La televisione svizzera per l’Italia
gruppo di persone con Alain Berset che scatta un selfie

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

È sicuramente uno stereotipo, ma spesso nell'immaginario collettivo i politici e le politiche svizzeri sono percepiti come persone un po' grigie, senza quella verve oratoria e quel carisma che a volte contraddistingue loro omologhi nei Paesi vicini. Capita però che questa immagine di serietà magari un po' noiosa sia messa a dura prova. È quanto accaduto oggi: il Ministero pubblico di Lucerna ha confermato che lo scorso mese di marzo l'ex consigliere di Stato di Zugo Beat Villiger, 66 anni e responsabile del dipartimento della sicurezza, è stato condannato a una pena pecuniaria per consumo di stupefacenti illegali e guida sotto l'effetto di droghe. Secondo il portale Zentralplus, Villiger, che si è dimesso nell'ottobre scorso ufficialmente per motivi di salute, ha consumato crack in un albergo di Lucerna nell'agosto 2022 e il giorno successivo si è messo al volante, incappando in un controllo di polizia.

gatilov
© Keystone / Salvatore Di Nolfi

La Russia auspica che la Svizzera tenga conto di quelli che considera gli squilibri presenti nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, quando lunedì assumerà la presidenza di turno. Per bocca del suo ambasciatore all’ONU a Ginevra, Mosca chiede in particolare a Berna di ripristinare il ruolo dell’organo, che è di promuovere la pace e la sicurezza.

“Spero che la Svizzera riesca a prendere in considerazione questa situazione”, ha dichiarato mercoledì l’ambasciatore russo all’ONU a Ginevra Gennady Gatilov. “So che ha un proprio programma di lavoro e si concentrerà su ciò che ritiene importante“, ha detto in una conferenza stampa tenutasi nella città sulle rive del Lemano, senza fornire ulteriori dettagli.

La Russia è stata accusata, anche da Berna, di fare della “disinformazione” sull’Ucraina in alcune riunioni dell’organo più importante dell’ONU, di cui lunedì la Svizzera assumerà la presidenza per un mese.

Come la Svizzera, Mosca chiede una riforma del Consiglio di Sicurezza per renderlo più inclusivo dei Paesi africani, asiatici e latinoamericani. L’organismo “dovrebbe prendere in considerazione le posizioni di tutti i gruppi di Paesi” e non essere usato come “piattaforma” per accuse politiche, ha detto l’ambasciatore. Ma gli Stati occidentali “pensano di avere l’autorità di parlare a nome dell’intera comunità internazionale”, ha criticato Gatilov.

Ignazio Cassis e Petros Mavromichalis
© Keystone / Alessandro Della Valle

“Non chiuderemo mai la porta alla Svizzera e […] sono sicuro che troveremo una soluzione”: in un’intervista alla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS, l’ambasciatore dell’Unione Europea nella Confederazione Petros Mavromichalis ha confermato che sono stati compiuti dei passi avanti nelle trattative tra Berna e Bruxelles, ricordando però che ci sono dei limiti che non possono essere superati.

Tra la Svizzera e l’Unione Europea si è ancora allo stadio delle discussioni esplorative per cercare di sbloccare un dossier in alto mare da due anni, dopo che Berna nel maggio 2021 ha deciso di non concludere l’accordo quadro istituzionale, che avrebbe dovuto regolare i rapporti futuri tra la Confederazione e Bruxelles. La settimana scorsa, la segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri Livia Leu ha affermato che sono stati compiuti dei progressi e una conferma in tal senso è giunta anche da Petros Mavromichalis.

“Vogliamo trovare una soluzione e quindi sono convinto che ci riusciremo”, ha dichiarato alla RTS l’ambasciatore dell’UE in Svizzera. “Ci vuole flessibilità da entrambe le parti – ha proseguito Mavromichalis. L’UE ha dimostrato più volte negli anni passati di essere pronta a scendere a compromessi per tenere conto delle specificità della Svizzera. Non abbiamo mai chiuso la porta e non la chiuderemo mai. La Svizzera è un partner importante, un buon vicino, con cui condividiamo gli stessi valori”.

