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Ignazio Cassis.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

tra le notizie di agenzia giunte oggi ce n’è anche una che titola "Temperature record, notte glaciale". E, malgrado qui a Lugano possiamo goderci un bel sole, in effetti, l’aria è pungente. Nulla, comunque, in confronto alla morsa di gelo che ha avvolto stamattina alcune zone a nord delle Alpi: il primato assoluto spetta a una struttura nell'Oberland bernese, a Sägistal, dove sono stati toccati i -42,3 gradi.

Temperature estreme anche a Thun (-17), alla Brévine (-23) - la cosiddetta Siberia della Svizzera -, o  a Sion (-12,7). Solo la città di Lugano ha registrato una temperatura superiore allo zero con 0,4 gradi. Vi lascio alle notizie di oggi.

Buona lettura!

Ignazio Cassis.
© Keystone / Laurent Gillieron

I patrimoni degli oligarchi russi congelati sono una possibile fonte per la ricostruzione dell’Ucraina. Sono le parole riportate ieri dal Tages-Anzeiger pronunciate al Forum economico mondiale (WEF) da Ignazio Cassis.

Finora in Svizzera sono stati bloccati averi russi per un valore di 7,5 miliardi di franchi. Il consigliere federale a capo degli Affari esteri, tuttavia, ha moderato questa affermazione, sostenendo che un simile passo richiederebbe una modifica legislativa e dovrebbe basarsi su un ampio consenso internazionale.

Il quotidiano svizzerotedesco ha poi interpellato per una reazione anche il mondo bancario presente a Davos. L’idea di una confisca lancia, a detta dei banchieri, un segnale pericoloso verso l’estero. Sottrarre denaro a clienti, ai quali non si può rinfacciare nulla, solo perché russi, è una faccenda delicata, hanno argomentato.

Argomentazioni che non hanno impedito ad altri paesi di agire diversamente, come il Canada, spiega ancora il Tages-Anzeiger. Il Governo di Ottawa ha confiscato 22 milioni di dollari riconducibili al miliardario Roman Abramovich, con l’intenzione di versarli all’Ucraina. Ma per i e le rappresentanti del mondo bancario elvetico non si tratta di un buon esempio: il Canada non ha una piazza finanziaria globale che dipende dalla fiducia della clientela.

Klaus Schwab, Ursula von der Leyen, Olena Zelenska e Alain Berset.
Keystone

Durante i cinque giorni del Forum economico mondiale (WEF), che si conclude oggi, migliaia di persone si sono recate a Davos per discutere di come “migliorare lo stato del mondo”. SWI swissinfo.ch ha quindi stilato un bilancio in numeri.

Quasi due terzi dei circa 50 capi economisti del settore privato e pubblico che hanno partecipato a un sondaggio del WEF ritengono probabile una recessione globale nel 2023; il 18% – più del doppio rispetto al precedente sondaggio condotto nel settembre 2022 – la considera estremamente probabile. Solo un terzo sostiene che è improbabile.

L’ONG svizzera Public Eye ha presentato analisi in cui si constata che il settore delle materie prime in Svizzera contribuisce per oltre l’8% al Prodotto interno lordo, contro il 3,8% in passato, grazie agli extra-profitti generati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. L’organizzazione ha esortato il Governo e il Parlamento svizzeri a garantire un’equa distribuzione di questi profitti eccezionali.  Secondo il WEF, inoltre, solo il 2% degli 810 miliardi di dollari spesi in donazioni filantropiche è stato destinato alla riduzione delle emissioni. Nel frattempo, una ricerca ha anche rilevato che su circa 60’000 aziende globali analizzate, solo 1’075 – meno del 2% – hanno un obiettivo aziendale di “neutralità climatica”.

Il settimanale Schweiz am Wochenende ha rilevato infine che durante il WEF un monolocale con tre letti a Davos costa 2’600 franchi svizzeri al giorno. In febbraio, lo stesso studio viene affittato a 150 franchi al giorno. Sono 5’000 i membri dell’esercito svizzero dispiegati per garantire la sicurezza delle circa 3’000 persone partecipanti al WEF per il periodo 2022-2024.

Cesto del supermercato.
Keystone / Lukas Lehmann

L’aumento dei prezzi che nel 2022 ha gravato sulle tasche dei cittadini e delle cittadine in Svizzera è più alto di quanto indicato dal rincaro ufficiale.

L’inflazione percepita si è attestata al 3,5%, valore sensibilmente maggiore della crescita del 2,8% osservata dall’indice dei prezzi al consumo. Il primo dato considera esclusivamente l’andamento dei prezzi dei beni consumati regolarmente dalla popolazione, come generi alimentari, medicamenti o vestiti, rimuovendo i fattori di contenimento dell’inflazione come gli affitti o i beni durevoli, spiega in un comunicato odierno Comparis.

La società di confronti internet calcola l’indicatore in collaborazione con il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF): esso è da mettere in relazione con il rincaro ufficiale che viene misurato dall’Ufficio federale di statistica (UST). La differenza tra i due paramatri è stata particolarmente marcata nella prima metà dell’anno, dopodiché i due indici si sono leggermente allineati: in dicembre segnavano rispettivamente +2,9% e +2,8%. L’inflazione percepita in Ticino rimane superiore a quella della Svizzera tedesca e della Romandia.

Allargando la visione al lungo periodo, spicca l’aumento del costo della mobilità. Dalla fine del 2002, il bene ad aver registrato il maggiore aumento in questo campo è il carburante, con un rincaro medio del 48%. Sono comunque diventati significativamente più costosi anche la manutenzione e la riparazione dei mezzi di trasporto privati (+34%), i trasporti pubblici (+27%), gli altri servizi per il trasporto privato (+20%) e i taxi (+19%).

Il rogo dei treni storici a Sciaffusa.
Polizia cantonale sciaffusana.

Un incendio scoppiato in un deposito di locomotive la notte scorsa a Sciaffusa ha seriamente danneggiato tre locomotrici a vapore storiche.

Le immagini, fornite dalla Polizia cantonale sciaffusana, sono impressionanti per l’altezza delle fiamme e il volume del fumo nero che ha sovrastato la stazione. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito.

Il rogo è stato segnalato poco prima delle 2 di notte, ha reso noto oggi la polizia, aggiungendo che il tempestivo intervento dei pompieri ha impedito il propagarsi delle fiamme ad altri edifici.

Al momento del sinistro nessuno si trovava all’interno del deposito, ma i danni sono ingenti e le autorità è alla ricerca di testimoni. L’origine dell’incendio non è ancora nota.

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