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Prima a Milano per il fotografo svizzero Kurt Ammann

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Questo contenuto è stato pubblicato il 20 marzo 2017 - 10:53

Fellini, Chagall, Kokoschka ma anche persone semplici: attraverso l’obiettivo di Kurt Ammann, una mostra organizzata a Milano ritraccia la rinascita di una società che si riprende dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale.

Organizzata dalla 29 Arts in Progress GalleryLink esterno, l’esposizione presenta 30 scatti realizzati dal fotografo svizzero in un ventennio, tra la fine degli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta.

Classe 1925, Ammann ha iniziato la sua carriera proprio dopo la fine del secondo conflitto. Una carriera che lo ha portato a viaggiare un po’ in tutto il mondo, anche come fotografo ufficiale delle Nazioni Unite.

"Giovane, giovanissimo, si lascia travolgere dalla fotografia, scrive il curatore della mostra Giovanni Pelloso. Nei decenni successivi le sue immagini racconteranno la vita e le culture del vecchio continente, dell’Oriente e del Sud America. Lui, pellegrino legato al bianco e nero, ha avuto la capacità di restituire l’immediatezza e la spontaneità del momento, rendendoci partecipi del suo stupore”.

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