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Gioco d azzardo

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

pare che la ricchezza complessiva della popolazione elvetica sia sensibilmente aumentata. Stando ai dati diffusi dalla Banca nazionale svizzera, nel 2021 il patrimonio delle economie domestiche è infatti cresciuto del 9%. L'incremento, spiega l’istituto bancario, è da imputare all'ascesa delle quotazioni borsistiche, all'acquisto di titoli e all’incremento dei propri diritti a prestazioni nell'ambito della previdenza professionale.

Al patrimonio finanziario va aggiunto poi quello immobiliare. Alla fine del 2021 il valore di mercato ha toccato un nuovo massimo di 2'382 miliardi di franchi (+8%, pari a +176 miliardi). Alla crescita hanno contribuito in particolare i prezzi in aumento degli stabili. Augurandovi che queste buone notizie a livello nazionale vi tocchino anche nel personale, vi lascio alle altre novità del giorno!

Buona lettura!

Gioco d azzardo
© Keystone / Gaetan Bally

Il Consiglio federale ha ampliato il numero di regioni della Svizzera che possono ospitare una casa da gioco: il loro numero sale così da 21 a 23.

Per il governo federale, a Losanna e a Winterthur (che si trova nel canton Zurigo) potranno essere rilasciate concessioni di tipo A per i casinò (ossia quelle per giocata illimitata, mentre il tipo B è limitata a 25 franchi). La decisione è stata presa allo scopo di sfruttare il potenziale di mercato.

Dall’inizio del loro esercizio nel 2002‐2003, i 21 casinò (tre dei quali – Mendrisio (B), Lugano (A) e Locarno (B) – nel solo Ticino), hanno versato tasse sulle case da gioco pari a 7,309 miliardi di franchi, di cui 6,253 miliardi sono andati all’Assicurazione vecchiaia e superstiti. Inoltre rappresentano un’importante realtà in quanto datori di lavoro.

Il Consiglio federale ha inoltre deciso che le nuove concessioni saranno assegnate nel quadro di una procedura aperta; potranno quindi candidarsi tutti gli attori interessati.

Bandiere dei Paesi NATO
Keystone / Olivier Hoslet

Gettare le basi per lo scambio di informazioni tra la Svizzera e la NATO in tema di sicurezza. È questo lo scopo di un accordo, approvato oggi dal Consiglio federale, stipulato fra la Berna e l’Alleanza Atlantica.


L’intesa disciplina la reciproca protezione di informazioni classificate, scrive l’esecutivo in un comunicato. La crescente digitalizzazione comporta la necessità di precisare in un accordo amministrativo le modalità di questo scambio di dati sensibili, motiva il governo.

Tale accordo permetterà l’accesso a informazioni classificate secondo standard internazionali. Fra gli ambiti interessati dall’intesa, vi sono ad esempio il settore cibernetico e la sicurezza delle comunicazioni (COMSEC). Per le ditte svizzere sarà inoltre possibile candidarsi per mandati con contenuti riservati messi a concorso dalla NATO, si legge nella nota.

Berna ha già firmato con numerosi Stati e organizzazioni documenti di questo tipo, che consentono di cooperare anche in settori sensibili. Con la stessa NATO, ricorda il Consiglio federale, nel 1997 è stato stipulato il General Security Agreement, che rappresenta la base per la partecipazione della Svizzera alle operazioni di promozione della pace della KFOR in Kosovo.

Vaccinazione
Keystone / Gaetan Bally

Nella scelta di farsi vaccinare contro il coronavirus giocano un ruolo anche fattori socio-economici. Le persone con salari alti e buona istruzione risultano più propense a farsi inoculare il preparato.


Lo stesso vale per chi vive in zone urbane, soffre di malattie croniche e possiede competenze mediche più elevate, secondo quanto emerge da uno studio dell’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), pubblicato su “Swiss Medical Weekly”. La ricerca rappresentativa è stata svolta fra giugno e dicembre 2021 su un campione di 2’400 individui.

Nel periodo preso in considerazione, per contro, si sono fatti vaccinare meno frequentemente coloro che vivono in campagna e quelli che hanno poca fiducia in autorità e scienza. Le ragioni più frequenti di chi ha scelto di non vaccinarsi sono la paura di effetti collaterali e dubbi sulla reale efficacia del rimedio (57% per entrambe le motivazioni).

Da un altro “Covid-19 Social Monitor” – questo il nome della periodica ricerca – condotto lo scorso marzo, risulta poi che le persone sono sempre meno prudenti per quanto concerne un rischio di trasmissione. Il 56% dei partecipanti ha dichiarato di mantenere le distanze nei confronti degli altri, mentre nel dicembre 2021 la percentuale era ancora al 77%.

Showroom Punto301
tvsvizzera.it

Filande e sartorie una volta sorgevano come funghi in tutto il territorio del Mendrisiotto e di tutta l’Insubria. Oggi non sono più così frequenti, poiché fagocitate dalla crisi nel settore e dal progresso.

Altre realtà stanno tuttavia colmando questa mancanza e lo stanno facendo con piglio e modernità. Questo campo manifatturiero trova infatti il suo spazio sul mercato grazie anche ad un approccio nuovo.

Le storie della Punto 301 e della Old Captain Co ne sono la conferma. Tessuti di qualità, sartoria locale, filiera corta e, perché no, realizzazione di capi personalizzati, che rispecchino i gusti di chi li compra, sono le linee guida di queste due giovani società basate sullo Swiss Made.

La produzione in serie e la cosiddetta “moda veloce” si sono espanse a dismisura negli ultimi decenni. Ed è proprio dalla tendenza ad avere capi “usa e getta” che queste società cercano di distanziarsi, diffondendo invece vestiti che abbiano l’artigianalità di una volta e un potenziare di longevità a dir poco decennale.

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