività”.

Gli studi per sviluppare sistemi logistici sotterranei sono in corso da una ventina d’anni. In Cina, poco più di un anno fa il gigante del commercio online JD.com ha lanciato un nuovo istituto di ricerca sulla logistica urbana, il cui primo obiettivo è di elaborare soluzioni per il trasporto sotterraneo di merci.

In diversi Paesi europei, delle aziende stanno sviluppando progetti simili a quello svizzero: il Tube Cargo Express nei Paesi Bassi, il CargoCap in Germania o ancora il MoleSolutions in Gran Bretagna. Tutte queste iniziative sono però ancora allo stato germinale.

In Italia si lavora invece sul progetto Pipenet, un’evoluzione della posta pneumatica che dovrebbe permettere di far viaggiare merce ad alta velocità (si parla di 1’500 km/h) in un condotto di tubi grazie a un campo magnetico. In questo caso, i colli sarebbero spediti in contenitori più piccoli rispetto a quelli dei progetti menzionati sopra.

Il progetto legislativoCollegamento esterno trasmesso mercoledì dal Governo svizzero al Parlamento rappresenta un primo importante passo in quella che sarà sicuramente una maratona. Il disegno di legge garantisce, tra le altre cose, il principio di non discriminazione: i servizi offerti saranno accessibili a tutti i clienti. Nello stesso tempo, viene esclusa la realizzazione di diversi sistemi paralleli di trasporto merci sotterraneo. Il progetto stipula inoltre che “il capitale dei proprietari e dei gestori degli impianti nonché i diritti di voto direttamente o indirettamente connessi ad esso devono appartenere in maggioranza a persone svizzere”

Finanziamento privato e svizzero

Un’esigenza volta ad evitare che al progetto CST – anche se non è detto a chiare lettere – si interessino troppo da vicino aziende cinesi. Lo scorso marzo, il Parlamento aveva accettato quella che è stata definita la “Lex Cina”, ovvero una mozione che propone di creare “basi legali per il controllo degli investimenti diretti dall’estero in aziende svizzere”. E appena due mesi fa, la CST ha rinunciato agli investimenti del gigante cinese Dagong.

Se il Governo svizzero non vuole che l’azionariato sia maggioritariamente straniero, non intende altresì partecipare al finanziamento del progetto, poiché “non può e non vuole intervenire indiscriminatamente nel mercato del traffico merci”.

Per la realizzazione dell’intera rete, che si estenderà complessivamente per circa 500 km e che dovrebbe nelle intenzioni dei promotori essere completata verso il 2045, la CST prevede costi per circa 30-35 miliardi di franchi. A titolo di paragone, Alptransit – con le gallerie ferroviarie di base del San Gottardo, del Lötschberg e del Monte Ceneri – è costata circa 22 miliardi.

Il gioco vale però la candela, ritiene Antonia Cornaro: “Il traffico merci registra una crescita enorme, che non può più essere gestita con i mezzi convenzionali, ovvero strada e ferrovia. L’analisi della redditività ha inoltre dimostrato che il sistema è finanziariamente vantaggioso per gli utenti, altrimenti non investirebbero”.

Quella finanziaria sarà però solo una delle innumerevoli sfide con cui sarà confrontato il progetto. Per simili infrastrutture non è per nulla inabituale che il preventivo sia facilmente superato, senza poi contare tutte le incognite a livello geologico ed ambientale, nonché le lunghe procedure coi comuni e i proprietari privati.

Prima tappa, una galleria tra Härkingen e Zurigo

Ma vediamo più in dettaglio in cosa consiste questa “metropolitana delle merci”.

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L’obiettivo della CST è di costruire in un primo tempo una tratta tra Härkingen, regione dove si trovano numerosi centri di smistamento, e Zurigo. Di una lunghezza di 67 km, questa galleria correrà a una profondità compresa tra 20 e 100 metri, disporrà di circa dieci impianti di trasbordo e costerà, secondo le previsioni della CST, circa 3,4 miliardi di franchi. La sua messa in esercizio dovrebbe avvenire attorno al 2030.

In un secondo tempo, se l’esperienza si rivelerà fruttuosa, la rete sarà ampliata gradualmente sull’asse est-ovest, da Ginevra a San Gallo, integrando anche le città di Basilea, Lucerna e Thun “in una rete che copre i principali flussi di merci in Svizzera”, scrive il Governo nel suo messaggio.

cartina svizzera
La rete di Cargo Sous Terrain dovrebbe estendersi su tutto l’Altopiano. Il primo obiettivo è però di costruire una tratta tra Härkingen e Zurigo. cst.ch

La galleria disporrà di tre corsie: una per ogni senso di marcia, più una terza di servizio in posizione centrale per gli interventi di manutenzione.

Veicoli autonomi ed elettrici

Per trasportare le merci saranno utilizzati veicoli su ruote autonomi a propulsione elettrica, che viaggeranno a una velocità costante di 30 km/h e sui quali potranno essere caricate fino a due palette di carico. Se necessario, i contenitori potranno anche essere refrigerati. Il sistema prevede, nella parte superiore della galleria, anche un trasportatore sospeso che scorrerà a velocità doppia per il trasporto rapido di piccoli colli o di quantità minime di merci.

Oltre a sgravare le reti stradali e ferroviarie, il progetto dovrebbe anche avere un bilancio ecologico favorevole. Stando a un’analisi commissionata dalla CST, la “metropolitana” (incluso il trasporto fino agli impianti di trasbordo e la distribuzione) permetterebbe di ridurre di quasi la metà le emissioni di CO2 rispetto alla situazione attuale, con un mix del 90% di trasporti su strada e del 10% su rotaia.

Tra il 2000 e il 2018 il trasporto di merci su strada e rotaia ha registrato una crescita praticamente continua: le tonnellate-km (unità di misura che si applica al trasporto merci e che combina il numero di tonnellate trasportate e la distanza) sono cresciute del 19% a 27,9 miliardi.

Una crescita che, secondo le previsioniCollegamento esterno dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), è destinata a proseguire. “Il volume annuo del traffico su strada e ferrovia passerà da 407 milioni di tonnellate nel 2010 a 516 milioni di tonnellate nel 2030, mentre nello stesso periodo le prestazioni di trasporto passeranno da 27 a 33 miliardi di tonnellate/chilometri l’anno”, si legge nel messaggioCollegamento esterno del Governo pubblicato mercoledì.

Vista la pressione sulle infrastrutture stradali e ferroviari già esistenti e la difficoltà nel costruirne di nuove, soprattutto in un contesto già fortemente urbanizzato come quello dell’Altopiano, devono essere trovate soluzioni alternative. Il progetto Cargo Sous Terrain è una di queste.

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