
Oggi in Svizzera
Cari lettori e care lettrici,
Forse alcuni di voi lo ricorderanno. Il 18 agosto di 29 anni fa gli abitanti e le abitanti di Lucerna si risvegliarono con una bruttissima notizia. Durante la notte, il famoso Kappelbrücke, il ponte pedonale in legno portato a termine nel 1333 simbolo della città, era andato distrutto per due terzi a causa di un incendio, scoppiato per motivi tuttora ignoti. Le fiamme avevano devastato 86 dei 111 dipinti triangolari del XVII secolo che si trovavano sotto il suo tetto.
Lo shock era stato immenso e aveva ampiamente varcato le frontiere. La mattina stessa del dramma, quando le rovine erano ancora fumanti, le autorità comunali di Lucerna avevano immediatamente deciso di ricostruire il ponte. E meno di un anno dopo, il 14 aprile 1994, il Kappelbrücke era potuto tornare ad essere quello che era sempre stato, perlomeno nel recente passato: uno dei monumenti più fotografati in Svizzera, secondo solo a sua maestà il Cervino.
Ed è proprio con il turismo che apriamo la nostra rassegna quotidiana.

Primo bilancio in chiaroscuro della stagione turistica in Svizzera: il settore è in crescita, ma gli arrivi dall’estero sono ancora ben inferiori rispetto al livello prima della pandemia di coronavirus.
Le cifre sono ancora provvisorie, ma secondo una prima stima resa nota giovedì da Svizzera Turismo tra giugno e agosto i pernottamenti nelle infrastrutture alberghiere e para-alberghiere elvetiche sono aumentati del 3% in confronto al 2021. Gli ospiti svizzeri sono diminuiti, mentre quelli provenienti dall’estero sono tornati ad aumentare, ha indicato il direttore dell’associazione di categoria Martin Nydegger durante un incontro con la stampa a Zurigo.
Per quanto concerne i turisti e le turiste straniere, i numeri sono però ancora lontani rispetto a quelli del 2019. Sull’insieme del primo semestre, i pernottamenti sono infatti più bassi di un terzo se paragonati a quelli di tre anni fa. Mancano soprattutto i viaggiatori provenienti da Paesi lontani, in particolare da Cina, India e Corea del Sud, nonché dagli Stati Uniti. Ma anche nei mercati chiave europei si è assistito a un calo, soprattutto di ospiti provenienti dalla Gran Bretagna (-27%) e dall’Italia (-20%).
Il settore è quindi ancora in modalità crisi. Invece che attenuarsi, i problemi si accumulano, ha evidenziato Nydegger citando, oltre alla pandemia sempre in agguato, le incertezze legate all’approvvigionamento energetico e alle catene di fornitura, la carenza di lavorati qualificati e le preoccupazioni relative a valuta e inflazione.
- Il servizioCollegamento esterno sul tema di RSI News.
- La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS ripresa da La Regione.
- In questo servizio pubblicato su tvsvizzera.it vi parliamo invece della ripresa del turismo italiano, anche grazie agli ospiti provenienti dalla Svizzera.

Un’azienda su dieci in Svizzera ha già assunto rifugiati e rifugiate dall’Ucraina e la soddisfazione per le loro prestazioni è molto alta. È quanto emerge da uno studio eseguito su incarico dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI).
Il 10% delle 367 imprese di cinque o più collaboratori contattate per il sondaggio dall’istituto Sotomo ha reclutato in questi mesi una persona proveniente dall’Ucraina rifugiatasi in Svizzera e più di un’azienda su due si dice interessata a un’eventuale assunzione. Nella maggior parte dei casi (85%), le ditte che hanno ingaggiato un rifugiato o una rifugiata si sono dichiarate soddisfatte.
Per le aziende intervistate una delle motivazioni importanti per l’assunzione di persone provenienti dall’Ucraina riguarda la volontà di fornire un contributo di solidarietà. Per una ditta su tre, un motivo di assunzione sono le buone qualifiche dei rifugiati e la carenza di lavoratori qualificati e di manodopera. Non mancano però anche i problemi, in particolare per quanto concerne le competenze linguistiche.
L’USI sottolinea inoltre che il mondo imprenditoriale ha bisogno di maggiori certezze, in particolare per quanto concerne la durata del diritto di soggiorno. Lo statuto di protezione S concesso alle circa 60’000 persone provenienti dall’Ucraina (33’000 delle quali in età lavorativa) è infatti attualmente limitato a un anno e per i rifugiati e le rifugiate della prima ora scadrà quindi già tra circa sei mesi.
- La notiziaCollegamento esterno pubblicata su Ticinonline.
- Il comunicatoCollegamento esterno dell’Unione svizzera degli imprenditori e lo studioCollegamento esterno dell’istituto Sotomo (in francese).
- Qui potete invece scoprire la storia di Viktoria e Polina, giunte in Svizzera qualche mese fa.

I servizi consolari svizzeri funzionano generalmente bene, ma la digitalizzazione lascia ancora a desiderare. È la conclusione a cui giunge il Controllo federale delle finanze (CDF).
I circa 788’000 cittadini e cittadine svizzeri residenti all’estero e i viaggiatori con un passaporto rossocrociato possono contare su una rete di servizi consolari giudicata positivamente dall’organo superiore di vigilanza finanziaria della Confederazione, che ha pubblicato un rapporto in merito mercoledì.
Vi sono però ancora margini di miglioramento, in particolare per quanto concerne la digitalizzazione, che va potenziata. Le rappresentanze consolari conservano ancora i documenti degli svizzeri all’estero in formato cartaceo, scrive il Controllo federale delle finanze. Senza l’archiviazione elettronica e la gestione digitalizzata dei dossier, è difficile convincere il personale a non usare la carta.
A preoccupare il personale contribuiscono, oltre al timore di perdere il lavoro a causa della crescente digitalizzazione, le chiusure di singoli consolati e il consolidamento dei servizi in 16 centri consolari regionali. La direzione stabilita dalla sede centrale di Berna è vista come avulsa dalla realtà. Per questo – prosegue il CDF – il personale locale deve essere maggiormente coinvolto nella trasformazione digitale. Anche gli utenti dovrebbero peraltro venire coinvolti nello sviluppo di un servizio online, visto che le offerte attuali non sono abbastanza utilizzate.
- La notiziaCollegamento esterno pubblicata su Ticinonews.
- Il riassuntoCollegamento esterno in italiano e la versione completaCollegamento esterno in francese del rapporto del Controllo federale delle finanze.
- Il dossier sulla Quinta Svizzera di swissinfo.ch.

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