La televisione svizzera per l’Italia
manifestazione per l uguaglianza salariale

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Non so voi, ma io quando capito su comunicati che riguardano cifre della Banca nazionale svizzera o più in generale di istituti centrali è un po' come se stessi osservando le stelle cercando di immaginarmi l'infinità dell'universo. Quanto è lontana quella stella? E dopo cosa c'è? Insomma, il mio cervello va un po' in tilt.

Lo stesso, dicevo, accade quando vengo a sapere che – sono cifre di oggi – le riserve di divise detenute dalla Banca nazionale svizzera sono aumentate di 9,96 miliardi di franchi in agosto rispetto a luglio. E che ora l'insieme delle riserve (oro escluso, è bene precisarlo) ammonta a 873,61 miliardi di franchi. Cosa significano 873,61 miliardi di franchi? Quante banconote da cento bisogna impilare per arrivare a una simile somma? Ma Paperon de Paperoni quanti soldi custodiva nel suo deposito?

Forse è meglio passare ad altro, sperando che il mio cervello si sia nel frattempo riconnesso…

paziente su una barella viene fatto scendere da un aereo
© Keystone / Gaetan Bally

La Svizzera ha accolto oggi i primi civili gravemente malati provenienti dall’Ucraina. Le cinque persone saranno curate presso gli ospedali universitari di Zurigo, Berna e Losanna.

A darne notizia è stata la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), senza dare ulteriori informazioni sulla natura delle malattie dei primi cinque pazienti giunti nella Confederazione. Il trasporto è organizzato dalla Guardia aerea svizzera di soccorso (Rega). La Svizzera dovrebbe accogliere circa 20 persone al mese.

Le autorità federali e cantonali hanno concordato un meccanismo per l’ammissione. Il sistema prevede che i dossier dei pazienti siano raccolti da un centro nazionale di coordinamento. Questo verifica, tra le altre cose, se le persone siano idonee al trasporto e se abbiano buone possibilità di essere curate. Qualora queste condizioni fossero soddisfatte, il centro di coordinamento sottopone le proposte a una commissione medica composta di esperti ed esperte di varie istituzioni.

In un primo tempo, il Governo svizzero aveva respinto la richiesta inoltrata dalle autorità di Kiev in maggio di curare su territorio elvetico persone ferite in Ucraina, non potendo verificare se tra di esse vi fossero dei soldati. Poi, grazie alle garanzie fornite dall’Ucraina sul fatto che sarebbero stati inviati solo civili, Berna aveva finalmente accettato di mettere a disposizione gli ospedali elvetici.

manifestazione per l uguaglianza salariale
© Keystone / Anthony Anex

Durante tutta la loro vita attiva, le donne in Svizzera guadagnano in media il 43,2% in meno rispetto agli uomini. Il dato emerge dal rapporto sul divario retributivo di genere, approvato oggi dal Governo elvetico.

Questo indicatore viene calcolato da Eurostat già da diversi anni, ma finora non era mai stato quantificato in Svizzera. Una lacuna colmata grazie a un postulato della parlamentare socialista basilese Samira Marti, che chiedeva appunto di rilevare il cosiddetto “Gender overall earnings gap” (GOEG), ovvero il divario retributivo di genere complessivo.

Nel 2018 il GOEG – cioè la differenza di reddito per tutte le ore lavorate tra i 15 e i 64 anni – era pari al 43,2%. Questo divario aumenta progressivamente con l’età: le ragazze fra i 15 e i 24 anni hanno retribuzioni del 7,9% inferiori ai coetanei maschi, mentre per le donne fra i 55 e i 64 anni la differenza sale al 53,5%. La componente principale di questo divario di genere è la differenza di ore di lavoro mensili, che da sola rappresenta 21,5 punti percentuali del 43,2% totale.

