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interno di una fabbrica

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

Gli scavi della nuova galleria autostradale del San Gottardo, che dovrebbe essere messa in servizio nel 2029, hanno riservato una bella sorpresa. A circa 300 metri dall'entrata del tunnel, i minatori si sono trovati di fronte una quantità importante di quarzo, apofillite e fluorite rosa. In particolare, quest'ultima si è rivelata essere di ottima qualità.

Secondo il geologo Peter Amacher, si tratta di uno dei ritrovamenti più notevoli di cristalli in Svizzera da anni. Un piccolo tesoro che sicuramente fa felice le autorità del Canton Uri, proprietarie dei cristalli. I più belli finiranno verosimilmente in un'esposizione.

pompa di benzina
Keystone / Oliver Berg

L’acquisto del 9,9% del capitale azionario di Credit Suisse da parte della Banca nazionale saudita suscita diverse reazioni nel mondo politico svizzero.

La ristrutturazione annunciata giovedì dalla seconda banca più importante in Svizzera continua a far discutere. Oltre al taglio di 9’200 posti di lavoro, di cui 2’000 in Svizzera, preoccupa l’entrata massiccia nel capitale azionario della Saudi National Bank, che acquisendo titoli per circa 1,5 miliardi di franchi diventa di colpo uno dei principali azionisti.

Da sinistra si sono levate diverse voci critiche. “Il controllo di tali società [strategiche] da parte di Stati stranieri è un problema per la democrazia e la sicurezza in Svizzera“, ha sottolineato il parlamentare federale socialista Fabian Molina. Soprattutto se lo Stato in questione non è di certo un campione in materia di rispetto dei diritti umani.

Per molti politici del campo borghese, non vi è invece nulla di cui inquietarsi. “Investire nel settore finanziario non è come investire nell’economia ‘reale‘”, spiega il consigliere nazionale del Partito liberale radicale Hans-Peter Portmann. “Ad esempio, quando i cinesi investono in infrastrutture portuali, lo fanno per ragioni politiche e strategiche”. Il caso di Credit Suisse è diverso. Per i sauditi si tratta di un investimento per mere ragioni finanziarie: ” Vedono un grande potenziale di profitto nei prossimi cinque-dieci anni. Non si tratta di politica”.

interno di una fabbrica
Keystone / Stefan Meyer

Da oltre 200 anni la fabbrica di sigarette che sorge a Boncourt, nel Canton Giura, è uno dei capisaldi dell’economia di una regione svizzera piuttosto discosta. Una storia che rischia presto di finire, lasciando senza lavoro un paio di centinaia di persone.

British American Tobacco (BAT) ha annunciato giovedì la sua intenzione di trasferire la produzione dello stabilimento giurassiano verso altre fabbriche in Europa. La società ha avviato una procedura di consultazione – obbligatoria in caso di licenziamenti collettivi – che durerà quattro settimane. Poi si saprà se il sito sarà chiuso solo parzialmente o completamente.

Nella fabbrica giurassiana vengono in particolare prodotte le Parisienne, la seconda marca di sigarette più venduta in Svizzera.

La decisione rappresenta un duro colpo per il Comune di Boncourt, al confine con la Francia, per i suoi 1’200 abitanti e per tutta la regione. Da oltre due secoli, la fabbrica – fondata nel 1814 dalla famiglia Burrus e acquistata nel 1996 da Rothmans International (a sua volta comperata da BAT nel 1999) – non solo dà lavoro a centinaia di persone, ma ha anche permesso di finanziare numerose infrastrutture, grazie alle entrate fiscali e alle generose donazioni della famiglia fondatrice.

sonda spaziale
Keystone

Marte non è un pianeta geologicamente morto. Due studi del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) gettano nuova luce sul pianeta rosso.

I dati trasmessi dalla sonda spaziale InSight della Nasa hanno consentito a due équipe di ricerca dell’ateneo zurighese di fare notevoli passi in avanti nello studio di Marte. Dei segnali sismici fanno pensare alla presenza di attività vulcanica. Si ritiene che vi sia della lava fusa, il che dimostrerebbe, al contrario di quanto si credeva finora, che Marte non è un pianeta geologicamente morto.

L’impatto di due meteoriti su Marte ha inoltre permesso ai ricercatori e alle ricercatrici dell’ateneo zurighese di osservare, per la prima volta, onde sismiche che si propagano lungo la superficie di un pianeta che non è la Terra e di ottenere così informazioni importanti sulla crosta marziana. “Nemmeno le missioni Apollo sulla Luna ci erano riuscite”, ha sottolineato Doyeon Kim, tra gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Science.

Una delle prime conclusioni a cui è giunto il team dell’ETHZ è che tra il sismometro di InSight e i punti di impatto dei meteoriti la crosta si è rivelata essere più uniforme e densa di quanto si supponeva finora.

giuliano da empoli
Francesca Mantovani

Giuliano da Empoli è stato insignito del Grand Prix del romanzo conferito dall’Académie française per il suo libro Il mago del Cremlino. Lo scrittore italo-svizzero è anche uno dei quattro finalisti dell’edizione 2022 del prestigioso Premio Goncourt, che sarà annunciato il 3 novembre.

Nel suo romanzo, Giuliano da Empoli traccia un panorama dei meccanismi del potere in Russia negli ultimi 30 anni, attraverso le figure di due personaggi di finzione – Vadim Baronov e lo Zar – dietro ai quali di celano due personalità che esistono veramente: il co-fondatore del partito Russia Unita Vladislav Surkov e, naturalmente, Vladimir Putin.

I meccanismi del potere e della politica non sono estranei allo scrittore italo-svizzero, nato 49 anni fa a Neuilly-sur-Seine, un sobborgo di Parigi, che nel corso della sua carriera ha anche ricoperto l’incarico di consigliere politico del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.

“Il romanzo mi si è imposto come una necessità che mi avrebbe permesso di esprimermi sulla natura del potere alla luce di quello che avevo osservato e capito”, ha spiegato Giuliano da Empoli in una recente intervista a swissinfo.ch.

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