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Per Giorgia Meloni è fatta: sarà lei alla testa del prossimo Governo

Sergio Mattarella stringe la mano a Giorgia Meloni
A 45 anni Giorgia Meloni diventa la prima donna in Italia a ricoprire l'incarico di presidente del Consiglio. Keystone / Paolo Giandotti Handout

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l'incarico alla leader di Fratelli d'Italia di formare il nuovo Governo, che presterà giuramento sabato. 

Dopo consultazioni lampo durate poco più di dieci minuti venerdì mattina al Quirinale tra i leader della coalizione di destra e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel pomeriggio Giorgia Meloni è salita al Colle, dove ha ottenuto dal capo dello Stato l’incarico di formare il nuovo Governo.

Il colloquio si è protratto per poco più di un’ora. Il nuovo Governo presterà giuramento sabato alle 10:00. “È stato necessario procedere velocemente anche in considerazione delle condizioni interne e internazionali che esigono un Governo nella pienezza dei suoi compiti”, ha dichiarato Mattarella.

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Per la composizione del nuovo Esecutivo, la leader di Fratelli d’Italia ha voluto lanciare un messaggio di una certa continuità ai partner occidentali e in particolare europei, nominando Giancarlo Giorgetti, esponente dell’ala moderata della Lega e già ministro del Governo uscente di Mario Draghi, alla testa del Ministero dell’Economia. L’ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, membro di Forza Italia, prenderà invece la direzione degli Affari esteri e sarà inoltre vicepremier.

L’altro vicepremier sarà Matteo Salvini, che guiderà il Ministero delle Infrastrutture. Il nuovo ministro dell’Interno è invece il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, mentre alla Giustizia ci sarà Carlo Nordio. Guido Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, sarà dal canto suo responsabile della Difesa.

Da notare che, oltre ad avere per la prima volta un Governo guidato da una donna, gli italiani e le italiane dovranno anche abituarsi ad alcune nuove denominazioni dei vari ministeri.

Il tradizionale Mise sarà il Ministero delle “imprese e del made in Italy”. Quello delle Politiche agricole si chiamerà anche della “sovranità alimentare” e quello dell’Istruzione, sarà pure “del merito”. Il Ministero della Transizione ecologica e Ambiente sarà anche della “sicurezza energetica”, a quello degli Affari europei si aggiungeranno le “politiche di coesione territoriale e del Pnrr”, mentre quello del Sud diventerà anche del mare. Infine, il Ministero delle Famiglie e delle Pari opportunità si chiamerà anche della “natalità”.

Tenere unita la coalizione

In un momento in cui la terza economia dell’eurozona, come i suoi vicini, sta affrontando una situazione economica difficile a causa della crisi energetica e dell’inflazione, il compito di Giorgia Meloni e del suo Governo sarà sicuramente difficile, non da ultimo anche perché dovrà garantire l’unità della sua coalizione, che ha mostrato qualche crepa.

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno ostentato qualche riluttanza nell’accettare l’autorità di Giorgia Meloni, il cui partito ha ottenuto il 26% dei voti alle elezioni del 25 settembre, contro il 9% delle Lega e l’8% di Forza Italia.

Oltre ad attriti per la distribuzione dei posti nel futuro Governo, Giorgia Meloni ha dovuto richiamare all’ordine Berlusconi dopo le sue dichiarazioni a favore di Vladimir Putin.

Un’uscita, quella dell’ultraottantenne leader di Forza Italia, particolarmente infelice in un contesto in cui la coalizione di destra che si appresta a prendere il potere nel Paese è tenuta sotto stretta osservazione dalle cancellerie occidentali. Giorgia Meloni ha così dovuto ribadire mercoledì la sua posizione, affermando che l’Italia è pienamente parte dell’Europa e della Nato”.

Sfide immense

Dopo la cerimonia di giuramento in programma sabato, la nuova presidente del Consiglio e la sua squadra saranno chiamati ad affrontare le numerose sfide con cui è confrontato il Paese, a partire dall’inflazione, che in settembre è aumentata dell’8,9% su base annua e con l’Italia che rischia di entrare in recessione tecnica il prossimo anno.

I margini di manovra sono però limitati, visto l’enorme debito, che rappresenta il 150% del prodotto interno lordo, il più alto della zona euro dopo la Grecia. Una boccata d’ossigeno dovrebbe però venire dai quasi 200 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti del Fondo europeo per la ripresa.

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