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Undici Guardie svizzere positive al coronavirus

Guardie svizzere in Vaticano disposte su due ranghi, ritratte dall armatura in giù.
Un esercito di 160 effettivi, di cui 11 in isolamento. Keystone / Riccardo Antimiani

Tra le Guardie svizzere al servizio del Papa si contano 11 casi di Covid-19. Nelle verifiche effettuate tra lunedì e giovedì, sono emersi 7 nuovi positivi al coronavirus oltre ai 4 riscontrati lo scorso fine settimana. I contagiati sono stati posti in regime di isolamento e, mentre si procede a ulteriori controlli, la pianificazione dei servizi è stata adattata "per escludere ogni rischio di contagio", rende noto la stessa Guardia Svizzera Pontificia.

Da qualche giorno, il Vaticano è ufficialmente non più ‘Covid-free’. I primi contagi tra le Guardie si aggiungono in realtà a tre positivi riscontrati nelle ultime settimane tra residenti e cittadini del piccolo Stato, “tutti con sintomi lievi e per i quali sono state osservate tutte le necessarie misure di isolamento presso la propria abitazione e verifica delle persone coinvolte”, riferiva lunedì il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni.

Isolato è anche il quartier generale dell’esercito più piccolo del mondo, chiamato tuttavia a presidiare tutti i luoghi d’accesso a Città del Vaticano, dove già dalla scorsa settimana il Governatorato ha varato prescrizioni anti-contagio più stringenti, a partire dall’obbligo di mascherina sia al chiuso sia all’aperto -come avviene in Italia- che vale anche per le Guardie svizzere in servizio

Le misure anti-Covid

Mentre nelle udienze si osserva il distanziamento sociale, i dispenser con gel idroalcolico sono disseminati un po’ ovunque e sono aumentati anche i test: è attraverso questi che sono emerse le prime positività.

Il Covid incide ormai anche sulle modalità di incontro e riunione di Papa Francesco, che non indossa la mascherina ma è costantemente monitorato -come più volte ribadito dal Vaticano- attraverso test sierologici e tamponi.

Meno strette di mano

Mercoledì, prima dell’udienza generale, il pontefice non si è soffermato nei saluti a tu per tu con i fedeli presenti come è solito fare: una scelta suggerita appunto dalla necessità di evitare assembramenti e contatti troppo ravvicinati.

Mentre martedì si è tenuta la prima riunione online del C6, il consiglio dei cardinali che sostiene il Papa nella riforma della Curia. Il consesso non si riuniva da febbraio a causa della pandemia poiché i prelati vivono nelle rispettive diocesi.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 15.10.2020)

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