Per quanto riguarda unicamente le differenze salariali, nel 2018 le donne in Svizzera hanno guadagnato in media il 19% in meno rispetto agli uomini. Tenendo conto unicamente dell’economia privata la differenza era del 19,6%, con notevoli disparità a seconda del settore: dall’8,1% nei servizi di alloggio e ristorazione fino al 33,4% nel settore finanziario e assicurativo. Nel settore pubblico lo scarto è del 18,1%. La parte della differenza che non può essere ricondotta a fattori strutturali (età, istruzione, anni di servizio, posizione all’interno dell’azienda e settore di attività) è del 44%.

mariella mehr
© Keystone / Gaetan Bally

La scrittrice svizzera Mariella Mehr si è spenta lunedì all’età di 74 anni, ha comunicato ieri il suo editore, Limmat Verlag. Alcune delle sue opere sono state tradotte anche in italiano.

Nata nel 1947 a Zurigo, Mariella Mehr era di etnia jenisch. Da bambina fu sottratta alla sua famiglia in ossequio al programma di Pro Juventute “figli della strada”, in vigore dal 1927 al 1972. La sua adolescenza fu marcata da stupri, internamenti, elettrochoc e, all’età di 18 anni, dopo aver avuto un figlio che le venne tolto, dala sterilizzazione forzata.

Tutta la sua opera letteraria è profondamente marcata dalla sua biografia. Ha pubblicato il suo primo romanzo, Steinzeit (Silviasilviosilvana), nel 1981. Sono diversi i riconoscimenti che le sono stati attribuiti, tra cui nel 1998 un dottorato honoris causa dall’Università di Basilea per il suo lavoro di scrittrice e il suo impegno politico, nel 2012 il prestigioso Premio ProLitteris per l’insieme della sua opera e nel 2016 il Premio letterario grigione. Nel 2018 ha ottenuto il Premio Anna Göldi per i diritti umani.

In traduzione italiana sono apparsi Steinzeit (Guaraldi, 1995), Il marchio (Tufani, 2001), Labambina (Effigie, 2006) e Accusata (Effigie, 2008) oltre a diverse raccolte poetiche.

persona parla da un palco
Acervo privado de Charles Linsmayer

Probabilmente il suo nome non vi dice nulla, ma negli anni Trenta del secolo scorso era uno dei poeti più acclamati nella Germania nazista: la storia dello svizzero Heinrich Anacker.

Ein Volk – ein Reich – ein Führer del 1938 o ancora Marsch durch den Osten del 1943: i titoli delle raccolte di poesie di Heinrich Anacker lasciano pochi dubbi sulle simpatie che nutriva questo svizzero, nato nel 1901 a Buchs, nel Canton Argovia, da padre tedesco naturalizzato cittadino elvetico. Soprannominato “poeta delle camicie brune” o “poeta delle SA”, Anacker è stato uno dei poeti svizzeri di maggior successo del secolo scorso. Alla fine della Seconda guerra mondiale aveva pubblicato 22 raccolte di poesie in Germania e fino al 1945 ne aveva vendute 180’000 copie.

Rimasto abbagliato dal nazionalsocialismo, nel 1928 si trasferì in Sassonia per raggiungere la moglie Emmy, aderì al partito nazista e entrò a far parte delle SA. Nel 1936, al congresso del partito a Norimberga Anacker ricevette il prestigioso “premio del NSDAP per l’arte e la scienza”, che gli venne consegnato direttamente da Alfred Rosenberg, il principale ideologo di Hitler.

Durante la guerra fu arruolato nella Wehrmacht, dove poté continuare la sua attività di poeta di partito stipendiato dallo Stato, declamando anche le sue poesie alle truppe dislocate sui vari fronti. Alla fine del conflitto fu toccato solo di striscio dalla denazificazione. Nel 1948 il tribunale distrettuale di Göppingen lo condannò a sei mesi di reclusione in quanto ritenuto “collaboratore di reati minori”, pena poi ridotta in appello. Nel 1955 si trasferì assieme alla moglie a Wasserburg, sulla riva tedesca del Lago di Costanza e non rientrò mai più in Svizzera, dove era considerato persona non grata. Dimenticato da tutti, continuò a scrivere poesie, mai più pubblicate, fino alla sua morte nel 1971.

  • L’approfondimento su Heinrich Anacker del mio collega Alexander Thoele pubblicato su swissinfo.ch.
  • In quest’altro articolo d’archivio potete invece scoprire la storie degli svizzeri e delle svizzere finiti nei campi di concentramento nazisti.




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