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Permessi falsi, due condanne in Ticino

Permesso in un cassetto
Al funzionario venivano pagati 800 franchi per creare un falso permesso. © Keystone / Christian Beutler

La corte delle Assise correzionali di Bellinzona ha condannato due dei protagonisti della vicenda dei permessi falsi che ha fatto molto discutere in Ticino.

Uno dei condannati era un funzionario statale, oggi 32enne, che lavorava presso l’Ufficio cantonale della migrazione. Per quasi due anni, fino al 2015, ha falsificato e rilasciato permessi di soggiorno dietro compenso.

L’altra persona è un 31enne che pagava questi documenti 800 franchi l’uno. Un sistema a cui ha iniziato a partecipare al posto del fratello che era finito in carcere per altri reati ed è ora in attesa di giudizio.

Secondo le ricostruzioni della procura, Il funzionario utilizzava dei profili compatibili con autorizzazioni già rilasciate, oppure giacenti, sulla quale applicava le foto fornitegli dal complice.

In totale sono stati allestiti e rilasciati una ventina di permessi falsi, soprattutto a cittadini kosovari. Queste accuse, falsità in documenti e corruzione, sono state ammesse dai due imputati.

Il guadagno illecito frutto dalla vendita dei permessi, 12’000 franchi inviati in Kosovo dal 31enne, è valsa la condanna anche per riciclaggio di denaro.

I due sono stati condannati a una pena pecuniaria sospesa con la condizionale: 8’100 franchi per il funzionario, 6’000 per l’altro imputato.

Deve ancora concludersi il processo al presunto ideatore del crimine, un imprenditore arrestato l’estate scorsa poiché si presume sia coinvolto in due tentati furti al bancomat di Sant’Antonino. Nell’ambito della vicenda dei permessi falsi dovrà rispondere del più grave reato di tratta di esseri umani.

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tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 07.07.2020)

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