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scheletro

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,  

Come abbiamo più volte scritto nelle scorse settimane, anche nella Confederazione la siccità si fa sentire. Le mandrie nei pascoli alpini vengono riportate con largo anticipo in pianura, le colture soffrono e i fiumi pure.

Alcuni riescono però a trarre qualche giovamento da questa situazione. Ieri un gruppetto di giovani ha scalato la cascata del Reno, stando a quanto riportato dal Blick, che ha fornito anche una prova visiva. La prodezza, non troppo gradita dalla polizia, è stata resa possibile dal fatto che la cascata in queste ultime settimane ha perso molta della sua superbia.

Vi lascio ora alla lettura di alcune altre notizie del giorno.

due persone si stringono la mano
© Keystone / Michael Buholzer

La Svizzera potrebbe rappresentare gli interessi dell’Ucraina in Russia. Manca però ancora il nullaosta di Mosca. È quanto rivelano mercoledì i giornali del gruppo CH Media.

Dopo l’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio scorso, l’Ucraina ha rotto le relazioni diplomatiche con Mosca. Su richiesta del Governo ucraino, la Svizzera potrebbe ora assumere un mandato in qualità di potenza protettrice, ossia incaricarsi di svolgere una parte dei compiti consolari e diplomatici per conto dell’Ucraina in Russia.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (nella foto il ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis e il suo omologo ucraino Denys Shmyhal durante la conferenza sull’Ucraina a Lugano) ha confermato che è già stato negoziato un accordo tra Berna e Kiev, il cui contenuto è però confidenziale. Non si conoscono le prestazioni che la Confederazione dovrà fornire e quante persone saranno impiegate per questi compiti. Prima di tutto sarà però necessario ottenere il via libera da parte del Cremlino, che finora non si è espresso.

Questo tipo di mandati rientrano tra i cosiddetti “buoni uffici” forniti dalla Svizzera. Attualmente la Confederazione svolge sette mandati come potenza protettrice: rappresenta gli interessi dell’Iran in Egitto (dal 1979), quelli degli Stati Uniti in Iran (1980), quelli della Russia in Georgia e viceversa (rispettivamente dal 2008 e dal 2009), dell’Iran in Arabia Saudita e viceversa (dal 2018) e infine dell’Iran in Canada (dal 2019).

  • L’articoloCollegamento esterno sul possibile mandato della Svizzera di potenza protettrice per conto dell’Ucraina in Russia apparso sull’Aargauer Zeitung (in tedesco).
  • Il focus di SWI swissinfo.ch sulla diplomazia svizzera e i buoni uffici.
  • I buoni ufficiCollegamento esterno della Svizzera sulla pagina del Dipartimento federale degli affari esteri.
donna seduta su una panchina
© Keystone / Ennio Leanza

Due svizzere su tre respingono il progetto di modifica dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne. È uno dei risultati che emerge dal primo sondaggio del gruppo editoriale Tamedia in vista della votazione del 25 settembre.

Se si fosse votato tra il 3 e il 4 agosto, il 53% delle 16’341 persone di tutta la Svizzera che hanno partecipato al sondaggio avrebbe approvato la modifica dell’AVS riguardo all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne e il 58% avrebbe detto sì all’aumento dell’IVA per finanziare il fondo pensioni. La proporzione di favorevoli scende però drasticamente in funzione del sesso: solo il 36% delle donne intervistate appoggia il primo progetto, mentre tra gli uomini la quota sale al 71%. La differenza è meno marcata per il secondo oggetto, ma anche in questo caso le donne (50%) sono meno convinte degli uomini (65%).

Il 25 settembre prossimo, l’elettorato svizzero è chiamato pure ad esprimersi sull’iniziativa popolare che propone di vietare l’allevamento intensivo e sul referendum contro l’abolizione dell’imposta preventiva.

L’iniziativa popolare è sostenuta dal 55% degli intervistati e delle intervistate, contro il 43% di contrari e il 2% che non ha ancora deciso. Il margine rischia però di essere troppo esiguo: molto spesso all’inizio della campagna le iniziative godono di un ampio sostegno, che però si assottiglia con l’avvicinarsi del voto. Per quel che riguarda la legge federale sull’imposta preventiva, il campo del ‘no’ si attesta al 51%, quello del ‘sì’ al 30% mentre un quinto dei partecipanti al sondaggio è ancora indeciso.

scheletro
© Keystone / Gabriel Monnet

In Vallese durante un sondaggio archeologico effettuato prima dell’inizio della costruzione di una villa è venuta alla luce un’importante necropoli dell’Età del bronzo, risalente circa al 2’000 avanti Cristo.

“È una scoperta straordinaria”, ha dichiarato il vice archeologo cantonale François Mariéthoz. Siti funerari di questo tipo sono già conosciuti in Vallese, ma è la prima volta che l’architettura di una necropoli di questo periodo può essere osservata e analizzata in dettaglio, ovvero sia con le ossa dei defunti, sia con i loro oggetti ed ornamenti.

Il ritrovamento è avvenuto a Savièse, un comune in cui la presenza dell’essere umano è attestata sin da circa il 4’800 a.C. La necropoli è composta di almeno 18 tombe a cista, in cui i defunti venivano deposti in posizione rannicchiata.

In alcune delle ciste si può ancora osservare parte dello scheletro e appunto alcuni oggetti ed ornamenti. Attorno al cranio di un defunto, gli archeologi hanno anche rinvenuto un diadema di bronzo, un elemento relativamente raro.

stufa a leggna
Keystone / Silas Stein

In Svizzera si assiste a un boom dei sistemi di riscaldamento alternativi, in particolare quelli a legna.

La domanda di impianti a legna, già aumentata notevolmente durante la pandemia, ha subito una nuova accelerazione sulla scia della guerra in Ucraina e i conseguenti timori per una crisi energetica durante il prossimo inverno.

“Nella prima metà del 2022 è stato installato l’80% in più di sistemi di riscaldamento a legna rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, ha spiegato all’agenzia Awp Andreas Keel, direttore di Energia Legno Svizzera, l’associazione del ramo.

Visto questo boom c’è ora da attendersi a una forte crescita della domanda di legna. Keel, così come molti altri esperti del settore, consiglia di ordinarlo il più presto possibile, perché il settore, come altri, soffre per le difficoltà a livello di logistica e di personale. “C’è una carenza sia di camion che di autisti. Inoltre, il legno per i pellet deve essere prima essiccato, quindi la capacità non può essere raddoppiata da un giorno all’altro”, ha indicato il direttore di Energia Legno Svizzera.

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