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persone in equilibrio su corde tese sopra un lago

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

praticamente ogni giorno, il Corriere del Ticino pubblica sul suo sito le notizie di cent'anni fa e spesso si possono leggere delle vere e proprie chicche. Oggi apprendo ad esempio che nel 1922 sono state aumentate le tasse telefoniche e che una conversazione con qualcuno residente in Francia costava ben 8 franchi e 50 centesimi di giorno e 5 franchi e 10 di notte. Non ho purtroppo avuto tempo per analizzare cosa rappresentasse veramente questa cifra un secolo fa, ma sono certo che si trattava di una somma piuttosto importante.

Dopo questo tuffo nel passato, vi lascio alla lettura di alcune delle notizie e degli approfondimenti del giorno.

infermiera depone qualcosa all interno di un frigo
© Keystone / Gaetan Bally

Bisogna capovolgere il principio attualmente in vigore per quanto riguarda la donazione d’organi e passare al modello del consenso presunto? La popolazione svizzera si pronuncerà il 15 maggio prossimo sul tema.


Attualmente nella Confederazione si possono prelevare organi o tessuti da una persona deceduta solo se quest’ultima, prima di morire, ha dato il proprio consenso o se gli stretti congiunti possono presumere che questa fosse la sua volontà. Questo modello ha però una ripercussione importante: mancano gli organi e la lista delle persone in attesa di un trapianto continua ad allungarsi.

La nuova legge parte invece dal presupposto che tutti siano favorevoli alla donazione d’organi e chi non lo è deve esplicitarlo. In assenza di una volontà chiara, i congiunti continueranno comunque a poter dire la loro.

Secondo Philippe Eckert, direttore generale del Centro ospedaliero universitario del Canton Vaud, questa modifica legislativa permetterà di aumentare in modo significativo il numero di organi a disposizione e quindi, nello stesso tempo, di salvare più vite. Per François Bachmann, vicepresidente del Partito evangelico svizzero e membro del comitato contrario alla revisione legislativa, il modello del consenso presunto cozza invece contro un diritto umano inalienabile, sancito anche dalla Costituzione, ovvero quello che garantisce la nostra integrità fisica e psichica.

bebè sulle ginocchia del padre
© Keystone / Gaetan Bally

Nel 2021 in Svizzera sono state registrate 89’400 nascite. Era dal lontano 1972 che la cifra non era così elevata.


Il ‘lockdown’ sembra avere influito sui comportamenti della popolazione adulta svizzera: durante il 2021, rileva martedì l’Ufficio federale di statistica, “ci sono stati due picchi di nascite, da gennaio ad aprile e da agosto a dicembre, corrispondenti a concepimenti rispettivamente da aprile a luglio 2020 e da novembre 2020 a marzo 2021”.

Il record del 2021 va comunque relativizzato. Il numero di nascite ogni 1’000 abitanti si è infatti attestato a 10,2, mentre all’inizio degli anni 1970 era ancora di 16. Il numero medio di figli per donna è invece stato di 1,51. Nel 1970 era invece di 2,1.

Per quanto concerne il numero di decessi (71’100), il dato è inferiore rispetto a quello del 2020 ma nettamente più alto rispetto a quello del 2019 (+3’300 o +4,9%). Da rilevare anche che la speranza di vita, che nel 2020 aveva subito un brusco arresto, è tornata a crescere. Per gli uomini è di 81,7 anni (81,1 nel 2020) e per le donne di 85,7 anni (85,2).

Il servizioCollegamento esterno di RSI News.

La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS ripresa da Ticinonline.

Il comunicatoCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica.

infermieri e dottori in corsia
Keystone / Gaetan Bally

Senza il personale infermieristico straniero, le strutture sanitarie svizzere sarebbero in seria difficoltà, in particolare quelle delle regioni di confine, che dipendono molto dai frontalieri e dalle frontaliere. Questa situazione crea però molti grattacapi nelle regioni di provenienza del personale, ad esempio in Lombardia.

Una persona su quattro impiegata nel settore sociosanitario ticinese proviene da oltre confine, in particolare dal Comasco e dal Lecchese. Il salario è una componente importante che spiega questo fenomeno ma non è l’unica: le condizioni lavorative e le possibilità di formazione sono altri fattori che spingono molte infermiere e infermieri italiani a lavorare in Ticino.

L’esodo verso il Cantone svizzero sta però creando problemi alle strutture sanitarie lombarde. “Negli ultimi due anni oltre 150 persone, su un totale di circa 2’500 dipendenti della sanità pubblica nelle province di Como e Lecco si sono licenziate e si sono impiegate nella Confederazione elvetica”, indica Massimo Coppia, segretario della sanità pubblica del sindacato Uil Lario.

Ciò ha spinto il sindacato, in collaborazione con l’organizzazione sanitaria locale, a lanciare una petizione che chiede alle autorità regionali di introdurre degli incentivi finanziari per trattenere il personale.

persone in equilibrio su corde tese sopra un lago
SWISS PRESS PHOTO/SMAZPHOTO

Da diversi anni la Fondazione Reinhardt von Graffenried ricompensa i migliori fotografi e fotografe dell’anno. L’elenco dei premiati è stato reso noto oggi.


Per sapere il nome del fotografo o della fotografa dell’anno bisognerà aspettare il 27 aprile, quando sarà annunciato in concomitanza con la premiazione che si terrà a Berna. La fondazione ha però già comunicato i laureati nelle diverse categorie.

In quella ‘attualità’, ad aggiudicarsi lo Swiss Press Photo Award 2022 è Denis Balbousse, dell’agenzia Reuters, con uno scatto dell’incontro tra il presidente statunitense Joe Biden e il suo omologo russo Vladimir Putin a Ginevra nel giugno 2022. Nella categoria ‘vita quotidiana’ è premiato invece Mark Henley per la foto che ritrae un artista a Ginevra durante il lockdown.

Gaëtan Bally è il vincitore nella categoria ‘storia svizzera’ con le foto dell’Alp Flix, nei Grigioni. Le immagini di questo tesoro della biodiversità sono state pubblicate sulla rivista GEO. Joël Hunn si aggiudica il primo premio nella categoria ‘ritratti’ con la fotografia di una bambina senzatetto a Berna. Per lo sport, l’onorificenza va a Gabriel Monnet per la foto dell’atleta in sedia a rotelle Marcel Hug (“Silver Bullet”) scattata sotto la pioggia ai Giochi paralimpici di Tokyo. Infine, per la categoria ‘estero’, Klaus Petrus ha vinto grazie alle foto che documentano le vie di fuga dei migranti attraverso i Balcani.

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