Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all'estero,
Come in molti altri Paesi europei, anche nella Confederazione il calcio si sta sempre più internazionalizzando. Se per ora non vi è traccia di investitori provenienti dagli Stati del Golfo, cinesi e americani hanno ormai preso piede anche in Svizzera. È infatti di ieri la notizia che l'Yverdon, appena promosso nella massima serie, è stato acquistato da una società statunitense. Ma è solo l'ultimo esempio di una lunga serie: due anni fa il Lugano è infatti passato nelle mani del miliardario a stelle e strisce Joe Mansueto, il Grasshopper di Zurigo è invece dal 2020 di proprietà di una holding cinese. Si possono anche menzionare i casi del Losanna, che appartiene alla multinazionale britannica Ineos, e il Thun, sostenuto dal gruppo cinese Pacific Media Group.
Dopo questo preludio sportivo, vi lascio alla lettura di altre notizie di giornata.
In sciopero da venerdì mattina alle 4:00, il personale dell’aeroporto di Ginevra-Cointrin ha deciso di continuare ad incrociare le braccia fino a domani. Il traffico allo scalo ginevrino funziona a singhiozzo.
L’astensione dal lavoro, che avrebbe dovuto concludersi venerdì alle 10:00, durerà ancora per tutta la giornata di domani, ha indicato il Sindacato svizzero dei servizi pubblici VPOD-SSP. Le trattative con la direzione dello scalo per un adeguamento dei salari non hanno finora dato esito positivo.
La decisione di proseguire l’azione è stata presa praticamente all’unanimità, ha affermato Jamshid Pouranpir, segretario del sindacato.
Il traffico ha potuto comunque in parte riprendere, poiché il personale incaricato di garantire la circolazione sulla pista è tornato al lavoro. Finora sono stati cancellati una sessantina di voli, ma la cifra dovrebbe aumentare nel corso della giornata, ha precisato il portavoce dell’aeroporto di Ginevra, il quale ha aggiunto che si sta dando la priorità ai viaggi intercontinentali e ai voli a lungo raggio.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- Lo sciopero indetto dal personale dell’aeroporto di Ginevra-Cointrin è stato definito da alcuni “storico”. In Svizzera, infatti, si incrociano le braccia molto raramente, come potete scoprire in questo articolo.
- In questo approfondimento, vi portiamo invece ad Olten, dove nel 1918 iniziò il primo (e ultimo) sciopero generale su scala nazionale.
Trapiantare il cuore di una persona morta per arresto cardiocircolatorio: una simile operazione è stata effettuata per la prima volta con successo in Svizzera nel marzo scorso. Un passo che apre nuove prospettive in materia di trapianti, ma che pone anche molti interrogativi etici.
Di questa operazione riuscita finora non si era saputo praticamente nulla. In aprile il portale d’informazione cattolico swiss-cath.ch ne aveva riferito, ma la notizia era passata sottotraccia. Oggi a divulgarla sono i giornali del gruppo Tamedia. I trapianti di cuore sono ormai un intervento quasi di routine. In Svizzera ne vengono eseguiti tra 30 e 50 all’anno. Gli organi provengono da donatori in stato di morte cerebrale. Grazie alla respirazione artificiale, il cuore batte fino al prelievo degli organi. Questa nuova procedura permette invece di espiantare gli organi anche dopo un arresto cardiocircolatorio.
Se per reni, fegato e polmoni questo sistema di trapianto è ormai consolidato (è stato introdotto in Svizzera nel 2011), per il cuore una simile operazione non era ancora mai stata effettuata. L’organo può infatti essere danneggiato dalla mancanza di flusso sanguigno. L’intervento, eseguito all’Inselspital di Berna, è stato reso possibile da un dispositivo di recente acquisizione chiamato Organ Care System (OCS), in grado di rifornire il cuore di sangue e ossigeno all’esterno del corpo e quindi di farlo battere di nuovo.
