Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Una casa d'aste statunitense ha messo in vendita ieri un orologio appartenuto a Adolf Hitler, assemblato da un orologiaio bavarese con un movimento della società svizzera Jaeger-LaCoultre. Il pezzo è stato aggiudicato per una somma inferiore alle attese: 1,05 milioni di dollari a fronte dei quattro previsti da alcuni esperti.
L'anonimo acquirente rischia però di non aver fatto un grande affare: non vi sono infatti prove che l'orologio sia veramente appartenuto al dittatore tedesco. Il giornale svizzero francese 24Heures ha dedicato una minuziosa inchiesta alla vicenda e, pur non giungendo a una conclusione definitiva, emette seri dubbi sul proprietario dell'orologio. Una cosa è certa: Adolf Hitler non usava indossare orologi in pubblico. L'azienda Jaeger-LaCoultre, che ha analizzato circa 26'000 immagini d'archivio di Hitler, non ne ha trovata una sola sulla quale avesse un orologio al polso, scrive il giornale.
Dopo questo tuffo nella storia, vi lascio alla lettura di alcune notizie del giorno.
La Svizzera deve coordinarsi con l’Unione europea per quanto riguarda il risparmio di gas. Lo ha dichiarato la ministra dell’energia Simonetta Sommaruga, intervistata dalla Radiotelevisione Svizzera.
Pochi giorni fa, i Paesi dell’UE hanno trovato un’intesa per un piano d’emergenza per i ridurre i consumi qualora la Russia interrompesse le sue forniture di gas. Il piano prevede tagli volontari a livello nazionale del 15% fra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023.
Interrogata sulla possibile partecipazione della Confederazione a tale strategia, Simonetta Sommaruga ha sottolineato che la decisione spetta all’insieme del Governo. La ministra dell’energia ha però precisato l’importanza di mostrare a Bruxelles che anche la Svizzera offre il proprio contributo.
Simonetta Sommaruga ha poi indicato che la Confederazione sta attualmente mettendo a punto, in collaborazione con economia e industria, una campagna focalizzata sul risparmio energetico. Essa ha come obiettivo mostrare che ognuno può fare la propria parte, anche perché, con l’aumento dei prezzi, ciò “è nell’interesse di tutti”.
- L’intervista a Simonetta Sommaruga della Radiotelevisione svizzera ripresa su tvsvizzera.it.
- In questa intervista d’archivio pubblicata su swissinfo.ch, René Bautz, direttore generale di Gaznat, società svizzera che si occupa dell’approvvigionamento in gas, fa il punto sulla situazione nella Confederazione.
- Quanto pesa la bolletta energetica sulle spese delle famiglie in Svizzera? Un approfondimento della mia collega Pauline Turuban.
Altri sviluppi
Pesante perdita nel primo semestre per la Banca nazionale svizzera (BNS): tra gennaio e giugno, l’istituto centrale ha accusato un deficit di 95,2 miliardi di franchi.
La perdita era stata prevista da tutti gli analisti, ma non ci si aspettava un buco così importante. A incidere sono state le perdite sulle posizioni in valuta estera, ammontate a 97,4 miliardi di franchi, mentre sulle disponibilità in oro è stata registrata una plusvalenza di 2,4 miliardi.
Nel suo comunicato, la BNS rileva che i risultati dipendono prevalentemente dall’andamento dei mercati dei cambi, dei capitali e dell’oro. Viste le forti oscillazioni, “è difficile trarre conclusioni per il risultato dell’intero esercizio”.
Se il periodo nero sul fronte del mercato dei cambi e dei capitali dovesse proseguire, vi sono forti rischi che la BNS non possa procedere ai rimborsi che effettua a Confederazione e Cantoni. Sulla base della convenzione siglata tra il Dipartimento delle finanze e l’istituto d’emissione, quest’ultimo può versare fino a sei miliardi di franchi all’anno alle autorità pubbliche, a seconda del risultato d’esercizio.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno della BNS.
