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Renovate Switzerland alle porte della galleria autostradale del San Gottardo.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

se, come me, siete tra coloro che sprizzano cattivo umore quando vengono svegliati di soprassalto, sarete grati di non esservi trovati, la notte scorsa, a Saint-Ursanne, nel canton Giura.

Gli e le abitanti del luogo hanno infatti avuto una diana a dir poco brusca tra le 3.30 e le 4.45 della notte, quando sono stati sorpresi dal suono delle sirene, solitamente utilizzate per dare l'allarme generale in caso di pericolo. Questa mattina, le autorità cantonali hanno poi indicato che all'origine dell'accaduto vi è stato un guasto tecnico… ma chissà che spavento! Vi lascio alle altre notizie del giorno.

Buona lettura!

Renovate Switzerland alle porte della galleria autostradale del San Gottardo.
© Keystone / Urs Flueeler

La polizia cantonale di Uri è dovuta intervenire questa mattina per portare via, fisicamente, sei attivisti climatici che avevano bloccato il traffico pasquale sedendosi sull’asfalto all’entrata al portale nord della galleria autostradale del San Gottardo.

Verso le 10, sei persone appartenenti al gruppo “Renovate Switzerland” hanno infatti preso posto sulla corsia in direzione sud, nei pressi di Göschenen, bloccando lo scorrere dei mezzi, già congestionato a seguito dell’inizio delle festività. Alcuni automobilisti hanno cercato di scansare i manifestanti con la forza allontanandoli dall’autostrada, prima dell’intervento delle forze dell’ordine.

La galleria, che era stata chiusa temporaneamente a seguito di quanto accaduto, è poi stata riaperta alla circolazione intorno alle 11, hanno fatto sapere le autorità. La colonna di mezzi di trasporto, nel frattempo, aveva già raggiunto i 16 chilometri in direzione sud, con tempi di attesa di 2 ore e mezza.

“Renovate Switzerland” ha dichiarato su Twitter che la polizia ha sgomberato il gruppo “con cura e in maniera paziente”. E ha anche invitato la collettività ad “agire in qualità di cittadini e garantire ai nostri figli e per noi stessi un futuro degno”. Il movimento rivendica tra l’altro la ristrutturazione energetica di un milione di edifici in Svizzera entro il 2040 per ridurre le emissioni di gas serra.

Monete di franchi svizzeri.
© Keystone / Christian Beutler

In Svizzera, tra il 6 e il 13% della popolazione è indebitata o sovraindebitata. Una circostanza che porta molte e molti a pensare di non avere via d’uscita.

Una situazione, questa, che danneggia sia le persone interessate, sia i Cantoni e i Comuni in cui risiedono e che si ritrovano quindi a sostenere gran parte dei costi sociali che derivano da questa situazione di disagio. Inoltre, altre 720’000 persone sono a rischio di precarietà e potrebbero indebitarsi in qualsiasi momento.  

Per ovviare a questo problema, la Confederazione ha messo in consultazione l’anno scorso un progetto che propone di modificare la Legge sulla esecuzione e sul fallimento (LEF) cancellando, in determinati casi, i debiti non pagati.

Proposte simili, volte a dare una seconda possibilità e permettere una ripartenza a chi è in difficoltà, sono già state messe in atto nella maggior parte degli Stati europei. In fase consultiva, inoltre, 23 Cantoni su 26 si sono già espressi in maniera favorevole nei confronti del progetto.

  • Dettagli e testimonianze nell’articolo di SWI swissinfo.ch.
  • Il testo della Legge sulla esecuzione e sul fallimento.
  • L’allarme lanciato negli scorsi mesi da Caritas sull’aumento dei poveri a causa dell’inflazione.
Sergio Ermotti.
© Keystone / Michael Buholzer

Il nuovo amministratore delegato di UBS Sergio Ermotti prepara i dipendenti ai tagli dell’organico nell’ambito dell’acquisizione di Credit Suisse (CS): ci saranno cambiamenti e decisioni difficili, ha scritto il ticinese in una nota al personale.

“Anche se è troppo presto per fare ipotesi su come sarà la società dopo la fusione, potete essere certi che tratteremo tutti i dipendenti in modo equo sia presso CS sia presso UBS“, si legge nello scritto.

“So che le ultime settimane e gli ultimi mesi sono stati molto duri per voi e voglio chiedervi di continuare ad avere pazienza mentre pianifichiamo i prossimi passi. Con l’imminente integrazione non stiamo semplicemente mettendo insieme due società per crearne una ancor più grande. Piuttosto stiamo unendo risorse e talenti per costruire una nuova UBS che sia più grande della somma delle sue parti“, ha scritto Ermotti.

Anche il vicepresidente del consiglio di amministrazione Lukas Gähwiler aveva detto che è troppo presto per fare ipotesi sui posti di lavoro: l’integrazione delle due banche è un “compito erculeo, che nel breve periodo richiederà un numero maggiore di persone. A medio termine, è chiaro che dobbiamo valutare diverse opzioni. E a lungo termine si creeranno delle sinergie“.

Truppe israeliane vicino al confine libanese.
Keystone / Atef Safadi

La Svizzera condanna gli attacchi missilistici contro l’Israele. Lo si legge in un tweet del responsabile della comunicazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Nicolas Bideau.

Verso le 3.30 della notte scorsa, in seguito di un missile lanciato contro Israele, le forze israeliane hanno attaccato le infrastrutture di Hamas sul territorio libanese, ha riferito un portavoce militare, dichiarando che Israele “non permetterà all’organizzazione terroristica di operare dal Libano” e affermando che lo Stato libanese “è responsabile di qualsiasi bombardamento proveniente dai propri confini”.

Nella comunicazione via social del DFAE si chiede con forza di cessare immediatamente ogni ulteriore azione. Secondo i rapporti militari, ieri sono infatti stati lanciati almeno 36 razzi dal Libano verso il territorio israeliano, la cifra più alta mai registrata dal 2006.

Finora, nessun gruppo ha però ancora rivendicato gli attacchi anche se Israele ha attribuito l’aggressione ai militanti palestinesi.

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