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Per Berna va aumentata la quota di immunizzati

Solo il 53% di immunizzati in Svizzera, molti meno che in Francia, Italia e Germania. Keystone / Peter Klaunzer

La situazione della pandemia in Svizzera resta "in una certa misura" preoccupante, secondo quanto ha riferito martedì la commissione federale Covid-19 nel consueto incontro settimanale con i media.

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 settembre 2021
tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS

I casi di coronavirus sono stabili ma a livelli elevati e nelle terapie intensive la situazione rimane problematica. Concetti ripetuti più volte nelle ultime settimane ma che vengono puntualmente confermati dai dati sull'epidemia che affluiscono dai cantoni.  

A preoccupare è in particolare l'arrivo della stagione fredda, ha detto il responsabile della sezione crisi dell'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) Patrick Mathys, che ha tracciato un quadro dell'attuale situazione epidemiologica: il numero di casi giornalieri è stabile tra i 2'000 e i 3'000 e riguardano soprattutto la popolazione mobile. Tre quarti delle persone ricoverate hanno più di 40 anni e l'80% delle unità di terapia intensiva sono occupate, un terzo delle quali da persone infettate dal coronavirus. 

In questo contesto la vaccinazione contro il Covid-19 resta, a giudizio di Berna, un importante mezzo per limitare la diffusione del virus ma la quota di immunizzati in Svizzera, attorno al 53%, è inferiore al 70-80% che si registra nei paesi vicini (Francia, Italia e Germania).

Anche se le iniezioni dei preparati di Moderna e Pfizer hanno ripreso ad aumentare (in media 27'000 al giorno) rispetto alle settimane scorse, il tasso di copertura della popolazione è ancora troppo basso per poter scongiurare ulteriori ondate pandemiche, ha evidenziato Patrick Mathys.

Per questi motivi l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) intende promuovere campagne mirate sui giovani, una categoria che finora non sembra essere molto interessata al programma di immunizzazione, e sulle donne incinte a partire dalla 12esima settimana, che secondo recenti indagini sono esposte al rischio di decorsi gravi della malattia.

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Su 150'000 donne incinte vaccinate negli Stati Uniti non sono mai state osservate gravi conseguenze, ha precisato in proposito Christoph Berger (Commissione federale vaccinazioni), aggiungendo che una raccomandazione in tal senso per le madri in dolce attesa esiste anche in altri Paesi.

Se la Svizzera vuole seguire l'esempio della Danimarca, che ha revocato tutte le misure di protezione contro il coronavirus, ha poi rilevato Patrick Mathys, va incrementata la quota di immunizzati, in particolare aumentato tra i più giovani che sono la fascia della popolazione in cui il virus circola maggiormente (attualmente il 40% dei ragazzi tra i 10 e i 19 anni di età ha già ricevuto la prima dose).

E proprio a loro è dedicata la nuova campagna di sensibilizzazione dell'Ufficio federale di sanità pubblica, che non ha mancato però di suscitare qualche discussione, come riferisce il servizio del Tg che segue.

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