Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Se vi è una cosa che accomuna il mondo intero sono le lamentele per gli arbitri, l'arbitraggio e il VAR nelle partite di calcio. La Svizzera non fa eccezione e lo scorso fine settimana è stato particolarmente difficile per le casacche nere e per chi sta dietro gli schermi del VAR. Un rigore inizialmente fischiato e poi annullato dall'arbitro a favore del Sion nell'incontro di fondo classifica con il Winterthur e un altro rigore concesso assai generosamente allo scadere allo Zurigo contro il Basilea hanno ravvivato come non mai le critiche nei confronti dei fischietti rossocrociati. Il Sion – sconfitto per 1 a 0 e scivolato all'ultimo posto della graduatoria – ha chiesto alla Swiss Football League che la partita venga rigiocata. Ma soprattutto ha domandato alla FIFA che gli arbitri svizzeri siano messi "sotto tutela perché distorcono e manipolano il corso della competizione".
Dopo questa informazione calcistica, vi lascio alla lettura di altre notizie del giorno.
Iniziano a filtrare le prime notizie su quella che sarà la nuova mega-banca svizzera dopo la fusione tra UBS e Credit Suisse. L’attuale amministratore delegato di Credit Suisse Ulrich Körner integrerà il comitato di direzione di UBS e i due istituti manterranno almeno in un primo tempo le loro filiali.
UBS e Credit Suisse continueranno a lavorare in maniera indipendente fino al completamento della fusione, ha indicato martedì in un comunicato la prima banca. L’integrazione avverrà a tappe, ma ci vorrà tempo, ha precisato il Ceo di UBS Sergio Ermotti. Concretamente, UBS Group gestirà inizialmente due società separate, UBS AG e Credit Suisse AG. Queste ultime manterranno le rispettive filiali e succursali, nonché la loro clientela.
Per quanto concerne le attività svizzere di Credit Suisse non sono stati forniti ulteriori dettagli. UBS “valuterà tutte le opzioni” e “informerà nei prossimi mesi”. Secondo Goldman Sachs, la loro integrazione in UBS potrebbe avere sinergie positive in termini di costi e creare “un marchio chiave in un mercato redditizio”.
Unico superstite dell’attuale dirigenza di Credit Suisse, l’amministratore delegato Ulrich Körner entrerà a far parte del consiglio di amministrazione di UBS. Körner, alla guida della banca dall’agosto 2022, assumerà il nuovo ruolo quando la fusione sarà finalizzata dal punto di vista legale, ovvero “nelle prossime settimane”.
- Il servizioCollegamento esterno di RSI News.
- L’intervista di due settimane fa al nuovo Ceo di UBS Sergio Ermotti.
- L’analisi del tracollo di Credit Suisse del giornalista Lukas Hässig.
- Cosa serve per fondere due colossi bancari? Un approfondimento del mio collega Matthew Allen.
Minacciato da una frana, il villaggio grigionese di Brienz dovrà essere evacuato. Il centinaio di abitanti ha tempo fino a venerdì alle 18:00 per lasciare la propria casa.
Circa due milioni di metri cubi di roccia rischiano di staccarsi presto dalla parete che sovrasta la frazione di Albula. Il movimento è così veloce che se ne prevede il distacco entro una-tre settimane, ha indicato mercoledì lo stato maggiore di condotta del Comune, che ha attivato la “fase arancione” e quindi ordinato l’evacuazione.
A partire da venerdì sera, nessuno potrà pernottare nel paese fino a nuovo ordine. Da sabato, la popolazione del villaggio potrà accedervi durante il giorno, finché la situazione lo consentirà. Il bestiame di due fattorie rimarrà per il momento nelle stalle. Non appena sarà decretata la “fase rossa”, ossia quando si prevederà che il distaccamento della massa rocciosa avverrà entro tre-dieci giorni, il villaggio diventerà off-limits e nessuno potrà più entrarvi, neppure di giorno.
