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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

Non so quanto il calcio – e soprattutto il calcio rossocrociato – vi interessi, ma quella che doveva essere una rivoluzione si è trasformata venerdì in una mini-riforma. Chiamati a decidere il formato del campionato a partire dalla stagione 2023-2024, i 20 club della Swiss Football League (10 di serie A e altri 10 di serie B) hanno infatti affossato la proposta di introdurre dei playoff per determinare la squadra campione svizzera.

Il modello statunitense, che avrebbe dovuto aumentare lo spettacolo con alcune partite a fine stagione da dentro o fuori, non piaceva alla maggior parte delle tifoserie, che negli ultimi mesi si sono mobilitate per fare pressione sulle società, e neppure a molti calciatori e dirigenti. I club hanno invece optato per il modello scozzese: le 12 squadre che dalla prossima stagione militeranno in serie A si sfideranno in tre turni per 33 partite complessive. Poi il campionato verrà diviso a metà. Le prime sei si affronteranno per ulteriori cinque partite per giocarsi il titolo, le ultime sei per evitare la retrocessione.

Dopo questa premessa calcistica vi lascio ad altre notizie del giorno.

due uomini in una cabinovia
Keystone / Mikhail Klimentyev

Gli oligarchi russi non si ritrovano tutti sulla stessa barca: alcuni di loro sono infatti riusciti a sfuggire alle sanzioni internazionali. Vladimir Potanin, terzo uomo più ricco di Russia, è tra questi e può continuare indisturbato le sue attività in Svizzera.

Ex vicepremier di Boris Eltsin, Potanin è ora tra i fedeli di Vladimir Putin. Nonostante questa vicinanza con il Cremlino, non figura nell’elenco delle persone sanzionate, né in Svizzera, né in Europa e neppure negli Stati Uniti.

L’oligarca ha numerosi interessi nella Confederazione. Oltre alla Nornickel, la più grande azienda al mondo attiva nel settore del nichel e che ha una sede anche a Zugo, qualche anno fa ha aperto sempre nella città della Svizzera centrale la Eternyze, una società che si occupa di blockchain e criptovalute.

“Potanin non è sanzionato da nessuna parte, salvo nel Regno Unito da quest’estate, e dall’inizio della guerra in Canada e Australia – osserva Agathe Duparc, ricercatrice presso l’organizzazione non governativa svizzera Public Eye. Ma siccome non vende i suoi prodotti in quei paesi le sanzioni non hanno alcun effetto. I suoi clienti sono principalmente in Europa, dove ha il 50% della clientela e 20% negli USA. Questi Paesi avrebbero grosse difficoltà senza le materie prime di Potanin, il nichel e il palladio, ad esempio, che sono fondamentali oggi per le auto elettriche e per l’elettronica in generale. Dunque, per il momento non è in questione di metterlo sotto sanzione. Che è qualcosa comunque di incredibile”.

sveglia collegata a una batteria di carta
EMPA

Una batteria di carta monouso completamente biodegradabile sviluppata da un gruppo di ricerca del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (EMPA) è stata nominata tra le migliori invenzioni dell’anno 2022 dal Time Magazine.

Sembra impossibile: basta aggiungere un po’ di acqua a un pezzo di carta per ottenere energia!“. La rivista statunitense descrive così la nuova batteria messa a punto dall’EMPA, che effettivamente funziona con due semplicissimi elementi: carta e tre tipologie di inchiostro, contenenti scaglie di grafite, cloruro di sodio e polvere di zinco.

Il dispositivo si attiva appunto con un paio di gocce d’acqua, che dissolvono il sale e consentono il rilascio di ioni carichi. In fase di test, la batteria ha permesso di alimentare una sveglia per circa un’ora.

Entro 2-5 anni questa tecnologia potrebbe essere utilizzata nell’elettronica monouso a basso consumo, come dei dispositivi diagnostici medici o gli imballaggi intelligenti, spiega Gustav Nyström, responsabile del settore cellulosa e materiali in legno dell’EMPA e alla testa dell’equipe di ricerca.

schermo di telefonino con account twitter di Elon Musk
Keystone / Karl-josef Hildenbrand

L’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk sta suscitando non pochi timori, anche in Svizzera. Un aspetto forse poco noto del magnate statunitense è che, tra le altre cose, possiede anche un’azienda attiva nel settore delle neurotecnologie. Dal connubio con Twitter potrebbero nascere nuove rivoluzionarie invenzioni. Non solo in senso positivo…

Oltre ad ambire a elettrificare il mondo e a colonizzare Marte, Musk crede di poter arrivare un giorno a connettere il cervello umano all’intelligenza artificiale. Per questo, nel 2016 ha fondato l’azienda Neuralink, che produce interfacce neurali da impiantare nel cervello. Un obiettivo ancora lontano: per ora questi dispositivi sono sperimentati perlopiù su scimmie e maiali.

L’acquisto di Twitter apre però nuove prospettive. Grazie ai dati sensibili dei circa 330 milioni di utenti attivi sulla rete sociale, Neuralink potrebbe arrivare a sviluppare neurotecnologie invasive, ovvero impianti cerebrali in grado di leggere e persino manipolare il cervello delle persone, influenzandone il comportamento, i ricordi, i pensieri e le emozioni.

È ciò che teme Marcello Ienca, esperto di etica delle neurotecnologie del Politecnico federale di Losanna: “Chiunque si occupi di neurotecnologie che leggono e influenzano il cervello umano dovrebbe attenersi a degli standard morali molto elevati. Questo non è il caso di Elon Musk […]. Nulla nel suo comportamento fa pensare che sia disposto a rinunciare alla manipolazione dell’opinione pubblica per motivi etici e questo lo rende inadatto a sviluppare tecnologie che si interfacciano con il cervello”.

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© Keystone / Christian Beutler

Confrontata con un calo nelle vendite di abbonamenti generali, l’associazione che riunisce i trasporti pubblici svizzeri innova: dalla fine del 2023 sarà disponibile un nuovo abbonamento che permetterà di viaggiare a prezzo ridotto.

L’abbonamento generale, che per un adulto costa 3’860 franchi all’anno in seconda classe, consente di viaggiare in tutta la Svizzera utilizzando tutta la rete di trasporti pubblici. Fino a prima dello scoppio della pandemia, questo titolo di trasporto ha conosciuto un successo crescente. Nel 2019 è stato raggiunto un picco di ben 500’000 abbonati su una popolazione di circa otto milioni di persone. Il coronavirus e la conseguente generalizzazione del lavoro a domicilio hanno però inciso sulle vendite del cosiddetto AG e nell’arco di due anni vi è stato un calo del 20%.

Per correre ai ripari, l’Alliance Swisspass (l’associazione che riunisce Ferrovie Federali Svizzere e le altre imprese di trasporto pubblico) ha ora deciso di introdurre un nuovo sistema, ovvero un abbonamento a credito. Il modello attualmente in fase di test prevede che chi paga 800 franchi riceva un credito di 1’000 franchi da utilizzare per acquistare i biglietti.

È una combinazione di sicurezza di pianificazione in termini di costi e, in definitiva, piena libertà d’uso. Si sa che si paga, scontato, solo quello che si usa. Non ci sono perdite e si può utilizzare quando si vuole”, ha spiegato Helmut Eichhorn, direttore dell’Alliance Swisspass.


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