L’UE non è però disposta a siglare un accordo ad ogni costo. “Arriva un momento in cui non abbiamo più nulla da dare, semplicemente perché abbiamo svuotato le nostre tasche e perché ci sono argomenti che per noi non sono negoziabili, perché sono legati al nostro sistema giuridico, al nostro modo di fare le cose“, ha sottolineato. “La Corte di giustizia europea ha stabilito alcuni principi, come il primato del diritto comunitario […]. Ciò consente al mercato interno europeo di funzionare in modo equo, con regole valide per tutti. Si tratta di un risultato estremamente importante al quale non rinunceremo […], non permetteremo a nessun partner di interpretare le nostre norme in modo divergente, perché ciò significherebbe la fine del mercato interno”.

  • L’intervistaCollegamento esterno (in francese) a Petros Mavromichalis sul sito della RTS.
  • Il focus di swissinfo.ch dedicato alle relazioni Svizzera-UE.
  • “Passi avanti” nei rapporti tra Svizzera e UE: l’articolo sulla visita di Livia Leu a Bruxelles una settimana fa.
  • Un’intervista alla stessa Livia Leu pubblicata a inizio anno su swissinfo.ch.
gruppo di persone con Alain Berset che scatta un selfie
© Keystone / Ennio Leanza

Sta ormai diventando una tradizione: il Consiglio federale si è riunito mercoledì a Winterthur per una seduta extra muros. È la 18esima volta che il Governo organizza una delle sue riunioni settimanali.

Dal 2010 almeno una volta all’anno il Consiglio federale organizza una seduta al di fuori del quadro abituale di Palazzo federale a Berna. L’obiettivo è di “manifestare la propria vicinanza a tutte le regioni della Svizzera” e di “incontrare la popolazione dei Cantoni cui rende visita”.

Quest’anno l’onore è toccato alla città di Winterthur, nel Canton Zurigo. La riunione si è svolta all’interno del Museo di Belle Arti. Il luogo è stato scelto dal presidente della Confederazione nonché responsabile della cultura Alain Berset.

“La cultura, in tutte le sue forme, è particolarmente importante in tempi difficili come questi”, ha sottolineato il ministro dell’interno: “Ci aiuta a riscoprire chi siamo e cosa ci lega. Ecco perché il Consiglio federale è a Winterthur nel posto giusto al momento giusto”.

La notiziaCollegamento esterno sul portale bluewin.ch.

Se le sedute extra muros del Consiglio federale sono ormai diventate consuetudine, la foto ufficiale del Governo pubblicata a inizio anno è entrata decisamente a far parte della tradizione. Ritrovate qui qualche scatto.

Come si svolgono le sedute del Governo svizzero? Qualche spiegazioneCollegamento esterno sul sito dell’amministrazione federale.

memoriale vittime olocausto
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A Berna sarà costruito un monumento alle vittime del nazionalsocialismo. Il Consiglio federale ha stanziato mercoledì 2,5 milioni di franchi a questo scopo.

In accordo con la volontà del Parlamento, il Governo si impegna a perpetuare la memoria dei sei milioni di ebrei ed ebree uccisi e di tutte le altre vittime dell’Olocausto e delle persecuzioni naziste. Questo compito “assume oggi una rilevanza particolare, perché rimangono pochi sopravvissuti e testimoni di quel periodo e perché la relativizzazione dell’Olocausto e l’antisemitismo sono di nuovo in aumento”, osserva il Consiglio federale in un comunicato.

Il Governo federale e la città di Berna intendono così lanciare un segnale importante contro il genocidio, l’antisemitismo e il razzismo, e a favore della democrazia, dello Stato di diritto, della libertà e dei diritti umani fondamentali. Il memoriale (nell’immagine sopra quello di Vienna) comprenderà anche elementi informativi, che promuoveranno lo scambio e la discussione.

Inoltre, l’esecutivo, in collaborazione con il Canton San Gallo, vuole sostenere la pianificazione e la realizzazione di un sito nazionale per favorire la consapevolezza e le relazioni transfrontaliere su questo tema. Il DFAE è stato incaricato di proporre entro la fine dell’anno varie opzioni per il cofinanziamento del progetto che vedrà la luce appunto nel Cantone della Svizzera orientale.


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