La maggior parte dei circa cento abitanti ha trovato una soluzione per rialloggiarsi privatamente, mentre dall’ultimo sondaggio effettuato diversi mesi fa 17 persone non sapevano ancora dove sarebbero state ospitate. Per le persone evacuate si stanno valutando una partecipazione finanziaria e aiuti per il reinsediamento.
- Il servizio su tvsvizzera.it.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- L’intervistaCollegamento esterno di bluewin.ch a Christian Gartmann, responsabile della gestione della crisi del Comune di Albula.
- In questo reportage, il mio collega Simon Bradley vi porta invece alla scoperta di Kandersteg, che da tempo vive con la minaccia di un crollo dello Spitzer Stein.
La società svizzera ClearSpace ha firmato un contratto con Arianespace per la prima missione di pulizia nello spazio. Il lancio dell’apparecchio dovrebbe avvenire nella seconda metà del 2026.
Si stima che in orbita vi siano oltre 8’800 tonnellate di rottami metallici incontrollabili, che rappresentano un rischio importante per i satelliti. Per la prima volta nella storia, una missione cercherà di fare un po’ di pulizia. L’apparecchio messo a punto dalla società elvetica ClearSpace dovrà catturare e rimuovere dalla sua orbita per farlo cadere nell’atmosfera (dove brucerà) un detrito di circa 100 chilogrammi, proveniente da un razzo Vega di Arianespace.
“La rimozione di questo detrito, di una massa simile a quella di un piccolo satellite e di una forma semplice, permetterà di dimostrare le tecnologie del veicolo spaziale e dei suoi bracci robotici, aprendo così la strada a missioni più impegnative con catture multiple per volo“, indica martedì la società in un comunicato.
Il netturbino dello spazio sarà lanciato dalla base di Kourou, nella Guyana francese, nella seconda metà del 2026. “La missione ClearSpace-1 rappresenta un punto di svolta nell’industria spaziale, in quanto abbiamo urgente bisogno di trovare soluzioni a un problema fondamentale: stiamo mettendo in orbita oggetti più velocemente di quanti ne rimuoviamo“, ha sottolineato il fondatore e Ceo di ClearSpace Luc Piguet.
- Il comunicatoCollegamento esterno di ClearSpace.
- L’approfondimento del mio collega Marc-André Miserez sul primo netturbino dello spazio.
- Il focus di swissinfo.ch dedicato alla ricerca e all’industria spaziale svizzera.
Dopo aver fallito una prima volta alle urne, i fautori di un divieto della sperimentazione animale in Svizzera hanno lanciato martedì una nuova iniziativa popolare “molto più moderata”.
Febbraio 2022: con il 79% di “no” l’elettorato svizzero respinge l’iniziativa popolare intitolata “Sì al divieto degli esperimenti sugli animali – Sì ad approcci di ricerca che favoriscano la sicurezza e il progresso”. A poco più di un anno da questa bocciatura i promotori del progetto tornano alla carica con una seconda iniziativa, il cui testo è stato pubblicato oggi sul Foglio federale e per la quale hanno tempo fino al 9 novembre 2024 per raccogliere le 100’000 firme necessarie.
La nuova iniziativa – indica il comitato promotore – è “molto più moderata” rispetto alla precedente. È ancora previsto un divieto assoluto degli esperimenti sugli animali, ma sono stati omessi i due punti più controversi dell’ultima iniziativa, ossia il divieto di esperimenti sull’uomo e dell’importazione di prodotti testati sugli animali.
Nonostante la chiara bocciatura alle urne dell’ultimo testo, i fautori sottolineano che gli esperimenti sugli animali sono eticamente discutibili e portano a risultati scientifici inaffidabili. Respingono inoltre il rimprovero di voler forzare con la nuova proposta la pazienza dell’elettorato. Nella migliore delle ipotesi ci vorranno cinque anni prima che l’iniziativa sia sottoposta al voto popolare.
- La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS su Ticinonline.
- Quali alternative alla sperimentazione animale? Un approfondimento dagli archivi di swissinfo.ch.
- Risultati e analisi della votazione del febbraio 2022.
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