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Vita e paure all’ombra di un ghiacciaio pensile

Due case e una cascina in legno viste dal basso, in un villaggio prossimi a ripidi pendii e alte vette.
Qui la popolazione è piuttosto abituata e istruita a convivere con i pericoli naturali. RSI-SWI

Il ghiacciaio pensile del Weisshorn sta tenendo in ansia gli abitanti di Randa, nel Canton Vallese, un villaggio circondato da alte vette e pareti ripidissime. L'accumulo si sposta verso valle di 5-10 centimetri al giorno, ma di recente ha accelerato e per gli esperti potrebbe sgretolarsi e causare una valanga in grado di raggiungere l'abitato.

“Verso fine novembre-inizio dicembre, grazie alle telecamere fisse, abbiamo notato che le fessure nel ghiaccio si aprono sempre di più e sempre più in fretta”, avverte la ricercatrice Evelyn Zenklusen.

Un nuovo sistema di radar veglia sul ghiacciaio, poiché quello già installato -che monitora i crolli e le valanghe e in tempo reale fa aprire o chiudere la strada e la ferrovia sottostanti- non può gestire la minaccia che arriva fino alle zone abitabili: “evacuarle in un paio di minuti non sarebbe possibile”, spiega il direttore dell’azienda Geopraevent Lorenz Meier. Il nuovo radar temporaneamente a disposizione può invece prevedere certi eventi con diversi giorni d’anticipo.

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Randa è a 3 chilometri di distanza dal Weisshorn. Qui, la popolazione è piuttosto abituata -e istruita- a convivere con i pericoli naturali.

“Nel caso in cui dovesse verificarsi una valanga di polvere, anche i bambini saprebbero cosa fare”, assicura il sindaco Daniel Roten. “Certe cose qui si imparano molto presto e dunque si impara ad avere rispetto del pericolo.”

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La peggiore catastrofe risale al 1636: persero la vita 36 abitanti di Randa. Nel 1819, dopo uno dei sei crolli che si sono susseguiti, il paese è stato spostato più a valle. Di recente, in cima al Weisshorn si sono staccati circa 50’000 metri cubi di ghiaccio.

Ma è la natura dei ghiacciai pensili, osserva Zenklusen. “Stanno molto in alto e raccolgono massa, finché il peso diventa insopportabile e una parte crolla. È un circolo vizioso, che si ripete di continuo”.

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