Il Consiglio nazionale ha deciso giovedì mattina di reintrodurre i test anti-Covid gratuiti per tutti (anche per gli asintomatici, quindi). L’unico partito a opporsi q questa proposta è stato il Partito liberal-radicale (PLR). L’ultima parola spetta ora al Consiglio degli Stati.
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I primi a chiederlo sono invece stati gli esponenti dell’Unione democratica di centro (UDC). Le ragioni? Evitare le discriminazioni tra vaccinati e non vaccinati.
Gli oppositori al ritorno alla gratuità (il PLR compatto e i Verdi liberali in parte) lo hanno fatto per motici di principio e finanziari: “È come fumare: ognuno è libero di fumare o no. È una libertà individuale. Ma la Confederazione non è tenuta a finanziare i pacchetti di sigarette di quelli che fanno la cattiva scelta. Non vaccinarsi è una cattiva scelta”, ha dichiarato il consigliere nazionale PLR vallesano Philippe Nantermod.
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“Tre quarti dei contribuenti finanziano i costi (che sono di 20 volte superiori alla vaccinazione) di chi si fa testare. Questa non è parità di trattamento”, ha dal canto suo sottolineato il suo collega di partito sangallese Marcel Dobler.
L’aspetto finanziario è stato sollevato anche dal consigliere federale Alain Berset: secondo lui i test gratuiti per tutti rischiano di sovraccaricare i laboratori e di causare problemi alla strategia del Consiglio federale.
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