
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
lavorare per un portale come il nostro è spesso molto arricchente. Tvsvizzera.it fa infatti parte di swissinfo.ch, il servizio internazionale della Radiotelevisione svizzera, e avere colleghi che si esprimono in dieci lingue diverse oltre ad essere divertente ti fa scoprire aspetti della tua lingua su cui magari non ti sei mai interrogato. Proprio oggi, infatti, una mia collega francofona che stava traducendo un articolo scritto in italiano mi ha chiesto: "Ma cosa cavolo vuol dire l'espressione 'qui casca l'asino'?".
Effettivamente non mi sono mai chiesto da dove venisse questa strana espressione. Così consultando il web ho scoperto che "il riferimento all’asino è legato alla situazione di attraversamento di un ponte, poiché la bestia si impunta ed agita facilmente, rischiando così di cadere".
Vi lascio ora ad alcune notizie del giorno.

Dopo un’edizione annullata e un’altra in versione ridotta a causa della pandemia, ha aperto i battenti giovedì a San Gallo l’Olma, la più grande fiera dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzata in Svizzera.
Allestita per la prima volta in pieno secondo conflitto mondiale, nel 1943, la fiera di San Gallo è diventata con il passare del tempo il più importante appuntamento dedicato al mondo agricolo svizzero, arrivando a registrare quasi mezzo milione di visitatori negli anni ’80. Seppur in leggera perdita di velocità, la rassegna – una delle poche grandi fiere ancora organizzate in Svizzera – continua a suscitare grande interesse, tanto che nell’anno pre-pandemico sono stati venduti 360’000 biglietti.
L’inaugurazione della 79esima edizione, che si protrarrà fino al 23 ottobre, è avvenuta alla presenza del presidente della Confederazione Ignazio Cassis. Questo appuntamento è uno dei “momenti chiave dell’anno presidenziale”, ha affermato durante la cerimonia di apertura il consigliere federale, aggiungendo che si tratta di “un prezioso segnale di stabilità in un clima generale di preoccupazione”.
Nei prossimi dieci giorni, l’Olma sarà animata da circa 500 espositori. Oltre alle offerte tradizionali, come le presentazioni di animali nell’arena o le “Säulirennen”, le caratteristiche “corse di maiali”, la manifestazione prevede svariate mostre speciali incentrate sulle innovazioni. Nel padiglione 9.0, ad esempio, verranno presentati nuovi tipi di veicoli alimentati a gas, idrogeno, energia elettrica o benzina. Presenti fra le altre cose anche alcune start-up del Politecnico di Zurigo, che si concentrano sullo sviluppo di una “carne” a base vegetale e sulla cosiddetta “agricoltura verticale”.
- La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS ripresa dal portale bluewin.ch.
- Un approfondimento della mia collega Sara Ibrahim sulla carne coltivata.
- Un album fotografico in occasione dei 75 anni della manifestazione.
- La crisi delle grandi fiere generaliste in questo mio articolo d’archivio.

Due persone su cinque in Svizzera hanno un passato migratorio: è quanto emerge dalle cifre pubblicate giovedì dall’Ufficio federale di statistica (UST).
Nel 2021 il 39% della popolazione residente permanente in Svizzera di 15 anni o più aveva un passato migratorio, ovvero 2’890’000 persone. Rispetto al 2020, l’aumento è stato dell’1%, rileva l’UST.
Tra la popolazione con un passato migratorio, l’80% delle persone è nato all’estero e fa parte della prima generazione. Il rimanente 20% è invece nato in Svizzera e appartiene quindi alla seconda o terza generazione.
Dopo la nazionalità svizzera (38%), le nazionalità più rappresentate tra la popolazione con un passato migratorio sono quella italiana (10%) e quella tedesca (9%).
- Tutti i datiCollegamento esterno sul sito dell’Ufficio federale di statistica.
- Le ultime cifre sulla crescita demografica in Svizzera nell’articolo di Keystone-ATS.
- Chi sono gli oltre due milioni di stranieri che vivono in Svizzera? Dagli archivi di swissinfo.ch.

E se in Svizzera il servizio militare diventasse obbligatorio anche per le donne? Il Governo elvetico vuole valutare questa opzione per far fronte al previsto calo di effettivi.
Probabilmente l’idea non si concretizzerà mai, ma il Consiglio federale intende comunque approfondirla: estendere l’obbligo di prestare servizio militare alle donne è una delle piste evocate per compensare il previsto calo degli effettivi.
Attualmente stando al Censimento dell’esercito 2022 pubblicato giovedì l’effettivo reale delle forze armate svizzere ammonta a 151’299 militari, quindi più di quello necessario, pari a 140’000. L’esercito è però confrontato con un numero di partenze anticipate importante e – complice anche un cambiamento della regolamentazione – a partire dal 2030 “l’effettivo reale necessario non verrà più raggiunto”, stando alle previsioni.
Oltre al servizio di leva per le donne, il Governo prevede anche di rendere obbligatoria la partecipazione alla giornata informativa per le cittadine svizzere (oggi imposta solo agli uomini) e intende valutare la possibilità di fondere il servizio civile e la protezione civile.
- Il servizio su tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno del Consiglio federale.
- Dai nostri archivi un approfondimento su tutto ciò che c’è da sapere sull’esercito svizzero.
- Arruolare le donne nell’esercito alla maniera norvegese: un articolo della mia collega Geraldine Wong Sak Hoi.

La diplomazia scientifica è protagonista in questi giorni al summit GESDA, una conferenza dedicata alla scienza e alla diplomazia, attualmente in corso a Ginevra. Un esempio degli sforzi svizzeri in questo ambito è rappresentato da un progetto del Politecnico federale di Losanna (EPFL) sostenuto dal Dipartimento degli esteri elvetico (DFAE), che studia i coralli del Mar Rosso.
La barriera corallina del Mar Rosso potrebbe essere l’ultima ancora in vita entro la fine del secolo. I coralli che vivono in questo mare, infatti, hanno dimostrato di essere particolarmente resistenti all’innalzamento delle temperature legato ai cambiamenti climatici che sta decimando i coralli in altre parti del mondo.
Un progetto del Transnational Red Sea Center (TRSC) dell’EPFL sta effettuando delle spedizioni di ricerca nel Mar Rosso per carpire il segreto dei suoi coralli tramite analisi genetiche e mappatura 3D. I dati serviranno ai Paesi della regione per decidere quali sono le migliori azioni da intraprendere per proteggere la barriera corallina delle loro coste da minacce come l’inquinamento, la pesca intensiva e il turismo di massa.
Molti degli Stati del Mar Rosso non hanno una situazione stabile e ancora più complicate sono le relazioni che intrattengono gli uni con gli altri. Per il buon fine della missione è dunque necessario anche un lavoro diplomatico, portato avanti dal DFAE nell’ambito della sua strategia di diplomazia scientifica. Per ora, gli sforzi diplomatici sono riusciti a far salire a bordo di questo progetto Giordania, Israele, Sudan e Gibuti.
- L’approfondimento di SWI swissinfo.ch sulla missione del TRSC.
- La mia collega Sara presenta il summit di scienza e diplomazia GESDA.
- La strategia svizzera per l’utilizzo della scienza in ambito diplomatico, sul sito del DFAECollegamento esterno.
- L’intervista al direttore del TRSC, il professor Anders Meibom.

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