- In questa intervistaCollegamento esterno rilasciata al Tages-Anzeiger, l’economista Reto Föllmi afferma che la BNS è intervenuta troppo a lungo sul mercato dei cambi per sostenere il franco.
- Una curiosità sulla BNS e sulle sue banconote: sapevate che il biglietto da 1’000 franchi è la banconota con il valore più alto al mondo?
Il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile è un diritto umano a tutti gli effetti: l’Assemblea generale dell’ONU ha adottato giovedì una risoluzione in tal senso, presentata dalla Svizzera assieme a un piccolo gruppo di Stati.
“Il riconoscimento universale di un diritto umano da parte dell’Assemblea generale dell’ONU, che riunisce tutti i 193 Stati membri, ha un significato storico. L’ultimo caso analogo risale al 2010, quando l’Assemblea generale ha riconosciuto il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari”, sottolinea in un comunicato il Dipartimento federale degli affari esteri.
Il testo presentato dalla Svizzera assieme a un piccolo gruppo di Paesi (Costa Rica, Maldive, Marocco e Slovenia) è stato accolto all’unanimità, con 161 voti a favore, zero contrari e otto astensioni, tra cui Cina e Federazione Russa.
Il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha tuttavia sottolineato che l’approvazione della risoluzione è “solo un inizio” e ha esortato le nazioni a rendere questo diritto appena riconosciuto “una realtà per tutti, ovunque” per lottare insieme contro la triplice crisi globale del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento.
- La notiziaCollegamento esterno riportata dai colleghi della Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS.
- Il testoCollegamento esterno (in inglese) della risoluzione adottata dall’Assemblea generale dell’ONU.
- Il dossierCollegamento esterno del Consiglio d’Europa sul tema ambiente e diritti umani.
- In questo approfondimento del mio collega Luigi Jorio, la lotta di un gruppo di anziane che ha intentato un’azione giudiziaria davanti alla Corte europea dei diritti umani nei confronti della Svizzera, accusata di non fare abbastanza per contrastare la crisi climatica.
Dalla Svizzera potrebbe presto giungere la prima batteria di carta usa e getta. Ricercatori del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (Empa) sono riusciti a dimostrarne il funzionamento.
La batteria si attiva semplicemente con qualche goccia d’acqua e potrebbe essere utilizzata per alimentare un’ampia gamma di dispositivi elettronici monouso a bassa potenza: dalle etichette intelligenti per il tracciamento di oggetti ai sensori ambientali, fino ai piccoli dispositivi diagnostici medici.
Essendo biodegradabile, l’uso della batteria permetterebbe di ridurre al minimo l’impatto ambientale dei dispositivi. La batteria è formata da almeno una cella di un centimetro quadrato, che consiste in tre diverse tipologie di inchiostri stampati su una piccola striscia di carta rettangolare. Su tutta la striscia viene applicato il sale di cloruro di sodio e una delle sue estremità più corte viene immersa nella cera. Su un lato della carta viene stampato il primo inchiostro contenente scaglie di grafite, che funge da polo positivo della batteria, mentre sull’altro lato viene messo l’inchiostro contenente polvere di zinco, che funge da polo negativo. Infine, sopra entrambi viene stampato il terzo inchiostro, contenente scaglie di grafite e nerofumo (un pigmento), che ha il compito di collegare i due poli a due circuiti situati sull’estremità imbevuta di cera. È a questi due circuiti che può essere collegato il dispositivo.
I ricercatori dell’Empa, guidati da Alexandre Poulin, hanno realizzato una batteria formata da due celle base, attaccandola ad una sveglia con display a cristalli liquidi. Due gocce d’acqua, dissolvendo il sale e consentendo così il rilascio di ioni carichi, hanno permesso alla batteria di attivarsi nel giro di 20 secondi e di alimentare la sveglia per circa un’ora.
- La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS ripresa dal Corriere del Ticino.
- Il comunicatoCollegamento esterno diramato dall’Empa.
- In questo approfondimento pubblicato su swissinfo.ch un altro tipo di batteria che funziona con l’acqua e che è di dimensioni ben diverse…
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