Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
da ormai 15 anni l’associazione Fructus, il cui obiettivo è di promuovere antiche varietà di frutta, elegge il frutto dell’anno. Questa volta l’onore è ricaduto sulla susina di Löhr (Berna), ritenuta una delle migliori prugne da distilleria della Svizzera.
Una varietà che a dire il vero non è così antica: la sua storia è infatti iniziata negli anni ’50 del secolo scorso, quando un commerciante di bevande alcoliche – Ernst Luginbühl-Bögli – ha piantato i primi alberi nella sua fattoria, partendo da un susino selvatico che aveva scoperto. Questa varietà di prugne ha poi conosciuto un rapido successo e la sua coltura si è estesa ad altre regioni. Oltre a dare una deliziosa grappa, la susina di Löhr è molto utilizzata anche in cucina.
La Germania fabbricherà nuove munizioni per i carri armati antiaerei Gepard forniti all’Ucraina, in modo da mandarle a Kiev entro l’estate. Questo perché la Svizzera, dove venivano finora prodotti i proiettili, sta bloccando l’esportazione per motivi legati alla neutralità.
“Riprenderemo immediatamente la nostra produzione presso Rheinmetall”, ha detto il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, parlando oggi al quartier generale della Nato a Bruxelles. I tedeschi hanno firmato i contratti di fornitura delle munizioni a nome di Kiev, ha spiegato Pistorius.
Dalla scorsa estate, la Germania ha consegnato all’Ucraina 32 Gepard da usare nella guerra contro i russi. Altri cinque arriveranno entro fine febbraio. Questi semoventi antiaerei si sono dimostrati molto efficaci, in particolare per la difesa contro i droni.
Già in dicembre Berlino aveva annunciato l’avvio della costruzione di una nuova linea di produzione della Rheinmetall in Bassa Sassonia per le munizioni dei tank antiaerei. Stando alla Süddeutsche Zeitung, il contratto prevede la consegna di 300’000 proiettili a Kiev a partire da luglio. Finora la tedesca Rheinmetall produceva le munizioni nel suo stabilimento svizzero di Oerlikon. Berna ha però negato il permesso alla Germania di autorizzare la riesportazione di questo materiale bellico in Ucraina, in virtù del principio di neutralità.
- L’approfondimentoCollegamento esterno sul tema del Tages-Anzeiger.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- La neutralità svizzera e l’esportazione d’armi: opinioni a confronto in questo articolo del mio collega Riccardo Franciolli.
Libero Casagrande è deceduto sabato all’età di 93 anni. Lo ha annunciato martedì a funerali avvenuti l’omonima casa editrice ticinese, una delle più importanti realtà editoriali in lingua italiana al di fuori della Penisola.
Nato a Bellinzona il 23 luglio 1929, erede di una famiglia di librai, Libero Casagrande (nella foto assieme al figlio Fabio nel 1999) è stato uno dei protagonisti dell’editoria in lingua italiana in Svizzera. Un’avventura iniziata alla fine degli anni ’40 del secolo scorso, quando nel retrobottega della libreria-cartoleria di famiglia diede alle stampe un primo catalogo.
Con il passare degli anni, la tipografia si trasformò in una vera e propria casa editrice, diventando un punto di riferimento nel panorama culturale della Svizzera italiana.
Nel corso dei decenni, le Edizioni Casagrande hanno collaborato con alcuni degli autori e delle autrici più importanti della regione, come Plinio Martini, Giorgio Orelli, Giovanni Orelli, Sandro Bianconi, Anna Felder, Alberto Nessi o ancora Fabio Pusterla. Ha inoltre pubblicato in italiano opere di autori svizzeri e stranieri, come Romain Gary, Robert Walser e Agota Kristof.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- Un approfondimentoCollegamento esterno su Libero Casagrande pubblicato da La Regione.
- Libero Casagrande ricordato da Stefano VassereCollegamento esterno, coordinatore delle biblioteche cantonali ticinesi.
I dati definitivi non ci sono ancora, ma la tendenza è chiara: nel 2022 le nascite in Svizzera sono diminuite in modo sensibile.
Mancano ancora le cifre di dicembre, ma l’anno che si è appena concluso passerà agli annali per un calo importante delle nascite. Stando a un’inchiesta della Radiotelevisione svizzero tedesca SRF, nel Canton Berna alcune cliniche hanno registrato una diminuzione fino al 18%. All’Inselspital, ad esempio, sono venuti al mondo 2’163 bebè, quasi 150 in meno rispetto all’anno precedente.
Nella città di Zurigo, che martedì ha comunicato il suo bilancio demografico, sono nati 4’538 bambini e bambine, il 14% in meno rispetto all’anno prima. La tendenza è simile anche in Ticino.
Le ragioni di questa diminuzione sono diverse. La pandemia di coronavirus ha dapprima avuto un effetto frenante (con conseguente calo della natalità nel 2020); poi molte coppie che avevano in un primo tempo deciso di aspettare un po’ hanno procreato, ciò che si è tradotto in un baby-boom nel 2021 e ha avuto un impatto anche sulle cifre del 2022. “Il desiderio di avere figli è stato in un certo senso anticipato”, spiega Daniel Surbek, primario di ginecologia dell’Inselspital di Berna.
- Il servizioCollegamento esterno di SRF.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- Il lusso di essere genitori in Svizzera: un approfondimento dagli archivi di swissinfo.ch.
Il congedo parentale di 38 settimane, da dividersi tra i genitori ad ogni nascita, sta concretizzandosi nella Confederazione. La proposta giunge oggi dalla Commissione federale per le questioni familiari (COFF), organo consultivo del Governo.
La proposta intende aggiungere 22 settimane di assenza retribuita dal lavoro alle attuali 14 riconosciute alle madri e 2 ai padri: le 38 settimane di congedo a disposizione della coppia potrebbero essere suddivise equamente (19 a testa) o in modo flessibile, con alcuni vincoli.
A giudizio dei membri della commissione il modello proposto ha il merito di agevolare la conciliazione tra vita familiare e lavoro, di incrementare il tasso di occupazione delle madri dopo il parto e comporta una migliore ripartizione dei compiti di cura dei figli. I padri verrebbero infatti maggiormente coinvolti nella gestione della prole, con indubbi vantaggi per il benessere anche di quest’ultima.
Va anche sottolineato che nelle intenzioni della commissione il congedo di cui si potrebbe usufruire nei primi 18 mesi di vita del neonato o della neonata – per le madri a partire da due settimane prima del parto – andrebbe esteso a tutte le categorie di genitori, indipendentemente dal sesso o dello status giuridico della coppia. Il finanziamento sarebbe a carico dei datori di lavoro e dei/delle dipendenti per un costo annuale stimato in circa 2,6 miliardi di franchi (oggi la spesa per 16 settimane di congedo è di 1 miliardo).
- La notizia Collegamento esternosul Corriere del Ticino.
- Il 27 settembre 2020 il popolo svizzero ha approvato l’introduzione di un congedo parentale di due settimane.
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