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Neuchâtel, ristoratori in piazza contro le restrizioni

Piazza piena
Ora chiusi, prima obbligati a garantire un tracciamento (a differenza di altri servizi, come i supermercati), i gerenti di bar e ristoranti si sentono discriminati. Keystone / Martial Trezzini

I ristoratori del cantone Neuchâtel hanno protestato sabato contro la possibile estensione della chiusura di bar e ristoranti fino alla fine di febbraio.

Alla protesta erano presenti tra le 500 e le 600 persone. I manifestanti, che dovevano portare una mascherina sanitaria, avevano ottenuto l’autorizzazione delle autorità. Il tutto si è svolto nella calma. Rappresentanti di partiti politici e dei settori della cultura e dello sport si sono uniti all’iniziativa.

Un gruppo Facebook chiamato “Ristoratori neocastellani in collera” (“Restaurateurs neuchâtelois en colère”) aveva precedentemente invitato gli esercenti, i loro clienti ma anche i proprietari di piccole e medie imprese a manifestare per dimostrare “la propria ira contro la gestione della crisi sanitaria da parte delle autorità”.

Disparità di trattamento

Secondo Laurent Tschanz, ristoratore e organizzatore della protesta, bar e ristoranti sono spesso presi di mira e considerati come il principale luogo di contagio. Ma questo è perché sono “la sola industria tenuta a fornire una tracciabilità dei contatti. Una persona risultata positiva avrebbe potuto contrarre il virus non importa dove, un supermercato ad esempio, ma è il ristoratore che ha registrato i suoi dati che sarà obbligato a chiudere e prendersi la responsabilità del contagio”, ha dichiarato.

Attualmente la proposta del governo di prolungare la chiusura fino a fine gennaio è in fase di consultazione, ma tutto lascia presagire si concretizzerà la prossima settimana.

Sempre sabato, altre manifestazioni contro le restrizioni sono state organizzate nella Svizzera centrale, a Svitto, Altdorf, Sarnen e Stans. Vediamo i dettagli nel servizio della Radiotelevisione svizzera:

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Vaccinazione, “ci vuole pazienza”

Buona parte della speranza della popolazione di tornare a una vita normale, quando bar e ristoranti potranno riaprire e le grandi manifestazioni ricominciare, riposa sulla campagna di vaccinazione, la più grande di sempre.

Sempre sabato, però, La direttrice dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), Anne Lévy, ha invita alla pazienza.

La Confederazione e i Cantoni si trovano ad affrontare sfide logistiche, ha spiegato alla radio svizzerotedesca SRF, precisando che l’autorizzazione del vaccino di Moderna è imminente.

Somministrare i vaccini in sé non è così complicato, non è necessaria una formazione speciale e ci sono abbastanza persone per farlo, ha rilevato, aggiungendo di aspettarsi che le vaccinazioni vengano effettuate nei Cantoni dalla mattina presto alla sera tardi e nei fine settimana.

Entro l’estate, tutti coloro che in Svizzera sono disposti a farlo dovrebbero essere vaccinati, ha precisato Lévy, secondo cui tutti i gruppi a rischio dovrebbero esserlo da qui alla fine di marzo.

tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 09.01.2021)

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