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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

Il Ministero pubblico del Canton Uri ha recentemente affibbiato una multa a un automobilista tedesco che all'interno della galleria autostradale del San Gottardo ha improvvisamente invertito il senso di marcia. Una manovra altamente pericolosa e naturalmente vietatissima in questo tunnel bidirezionale. Ma il caso del conducente tedesco non è raro, stando a quanto riporta il portale 20Minuten. Ogni anno dai 40 ai 50 automobilisti invertono il senso di marcia nella galleria. Fortunatamente – ha indicato il procuratore capo del Canton Uri Thomas Imholz – "negli ultimi anni non si sono verificati incidenti direttamente correlati alle manovre pericolose".


scritta banca nazionale su facciata di un immobile
© Keystone / Anthony Anex

Dopo un 2022 da dimenticare, torna il sereno per la Banca nazionale svizzera (BNS), che nei primi tre mesi di quest’anno ha registrato un utile di 26,9 miliardi di franchi.

L’esercizio 2022 si era chiuso con una perdita record di 132 miliardi per l’istituto centrale svizzero. L’andamento complessivamente favorevole, seppur molto volatile, dei mercati finanziari durante questi primi mesi dell’anno ha invece avuto ripercussioni positive sui conti della BNS, che è tornata decisamente nelle cifre nere.

L’utile proviene essenzialmente dalle posizioni in valuta estera, che hanno registrato eccedenze per 24,2 miliardi, mentre sulle disponibilità in oro è risultata una plusvalenza di 4,3 miliardi. In perdita (-1,6 miliardi) invece le posizioni in franchi.

Cantoni e Confederazione, che ricevono parte degli utili della BNS, possono così guardare con una certa fiducia al 2023, anche se – come sottolinea l’istituto – il risultato della banca dipende prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali ed “è soggetto a forti oscillazioni che rendono difficile trarre conclusioni per il risultato dell’intero esercizio”.


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Keystone / Anthony Anex

Il 18 giugno prossimo il popolo svizzero sarà chiamato alle urne per esprimersi sulla legge sul clima. L’obiettivo della nuova norma: azzerare le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050. L’opinione di favorevoli e contrari.

La Svizzera deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2050? È fondamentalmente questa la domanda a cui dovrà rispondere l’elettorato il 18 giugno. La nuova legge stabilisce obiettivi e traguardi intermedi per la riduzione delle emissioni e prevede un sostegno finanziario per l’innovazione tecnologica e misure volte a migliorare l’efficienza energetica degli edifici.

In Parlamento la nuova legge è stata sostenuta da tutti i principali partiti, ad eccezione dell’Unione democratica di centro (UDC), all’origine del referendum. La norma – sostiene chi è favorevole – consentirà alla Svizzera di liberarsi dei combustibili fossili e di beneficiare di una maggiore indipendenza energetica. Inoltre, gli investimenti previsti contribuiranno a creare posti di lavoro.

Per i contrari, la legge sul clima non è invece che una “divoratrice di elettricità”, nociva per l’economia e la popolazione. Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 significa di fatto vietare la benzina, il diesel, il gasolio e il gas, secondo l’UDC. I bisogni in elettricità cresceranno e le bollette delle economie domestiche aumenteranno di migliaia di franchi all’anno, e questo nel bel mezzo di una crisi energetica.

  • La nuova legge sul clima: di cosa si tratta? L’approfondimento del mio collega Luigi Jorio.
  • “La protezione del clima rafforza la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Svizzera”: L’intervista alla consigliera nazionale Jacqueline de Quattro, favorevole alla riforma.
  • “Non voglio sacrificare la prosperità della Svizzera solo per avere la coscienza più pulita”: il parlamentare Michael Graber spiega perché è contrario alla nuova legge sul clima:
manifestazione con un carro
© Keystone / Jean-christophe Bott

Sancire nella Costituzione l’effettiva uguaglianza delle persone con disabilità: è quanto si prefigge un’iniziativa popolare lanciata oggi in Svizzera.


Nella Confederazione, 1,7 milioni di persone sono confrontate quotidianamente con numerosi ostacoli che rendono difficile o impossibile la loro partecipazione alla società, scrive il comitato all’origine dell’iniziativa. Eppure, la Costituzione vieta dal 2000 ogni tipo di discriminazione basato su un handicap.

La Svizzera, deplora il comitato, non fa abbastanza al riguardo, come emerge da un rapporto dell’ONU, che ha evidenziato carenze nella Confederazione per quanto concerne i diritti delle persone con disabilità.

Per le organizzazioni che promuovono l’iniziativa “per l’inclusione” – e che devono raccogliere 100’000 firme affinché il testo sia sottoposto al voto popolare – si tratta di compiere un ulteriore passo, sancendo nella Costituzione “l’uguaglianza, di diritto e di fatto, tra le persone con disabilità e le persone senza disabilità in tutti gli ambiti della vita”.

auto passano di fianco a stazione di servizio
© Keystone / Martial Trezzini

L’esplosione dei prezzi dei carburanti nella prima metà del 2022 in Svizzera è imputabile esclusivamente all’aumento del costo del greggio causato dalla guerra in Ucraina? No, sostiene il Sorvegliante dei prezzi.


Dall’indagine svolta dai servizi diretti da Stefan Meierhans emerge che nel periodo in questione, ovvero verso marzo e aprile dello scorso anno, il margine lordo dell’unica raffineria svizzera, quella di Cressier, nel Canton Neuchâtel, è aumentato bruscamente, senza che vi sia stato una contemporanea crescita dei costi d’esercizio. Ciò ha causato rialzi fino a 10-20 centesimi del prezzo del prodotto finale.

Una situazione analoga è stata registrata dalla autorità di vigilanza in Austria e Germania, Paesi dai quali la Svizzera importa gran parte dei carburanti. Nel corso delle loro indagini, i servizi di sorveglianza dei prezzi di Berlino e Vienna non hanno tuttavia potuto chiarire in modo definitivo se il disaccoppiamento dei prezzi delle raffinerie da quelli del greggio sia dovuto a una situazione di penuria sempre più grave o piuttosto a problemi di concorrenza.

A causa della mancanza di dati, l’analisi del Mister Prezzi elvetico non ha invece potuto chiarire se anche le stazioni di servizio abbiano accresciuto i loro margini. In base agli indizi raccolti, però, è stata rilevata una dinamica di trasmissione asimmetrica: “Mentre gli aumenti dei prezzi dei fattori di produzione vengono immediatamente trasferiti ai clienti finali, le riduzioni relative al prezzo delle materie prime vengono trasmesse solo con un certo ritardo”, si legge nel rapporto.

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