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cassetta di sicurezza

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

Alle dogane svizzere i sequestri sono all’ordine del giorno. A volte, però, le merci confiscate sono piuttosto curiose. Recentemente un uomo ha cercato di entrare in Italia dal valico di Ponte Cremenaga con 108 album di francobolli che non erano stati né dichiarati né sdoganati, stando a quanto riporta il portale Le Matin. Alle guardie di confine, l’uomo ha spiegato che i francobolli valevano solo alcune centinaia di franchi. Un controllo più approfondito ha invece rivelato che il valore complessivo si aggirava attorno ai 30'000 franchi. L’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini ha così sequestrato la collezione e ha prelevato le tasse, in attesa di stabilire una multa.

Vi lascio ora alla lettura di altre notizie del giorno.

bicchiere e farmaco su un tavolo
Keystone / Gaetan Bally

L’anno scorso 1’627 persone hanno fatto capo ai servizi di Exit, la principale associazione di assistenza al suicidio in Svizzera.

Il numero di persone che ricorre al suicidio assistito è da anni in costante aumento nella Confederazione. Nel 2022 sono infatti state 1’627, 233 in più rispetto all’anno precedente. I casi si riferiscono esclusivamente ad Exit, che offre il suo sostegno solo a persone residenti in Svizzera o di nazionalità elvetica. L’altra associazione che si occupa di assistenza al suicidio – Dignitas – non ha ancora comunicato le statistiche.

Nella Svizzera tedesca e in Ticino sono stati registrati 1’125 suicidi assistiti (28 nel Cantone a sud delle Alpi), mentre nella Svizzera francese 502. Il ramo germanofono dell’associazione, che comprende anche il Ticino, contava alla fine del 2022 154’118 membri, 17’361 in più rispetto all’anno prima.

Secondo Exit, l’invecchiamento della popolazione spiega il persistente bisogno di assistenza al suicidio. L’età media delle persone che hanno fatto capi ai servizi dell’associazione è aumentata di 1,4 anni rispetto al 2021, raggiungendo i 79,6 anni.

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Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un’inchiesta sulla fuga di dati del Credit Suisse, alla base di un’ampia inchiesta giornalistica pubblicata circa un anno fa e ribattezzata Suisse Secrets.

L’indagine condotta dall’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP), un consorzio che raggruppa diversi media, tra cui Le Monde, il Guardian e il New York Times, aveva suscitato scalpore. Analizzando circa 18’000 conti aperti presso la banca svizzera tra l’inizio degli anni ’40 e il 2010, era emerso che molti di essi appartenevano a una clientela identificata come problematica: dittatori, presunte spie, persone legate ad organizzazioni criminali… I dati erano stati trasmessi al consorzio da una fonte anonima.

L’autore di questa fuga di dati è ora perseguito per spionaggio economico, stando a quanto rivelato giovedì dal portale svizzero francese Gotham City. La Procura federale svizzera lo ha confermato al sito specializzato in criminalità economica e partner di swissinfo.ch.

L’indagine è stata aperta sulla base di una denuncia del Credit Suisse per “servizi di intelligence economica, violazione del segreto commerciale e bancario“. La Procura ha dovuto ottenere l’approvazione del Governo svizzero per avviare la procedura, poiché il primo reato è considerato un “reato politico”. Il Credit Suisse non ha voluto commentare. Mentre più di 160 giornalisti e giornaliste di 39 Paesi hanno partecipato all’inchiesta Suisse Secrets, i media svizzeri si sono astenuti per paura di una denuncia, il che ha provocato numerose reazioni. “Il rischio legale era semplicemente troppo grande”, ha spiegato il gruppo Tamedia, facendo riferimento all’articolo 47 della legge sulle banche, che prevede una pena fino a cinque anni di carcere per chi usa dati bancari trafugati.

persona scarica merce da un camion
Fabio Baranzini | Baranzini Fotografie Und Texte Gmbh | Www.baranzini.ch

L’anno scorso l’associazione Tavolino magico ha raccolto e ridistribuito 6’000 tonnellate di generi alimentari non più atti alla vendita ma in perfetto stato. Si tratta di un primato, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente.

Fondata nel 1999, l’associazione ha un duplice obiettivo: lottare contro lo spreco di generi alimentari e venire in aiuto alle persone bisognose. In questi oltre 20 anni di esistenza, la quantità di cibo raccolta e ridistribuita non ha fatto che aumentare. Dalle 18 tonnellate del 1999, si è arrivati l’anno scorso a quasi 6’000 tonnellate.

Nei suoi 149 centri di distribuzione sparsi in tutta la Svizzera, Tavolino Magico ha potuto sostenere 9’400 famiglie, ossia circa 31’400 persone. L’associazione può contare sull’aiuto di 3’700 volontari e volontarie.

I generi alimentari sono raccolti grazie a collaborazioni con il settore agricolo, industriale e della grande distribuzione. L’associazione sottolinea che c’è ancora molto lavoro da fare per lottare contro lo spreco alimentare: “Ogni anno 2,8 milioni di tonnellate di cibo in Svizzera vengono gettate vita”, indica in un comunicato.

edificio
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La decisione della Svizzera e di altri otto Paesi occidentali, tra cui l’Italia, di chiudere temporaneamente le loro sedi diplomatiche a Istanbul per motivi di sicurezza non è piaciuta alle autorità turche, che giovedì hanno convocato gli ambasciatori di questi Stati per esprimere il loro disappunto.

La scelta di questi Paesi di chiudere le sedi diplomatiche “aiuta soltanto l’agenda delle organizzazioni terroristiche”. È l’appunto mosso dal Ministero degli esteri turco agli ambasciatori dei nove Paesi (oltre allo svizzero Jean-Daniel Ruch, quelli di Italia, Stati Uniti, Olanda, Svezia, Gran Bretagna, Germania, Belgio e Francia), stando a quanto riportato dalla stampa locale, che cita fonti diplomatiche.

Secondo Ankara, la decisione di chiudere temporaneamente le missioni o di emettere avvisi di sicurezza riguardo a possibili attacchi a occidentali in reazione a manifestazioni in Nord Europa dove sono state bruciate copie del Corano, “non costituisce un approccio prudente” e “la sicurezza delle missioni diplomatiche in Turchia è assicurata sulla base delle convenzioni internazionali”.

Lo scorso fine settimana l’ambasciata americana in Turchia aveva messo in guardia i suoi cittadini e le sue cittadine rispetto a possibili attacchi contro occidentali. In seguito, il consolato britannico, olandese, tedesco, svedese, italiano e francese di Istanbul – nonché l’ambasciata svedese ad Ankara – hanno temporaneamente chiuso al pubblico citando motivi di sicurezza. Pure l’ambasciata svizzera ad Ankara e il consolato generale a Istanbul sono temporaneamente chiusi al pubblico a causa della presunta minaccia terroristica.

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