La procedura ha suscitato però anche diverse critiche. “Il trapianto di cuore DCD [donazione dopo morte circolatoria, ndr] dimostra che dopo un arresto cardiocircolatorio né le funzioni del cuore né quelle del cervello sono cessate irreversibilmente”, afferma Roland Graf, pastore e teologo. Ciò viola la legge sui trapianti. Per questa ragione, Graf ed altre persone contrarie ai trapianti DCD hanno presentato una denuncia contro l’Inselspital di Berna.
- L’articoloCollegamento esterno del Tages-Anzeiger.
- L’approfondimentoCollegamento esterno del portale swiss-cath.ch.
- Nel maggio 2022, l’elettorato svizzero ha accettato una modifica di legge che permette di passare dal sistema del consenso esplicito al consenso presunto. L’articolo del mio collega Zeno Zoccatelli.
Al via questa sera la 57esima edizione del Montreux Jazz Festival, tra i più famosi eventi musicali del mondo. Fra gli ospiti illustri Bob Dylan, Gilberto Gil, Iggy Pop e Marcus Miller.
A far discutere è soprattutto l’esibizione di Bob Dylan, in programma sabato sera, per la quale il biglietto meno caro costava 365 franchi. Ad assistere allo show del cantante americano e premio Nobel di letteratura vi saranno pochi intimi. Per l’occasione l’Auditorium Stravinski è infatti stato limitato a 1’500 posti, contro gli abituali 4’000. Tutti gli spettatori saranno seduti. Nella storia del festival, solo Keith Jarrett si era finora prodotto in una configurazione simile, ha sottolineato il direttore della kermesse Mathieu Jaton.
Il cantante folk americano ha pure imposto, ed è la prima volta a Montreux, che nessuno spettatore potesse usare il telefonino portatile. I cellulari saranno custoditi in un apposito contenitore durante il concerto. Media e organizzatori sono trattati allo stesso modo: foto e video saranno vietati.
Dylan è però solo una delle tante star che calcheranno i palchi della manifestazione. Ad esempio, la leggenda americana del blues e del soul Mavis Staples festeggerà a Montreux il suo 84esimo compleanno, accompagnato da Norah Jones. In una lista non esaustiva, da menzionare ancora Gilberto Gil, Pat Metheny, Marcus Miller, Iggy Pop o ancora Buddy Guy e Nile Rodgers.
- La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS sul sito bluewin.ch.
- Il programmaCollegamento esterno del Montreux Jazz Festival giorno per giorno.
- La pazza storia del Montreux Jazz Festival: un documentarioCollegamento esterno in tre puntate sulla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS.
Da domani si potrà andare da Cervinia a Zermatt calzando delle semplici infradito. È infatti stata inaugurata ufficialmente oggi, con Michelle Hunziker a fare da madrina, la nuova funivia che collega la Testa Grigia e il Piccolo Cervino.
Il collegamento, di cui si parla da 80 anni, sarà percorribile tutto l’anno e da tutti, anche senza sci o attrezzatura da neve. La funivia trifune unisce la Testa Grigia (a una quota di 3’458 metri) al Piccolo Cervino (3’821 metri).
Il dislivello di 363 metri viene coperto in quattro minuti: le dieci cabine, che vantano un design Pininfarina, garantiscono la capacità di trasporto di 1’300 persone l’ora. La traversata di 1,6 km sopra il ghiacciaio del Teodulo avviene in sospensione, quindi senza tralicci.
Il costo del biglietto per la traversata completa da Cervinia a Zermatt è di 156 euro (gratis per chi ha meno di 9 anni e 78 euro per gli under 16). Il biglietto di andata e ritorno costa 240 euro (gratis per gli under 9 e 120 euro per gli under 16).
- Un articoloCollegamento esterno su questo nuovo collegamento di montagna.tv.
- Del progetto avevamo parlato anche in questo servizio del 2019.
- Un tutt’altro argomento, ma con sempre al centro il Cervino: un articoloCollegamento esterno in formato lungo sull’incidente che ha caratterizzato la prima scalata di questa montagna mitica nel 1865.
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