La televisione svizzera per l’Italia
Roger Federer

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Per chi è appassionato di tennis e di Roger Federer, il prossimo 11 luglio rischia di essere una data da dimenticare. Il campione svizzero potrebbe infatti sparire dalla classifica ATP, nella quale è presente ininterrottamente da 24 anni. Nel settembre del 1997 il suo nome era apparso per la prima volta in questo ranking e il 7 luglio del 1988 era sceso in campo per il suo primo torneo ATP a Gstaad (nella foto di copertina).

Il motivo è da ricondurre alla decisione di Wimbledon di escludere i giocatori e le giocatrici provenienti da Russia e Bielorussia dal torneo e alla risposta dell'ATP e della WTA di non distribuire punti valide per le classifiche in occasione del Grande Slam londinese. La stessa sorte potrebbe toccare a un altro monumento del tennis, l'americana Serena Williams. Per chi fosse interessato ad avere più dettagli, consiglio la lettura di questo articolo di bluewin.ch.

Su questa premessa dal sapore un po' nostalgico, vi lascio ad alcune notizie del giorno.

sede glencore
Keystone / Urs Flueeler

La multinazionale svizzera Glencore pagherà una multa miliardaria per vicende di corruzione e di manipolazione dei mercati petroliferi.

Il gigante delle materie prime con sede a Baar, nel Canton Zugo, si è dichiarato colpevole martedì di corruzione in alcuni Paesi africani e in Sudamerica, nonché di manipolazione dei mercati petroliferi negli Stati Uniti. La società verserà 1,02 miliardi di dollari alle autorità americane e 40 milioni al Brasile. Il gruppo era nel mirino del Dipartimento di giustizia americano per le sue attività in Niger,, Repubblica democratica del Congo e Venezuela, mentre in Brasile per la vicenda legata a Petrobras.

Inoltre, Glencore ha annunciato che si sarebbe dichiarata colpevole anche nell’ambito di un’altra indagine anti-corruzione avviata in Gran Bretagna. La sanzione è ancora da stabilire, ma il gruppo ha indicato che l’ammontare complessivo di tutti queste multe dovrebbe aggirarsi attorno agli 1,5 miliardi di dollari, somma già accantonata a questo scopo.

Altre inchieste sono in corso in Svizzera e nei Paesi Bassi. Anche in questi casi, Glencore è sospettata di non aver adottato i provvedimenti necessari per evitare la corruzione. Non si sa però ancora quando queste inchieste potranno essere portate a termine.

  • Il servizio su tvsvizzera.it.
  • In questo video di swissinfo.ch, si spiega come mai la Svizzera sia diventata uno dei principali attori mondiali nel settore del commercio delle materie prime.
  • Un approfondimento sulla Svizzera e le sue multinazionali.
edificio nestle
Keystone / Sergei Rusanov

La maggior parte delle multinazionali svizzere ha sospeso o ridotto le proprie attività in Russia. Sono poche quelle che continuano a lavorare come prima o che hanno fatto la scelta di ritirarsi completamente.

Anche se negli ultimi anni molte aziende elvetiche hanno investito in Russia, aprendo filiali o acquisendo società locali, il Paese euro-asiatico non è tra i principali partner per la Svizzera in termini di importazioni ed esportazioni di merci, eccezion fatta per il commercio di materie prime. Le più grandi multinazionali rossocrociate sono tuttavia presenti in Russia.

Come hanno reagito queste aziende dopo lo scoppio della guerra in Ucraina? Analizzando una banca dati elaborata dall’Università di Yale e contattando le singole imprese, emerge che alcune – ad esempio Holcim e Rolex – si sono ritirate dalla Russia. La maggior parte ha però deciso di temporeggiare, riducendo o sospendendo l’attività. Altre, seppur poche, continuano come se nulla fosse.

Uno dei casi che più ha fatto discutere è quello di Nestlé. Malgrado le pressioni, il colosso dell’alimentazione non si è ritirato dalla Russia, ma ha ridimensionato la sua presenza, concentrandosi sulla fornitura di alimenti essenziali.

  • Tutto quello che c’è da sapere sulle aziende russe in Svizzera in questo approfondimento su swissinfo.ch di Federico Franchini.
  • In quest’altro articolo il mio collega Matthew Allen si interroga invece su come le autorità svizzere stanno gestendo il dossier relativo alle sanzioni imposte alla Russia.
stazione di servizio
© Keystone / Martial Trezzini

Il Governo svizzero non ha finora voluto intervenire per cercare di diminuire il prezzo dell’energia. Il ministro delle finanze Ueli Maurer afferma che non vi sono soldi per farlo e ritiene che il prezzo della benzina sia sopportabile.

Mentre in molti Paesi europei i Governi sono intervenuti per ridurre le accise sui carburanti, in Svizzera il Consiglio federale è stato a guardare e appena una settimana fa ha bocciato diverse mozioni che chiedevano di seguire l’esempio di quanto fatto in Francia o in Italia. In un’intervista pubblicata oggi dai giornali del gruppo Tamedia, il ministro delle finanze Ueli Maurer ribadisce la sua contrarietà a un intervento statale.

“Non abbiamo soldi per ciò”, ha dichiarato il consigliere federale dell’Unione democratica di centro (destra sovranista), secondo il quale simili misure non sono necessarie con un’inflazione del 2,5%. “Nella ricca Svizzera l’aumento [del prezzo della benzina] è sopportabile”, ha aggiunto Maurer, creando qualche dissapore in seno al suo partito, da cui sono giunte richieste di abbassare le tasse sui carburanti.

Maurer si è espresso anche in merito alla posizione della Svizzera nel conflitto e all’adozione delle sanzioni dell’Unione Europea, che a livello internazionale hanno suscitato interrogativi in merito alla neutralità elvetica. Per il consigliere federale si è trattato soprattutto di un problema di comunicazione: “In realtà non ci scostiamo molto da quanto abbiamo sempre fatto. Tuttavia ciò viene messo in dubbio a livello mondiale”.

manifesto
Keystone / Anthony Anex

Niente tredicesima per i pensionati e le pensionate. Al Governo svizzero l’iniziativa popolare denominata “Vivere meglio la pensione” non piace.

La proposta promossa in particolare dalla sinistra e dai sindacati non ha trovato i favori del Consiglio federale, che mercoledì si è schierato ufficialmente contro il testo, anche se poi l’ultima parola spetterà al popolo. Il Governo ritiene che non vi sia alcun margine di manovra finanziario per versare una mensilità supplementare.

Queste prestazioni supplementari peggiorerebbero ulteriormente la situazione finanziaria dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), poiché genererebbero nuove spese pari a circa 5 miliardi di franchi nel 2032, andando così a scavare un disavanzo supplementare. Già con l’ordinamento vigente, secondo le prospettive, l’AVS registrerà un deficit di ripartizione di circa 4,7 miliardi di franchi fra dieci anni.

Il Governo ha ribadito di voler puntare sulle riforme della previdenza per la vecchiaia in corso, volte a mantenere il livello delle prestazioni dell’AVS e della previdenza professionale obbligatoria. Il 25 settembre prossimo, l’elettorato voterà sulla riforma concernente la stabilizzazione dell’AVS, il cui obiettivo è di garantire il finanziamento dell’assicurazione e il livello delle prestazioni per il prossimo decennio, evidenzia il Consiglio federale. In base al progetto, l’età di pensionamento sarà armonizzata a 65 anni sia per gli uomini che per le donne (per queste ultime attualmente è fissata a 64 anni).

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