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Procedura disciplinare contro il Procuratore generale

Sotto pressione da settimane in merito alla vicenda di corruzione in seno alla FIFA, il procuratore generale della Confederazione, Michael Lauber, sebbene sia aperta un'inchiesta disciplinare nei suoi confronti, ha annunciato venerdì davanti ai media che rimarrà al suo posto. Spetterà poi al Parlamento in giugno confermarlo (o meno) per i prossimi 4 anni.

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Sono deluso e scosso dall’avvio di un’inchiesta disciplinare ma ho sempre detto la verità e intendo ripresentarmi per un nuovo mandato. Lo ha detto venerdì ai media il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber.

Da settimane è sotto pressione per un incontro avuto col presidente della FIFA, Gianni Infantino, di cui sostiene di non ricordarsi. In merito alla vicenda di corruzione in seno alla FIFA, l’Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione intende fare chiarezza sugli incontri – tre in tutto – avuti negli anni scorsi da Lauber col presidente della Federazione internazionale di calcio.

L’inchiesta disciplinare sarà affidata a uno specialista esterno, il cui nome sarà comunicato più tardi, per garantire un procedimento equo e obiettivo. La procedura servirà ad acclarare l’eventuale violazione dei doveri d’ufficio da parte del procuratore generale. L’apertura dell’inchiesta, precisa una nota odierna diffusa dall’Autorità di vigilanza non comporta alcun pregiudizio in merito al suo esito.

Vicenda “assurda”

Lauber ha giudicato “assurdo” tutto quanto accaduto nelle ultime cinque settimane, specie nei media, in merito alle speculazioni attorno alla sua persona e al suo modo di operare, “come se avesse qualcosa da nascondere”.

A suo parere, quanto sta accadendo rappresenta un attacco frontale alla sua persona e al Ministero pubblico, compresi gli oltre 200 collaboratori impiegati, che egli si sente in dovere di difendere. Di fronte a questa situazione, Lauber ha ritenuto suo dovere spiegare il suo punto di vista sulla vicenda, ripetendo più volte di aver non aver mai mentito, insomma di non aver mai voluto scientemente nascondere alcunché.

Mai preso soldi

Interrogato sui parallelismi fatti da alcuni media romandi col caso Pierre Maudet, il consigliere di stato ginevrino sospettato di aver accettato vantaggi dall’emiro del Qatar, Lauber ha giudicato “assurdo” questo paragone. “Non ho mai avuto nulla a che fare col calcio, né ho mai preso soldi da chicchessia”, ha replicato.

Fiducia nelle istituzioni

Per quanto attiene al suo futuro, Lauber ha ribadito quanto dichiarato qualche giorno fa a radio SRF, ossia di voler mantenere la sua candidatura per un altro mandato di quattro anni, su cui il Parlamento sarà chiamato ad esprimersi durante la sessione estiva.

Lunedì dovrà vedere i membri delle commissioni della gestione e mercoledì dovrà affrontare la Commissione giudiziaria dell’Assemblea federale, la quale dovrà esprimere una raccomandazione ai deputati.

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